Chapter 1

67 7 0
                                    

“Bene tesoro, alza il mento.” Disse la fotografa appena  mi posizionai davanti allo sfondo della location.

Bene, io sono Aubrey Clifford, una modella di New York, non amo questo lavoro soprattutto perché i fotografi o uomini d’affari ci provano incessantemente con noi modelle e non per l’aspetto interiore ma solo ed esclusivamente per la nostra (come dicono loro) bellezza.

Okay, molte di noi sono bellissime ragazze: Miranda Kerr o Karly Kloss, e sono sicura che tutte loro hanno i propri segreti di bellezza.

Non ero una che poteva essere comandata facilmente, però con questo lavoro dovevo abituarmi, basta una risposta diretta e ti sbattono fuori da questo ambiente e da una parte ne sarei felice, almeno non avrei visto tutti questi snob superficiali  che mi gironzolano intorno dicendomi ‘schiena dritta!’ o  ‘viso provocante’; devo ancora capire cosa cazzo significa un viso provocante… posso capire lo sguardo ma il viso no… ebbene si, il viso provocante lo intendono  come viso da sgualdrina, cosa che  non sono… ma d’altra parte se volevo continuare a guadagnare soldi, tanti soldi, dovevo per forza fare questo lavoro.

“Cosi?” Mi misi in posa con la speranza che annuisca.

“No, tesoro, alzalo ancora!”

Ci provai ma più alzavo il mento e più mi sentivo un’imbecille.

“Senti Courtney, io sto facendo il mio lavoro. Tu fai il tuo.” Dissi spazientita.

Courtney era una donna gentile e infatti mi dispiaceva risponderle in quel modo ma lei adorava la perfezione, io la detestavo e la detesto tutt’ora, la parola perfezione è noiosa, non esiste nel mio vocabolario.

“Bene, abbiamo finito per oggi.” Se l’era presa ma non m’importava, pretendo anche io del rispetto.

Appena disse quelle parole andai a mangiare un boccone in un ristorante poco noto ma nel quale mi sentivo a mio agio, in primo luogo perché non mi riconoscevano.

Già la vita da ricchi e famosi era dura. Ti svegli presto la mattina e non hai un attimo di tranquillità, ogni singolo momento della giornata è buono per tartassarti di chiamate e messaggi a volte anche inutili, come ad esempio il mio capo Melissa, mi scriveva solo per dirmi che delle sue conoscenze mi cercavano per un appuntamento o cose del genere.

Io e Melissa eravamo come sorelle, ma da dopo che si lasciò con il  suo  fidanzato del quale non mi ricordo nemmeno il nome, non parlavamo più come prima. Il  motivo? Io ho sempre avuto ragione, varie avance, fidanzamento (nemmeno ufficiale, tra l’altro) e boom,  le è entrato nei pantaloni ed  è uscito dalla sua vita come un flash di una macchina fotografica e lei per non sentire i miei  te l’avevo detto  e per il  suo troppo orgoglio ha preferito accantonarmi e tornare come ai tempi del liceo, ovvero due cheerleader amiche-nemiche che cercano di non strangolarsi a vicenda.

Remind // Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora