La Fine Della Guerra

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E Harry Potter, il bambino sopravvissuto, il bambino con la cicatrice a forma di saetta, ora era un adulto. Aveva 17 anni, appena maggiorenne, ma quello che aveva vissuto l'aveva fatto maturare, aveva visto amici e nemici morire. E per questo lui era lì, a Hogwarts, la sua casa, la sua vera casa, pronto a fronteggiare Voldemort. Con lo stesso coraggio di Lily, sua madre. Con lo stesso coraggio di Sirius. Con lo stesso coraggio di James, suo padre. Con il coraggio di chi era morto per mano di Tom Riddle.
Ed ora Neville aveva la spada di Grifondoro. Hermione, Ron scappavano da Nagini. Nagini..
L'unica compagna di Lord Voldemort, l'unica che era rimasta con lui, che aveva assecondato i suoi piani. Senza fiatare.
Ed ora Hermione e Ron inciampavano, Ron con il coraggio dei Grifondoro, proteggeva Hermione con le braccia, mentre entrambi chiudevano gli occhi, pronti alla fine. Erano stanchi, di quella guerra che uccideva soltanto. Erano stanchi di Voldemort, degli omicidi. Ma ecco che il momento della morte veniva allontanato da Neville, che mozzava la testa di Nagini. Neville che tagliava la testa all'unica compagna di Voldemort. Che tagliava la testa alla sua più fidata compare. Che toglieva un pezzo di quell'anima già distrutta da tempo. Già logorata da tutto quell'uccidere, uccidere... E ora Harry Potter fronteggiava Voldemort nel cortile di Hogwarts. La casa di entrambi. Il luogo che veniva considerato sicuro, ma che in realtà era pericoloso.
Ora Harry Potter, dopo sette anni di terrore ad Hogwarts per colpa di Voldermort, aveva la possibilità di fronteggiarlo. Di porre fine agli omicidi. Di porre fine al regime di terrore. Bastava la bacchetta. Ma in quel momento Harry Potter si accorse di avere paura. Paura di sbagliare. Paura di morire. Paura di deludere tutti. Paura di Voldemort. Mise fine a quei pensieri dopo aver visto Neville. Neville che faceva uscire tutto il coraggio, che tagliava la testa di Nagini, con un'espressione fiera, piena di paura, ma fiera, fiera di compiere quel gesto che poteva salvare Harry Potter. Harry Potter si riscuoteva dai pensieri, volgendo la testa verso Voldemort, pronto ad attaccare.
Ed ecco.
Un lampo rosso.
Un lampo verde.
Si incontrarono tra i due maghi. Voldemort mise tutta la sua rabbia, il suo furore, mentre Harry sentiva la rabbia salire dalle morti.
Lily.
James.
E tanti altri.
Sirius.
Dobby.
Erano morti coraggiosamente.
Ninfadora.
Lupin.
Piton.
Silente.
All'ultimo nome che gli veniva in mente, si infuriava ancora di più. Voldemort iniziava a sgretolarsi. Anche lui conscio che stava per arrivare la sua fine. Dove tutto era iniziato, tutto era finito.
Il lampo di luce rossa mangiava il lampo di luce verde, avvicinandosi pericolosamente a Voldemort.
Harry metteva più potenza, dopo la morte di Nagini capiva che Voldemort non aveva più scampo. Finalmente. Moriva la morte. Perché si, era la morte in persona, Voldemort. Aveva portato via più persone lui che la Morte vera.
E in quel momento, solo in quel momento, il lampo di luce rossa raggiungeva Voldemort. La sua bacchetta volava via, mentre si sgretolava definitivamente. Ed ecco che Harry Potter, il bambino che è sopravvissuto, il Prescelto, il bambino con la cicatrice, afferrava al volo la sua bacchetta. La bacchetta di Sambuco. Uno dei tre Doni della Morte. Che era appartenuta a Silente, e che ora apparteneva a lui. Voldemort moriva in quel momento, il suo corpo, ricreato da Codaliscia, non esisteva più.

Harry Potter non voleva la bacchetta. Non la voleva. Attirato ma allo stesso tempo il contrario.
Ed ora, Harry Potter sarebbe andato con Hermione e Ron, al ponte di Hogwarts. Dove passavano qualche ora prima, nemici, amici e alleati. Dove ora non passava nessuno. Solo loro. Solo loro erano lì.
Hermione Granger e Ron Weasley sapevano. Sapevano che Harry Potter ora avrebbe posseduto la bacchetta. Che avrebbe potuto distruggerla, oppure averla. Una scelta che poteva fare solo lui. Lui solo. Lui e la bacchetta. La bacchetta e lui. Guardava i suoi amici, per poi voltarsi lentamente. Per poi spezzare la bacchetta in due parti, ora due legnetti si trovavano nelle sue mani tremanti. Lanciava un pezzo giù, dove cadevano, sempre qualche ora prima, nemici e amici.
E poi, il secondo pezzo di bacchetta raggiungeva il primo. Solo più lontano. Dispersi tra  loro.
Harry Potter si girava verso i suoi amici, Hermione prendeva la mano di Ron e poi la sua, quella di Harry. E guardavano nel vuoto. Vedendoci i morti. Coloro che si erano sacrificati. Che erano stati brutalmente uccisi.

Harry Potter inspirava l'aria. Ora finiva tutto. E iniziava tutto.
Ma lui in quel momento, non si preoccupava del dopo. Pensava al presente.

Perché si, è tutta una questione di tempo.

Ciao a tutti, questa è la mia seconda storia, una Oneshot sulla fine della Guerra Magica. Ho deciso di scriverla in un modo diverso. Con le mie emozioni.
Spero sia piaciuta a qualcuno, detto questo, un saluto a tuttiii!
Mari😘

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