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«lo odio con tutto me stesso cazzo.» sbottai lanciando lo zaino contro il muro del corridoio di casa mia. Taehyung mi guardava sbuffando; "è così tutte le volte" mi ripeteva da oramai cinque anni, e difatti, ecco che come da copione pronunciò un semplice «ma va?»
Mi girai di scatto con un espressione corrucciata e le braccia incrociate: nonostante i miei diciotto anni tutti mi dicevano che sembravo un bambino quando mi arrabbiavo, per via delle mie guance perennemente paffute e infantili che si arrossavano. «fottiti Taehyung, non è il momento di fare il sarcastico del cazzo» dissi bruscamente levandomi le scarpe e la giacca, dirigendomi verso la cucina. Aprii il frigorifero e mi piegai per cercare le birre che ero sicuro di aver visto la mattina stessa, quando aprendo la porta del bramatissimo "contenitore di cibo" la mattina stessa tutto assonnato per prendere il latte, le intravidi con la coda dell'occhio. Esclamai un "eccole qua!" sorridendo appena per poi porgere una Heineken al mio migliore amico solo dopo averla aperta con l'ausilio di un apribottiglie; feci sbattere i due vetri verdi tra di loro e presi un lungo sorso. «La verità è che sei solo invidioso di lui Jimin, non è vero che lo odi basta vedere le occhiate che gli riservi» sentenziò il ragazzo al mio fianco, lo fulminai con lo sguardo. «invidioso? invidioso IO?!» dissi sbattendo la bottiglia sul tavolo in vetro della mia cucina interamente moderna come tutto il resto della casa; «invidioso di quel povero sfigato, Taehyung?» mormorai ridacchiando scuotendo la testa, tornando a bere dalla bottiglia posando un fianco al pianale in marmo scuro della cucina; «non dovrebbe nemmeno passarti per il cervello quella parola; non lo guardo nemmeno a quel contadino.» dissi sbuffando dandogli le spalle decidendo che gli avevo riservato fin troppa compagnia, e che nemmeno quella mezza birra avrebbe potuto placare la mia rabbia, così semplicemente decisi di svuotarla nel lavandino, uscendo dalla cucina per salire di sopra, ovviamente accompagnato da Taehyung che prontamente si sedette sulla sedia della scrivania per poter osservare il mio corpo steso a pancia in su sul materasso. «Jimin, Yoongi ha solo preso un voto più alto del tuo, non capisco perché te la prendi tanto»; girai il viso serrando la mascella alzandomi col busto «ma allora non capisci proprio! io ho pagato per poter stare in quella maledetta scuola, e ho pagato per poter avere un futuro e per poter essere circondato da gente del mio stesso ceto sociale! e invece sono circondato da poveracci e da sfigati! rivoglio i miei fottuti soldi!» Taehyung rise. Rise tanto da diversi tenere lo stomaco con una mano, mentre con l'altra si asciugava le lacrime che gli uscivano dagli occhi per lo sforzo.

INSOLENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora