Ormai era notte inoltrata quando il monaco Wen Lu passò come sempre a controllare che nel monastero fosse tutto a posto . Giunto alla biblioteca, trovò ciò che si aspettava. Un uomo basso e tarchiato, vestito all'inglese in modo inequivocabile ma con la barba malcurata e gli occhi gonfi e iniettati di sangue se ne stava chino sul grosso volume tibetano. Le lunghe pagine di corteccia vergate in sanscrito da antiche mani sapienti erano sparse sul tavolo secondo un ordine preciso, estratte una per una dalla preziosa copertina lignea intarsiata di losanghe a colori. Era così immerso nella lettura che non si era ancora accorto del sopraggiungere del monaco dalla testa rasata abbigliato come tutti i membri del suo ordine di affiliazione con la tonaca rossa che li rendeva ben visibili e riconoscibili.
Il frate ruppe il silenzio, esprimendosi in lingua locale:
- Le consiglio di andare a dormire, professore. Guardi, la candela si è consumata quasi del tutto.
- Come? Oh. Salve, Wen. Forse hai ragione, per stasera penso che andrò a letto – rispose l'uomo adoperando il medesimo dialetto, con una pronuncia quasi perfetta benché inquinata dal suo insopprimibile accento inglese. Risvegliatosi dallo stato di assorta concentrazione di poco prima si alzò e si stropicciò gli occhi. La panca di legno non era molto comoda e in piedi l'anziano professore pareva ancora più basso. Uscirono insieme dalla saletta zeppa di libri, il monaco che accompagnava l'inglese verso le celle mentre riprendeva il discorso ma sottovoce:
- Ho notato che nutre ancora molto interesse per gli ultimi scritti del nostro venerabile maestro Wi Sha ma ancora mi sfugge come possano tornarle utili data la sua formazione così atipica in un contesto monacale, anche per un occidentale così preparato e interessato ai nostri rituali atavici.
- Eppure è così. Li trovo illuminanti. Immensi. Questa ricerca, che porto avanti da una vita intera, mi ha portato a setacciare biblioteche e librerie per mezzo mondo: a Londra, Parigi, Boston; in Italia, poi in Persia e naturalmente in Grecia... tuttavia posso affermare per esperienza che i documenti più interessanti si nascondono in lunghi come questo, così lontani dai grandi centri del sapere. Senza offesa, caro.
- Nessuna, anzi. Però torno a dire che tutto ciò non cessa di stupirmi. Qui in Nepal non abbiamo ancora assorbito l'essenza della civiltà occidentale ma da giovane ho viaggiato un po' anch'io, in Europa. Il vostro patrimonio culturale e umano è così ricco e variegato che pare intrecciato come un tappeto indù mentre come le ho riferito all'arrivo tutti i libri che sono contenuti qui nel monastero furono vergati a mano dai fondatori del nostro ordine, a volte ampliati dai loro successori. Noi li leggiamo e ricopiamo da nove secoli circa e questo ci basta. Nessun confronto è stato svolto con voi.
- Verissimo. Benissimo. Mi occorrono riflessioni interiori di uomini saggi, grandi pensatori e filosofi. Qui ne ho trovato uno.
- L'Europa non diede forse i natali a schiere di uomini altrettanto meritevoli?
- Certo, certo. Ma hanno prodotto strutture o intuito piccoli brandelli della verà essenza delle cose. Corposi sistemi fallibili contestati ogni volta dalla successiva generazione di acuti sofisti che infestano le nostre accademia. Qui invece incontro LA verità, non una meticolosa indagine su di essa. La contemplazione del paesaggio giova allo spirito molto più che lo studio accanito su dei libri troppo antichi per essere compresi. Non è un segreto per voi ma si tratta di un concetto troppo rivoluzionario perché venga accettato dai miei illustri colleghi. Si capisce?
- In realtà no.
- Me l'aspettavo. Allora diciamo che mi sono preso un periodo di congedo dalla vita accademica. Qui si sta meglio che a Londra. Non c'è smog, né baccano, né quell'odiosa canicola umidiccia che sale su dal Thames ogni estate...
- ... né energia elettrica, né gas, né acqua corrente calda o fredda alla bisogna. – Wen Lu concluse sorridendo.
- Da ciò che ho letto proprio oggi il vecchio maestro lodava innanzitutto le privazioni di questo luogo. Davvero non è rimasto nessuno che lo conobbe in vita?
- Purtroppo no. Partì in pellegrinaggio poco dopo che venni ordinato e da allora non abbiamo più saputo nulla di lui. Ma ci aveva fatto dono della sua saggezza per gli anni a venire e salutati con calore prima di andarsene quindi una parte di lui sarà sempre qui con noi.
- Capisco. Bene bene, eccoci arrivati. Grazie, Wen. Buonanotte.
- Buonanotte anche a lei, professore. Domattina conta di svegliarsi presto?
- Sì, certo. Come ogni giorni da molti anni ormai uscirò poco prima dell'alba. Grazie ancora.
- Addio, professore.
Dopo quel saluto enigmatico, il monaco lo lasciò per proseguire la sua ronda...
[Questo era l'incipit. Per leggere tutto il racconto, cercatemi Online come MISTEROUGE :-]
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OLTRECONFINE
Short StoryL'attempato Professor Tennyson esplora il cosmo in cerca della Verità Assoluta ma ciò che troverà non è quel che si aspettava. Si tratta di un breve racconto che scrissi a diciassette anni, quindi quasi trenta anni fa. Più volte rimaneggiato e corre...