La prima cosa che senti con gli occhi e la testa ancora doloranti dalla sera precedente, fu il rumore della sveglia che proveniva dal mio telefono, ma la cosa che sentivi ancora meglio erano i passi di quella stronza mediocre che stava salendo le scale pronta a svegliarmi come se fossi una bambina di cinque anni.
Cazzo non le entra in testa che non mi serve, non mi serve che ogni mattina venga a svegliarmi, perché mettere la sveglia allora.
Ma lei deve fingere di essere una madre perfetta anche se non lo è, lo fa solo per compiacere mio padre per ottenere quello che vuole, ma non le è ancora chiaro che, lei non sarà mia chi cerca di essere, lei non vale niente.
Ed eccola lì, non feci neanche in tempo a spegnere la sveglia che la porta di camera mia si apri e senti la voce odiosa della compagna di mio padre se così si può definire.
Anzi io la definirei come una delle tante, tra qualche mese la faccia di chi mi verrà a svegliare sarà completamente diversa, non vedevo l'ora, lei proprio non la sopportavo non c'era una sola cosa vera in lei.
<<Amber alzati immediatamente o perderai l'utobus >>inizio a dire con la sua voce pimpante.
<<l'unica cosa che vorrei perdere e l'udito e la vista per non sentire più la tua voce è quella tua faccia di merda>> rispondi acidamente, giusto per inizia la giornata con il piede giusto e con un sorrisetto falso suo volto.
La sua espressione cambio subito dando spazio ad una smorfia a dir poco disgustosa, il suo chirurgo aveva fatto un pessimo lavoro se devo essere sincera.
<< ma come ti permet...>> non la lascia neanche finire la frase che mi alzai dal letto iniziando a spingerla fuori dalla porta di camera mia.
<<si sì vai a dire queste stronzta a qualcun'altro>> non aspetti una sua risposta che le chiusi la porta in faccia.
Lo so che sembro una maleducata è irrispettoso e forse lo sono, ma quella donna è una... cazzo non saprei neanche come definirla.
Mi incamminai verso il bagno, ero già abbastanza irritata del fatto che dovevo inizia un nuovo anno scolastico in un'altra scuola dove non conoscevo
nessuno essendo stata espulsa dall'altra scuola.
Non mi spaventava l'idea di non conoscere nessuno anzi lo preferivo, avevo paura che loro conoscessero me.
Inizia a riempirmi la testa di domande, se non avessi saputo gestire me stessa, e se non fossi riuscì a calmarmi, e se non riuscivo a capire più chi ero?
Per smetterla di assillarmi con queste domande mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda, poi mi lavai i denti e mi guadai come mi guardo sempre ma non so più se quella riflessa nello specchio sono realmente io oppure no, mi guardai intensamente cercai di toccare il mio riflesso ma non ci riuscì non ci riuscivi mai.
Uscì dal bagno ed andai verso l'armadio per prendere qualcosa da mettere, optai per una semplice canottiera molto scollata, una mini gonna di jeans e degli anfibi.
Adoro vestirmi in modo sexy e mi piace essere guardata degli altri.
Amo che mi vengano fatti i complimenti, apprezzano solo quello che faccio vedere la finta me e non come sono realmente.
Ritornai in bagno per mettermi il mascara e un po' di lucida labbra.
Quando finì scesi le scale per andare in salotto dove per mia sfortuna incontrai ancora quella gallina delle uva d'ora, ma proprio in tutti i sensi visto che le stanno per esplode le tette a causa di tutte le operazioni che si è fatta.
Le lancia un'occhiata ed andai in cucina dove c'era mio padre con lui non sono in buoni rapporti, non mi ricordo neanche più da quando, o almeno fingo di non saperlo, ma lui finge che lo siamo.
Lui mi sorride come al solito a mo di buongiorno, ma io non ricambiai.
<<buongiorno piccola stronzetta>> sorrisi appena sentì la voce del mio amato fratellone Adam e la mia unica fonte di felicità in quella casa.
Mi inncaminai verso di lui per darli in bacio sulla guancia mentre mio padre ci guardava di sottecchi
<<buongiorno>> sussurrai io.
Stavano facendo tutti colazione, io invece non amo fare colazione mi viene da vomitare se mangio di prima mattina.
<<Adam mi accompagni a scuola non mi va di prendere l'utobus>>
<< No Amber non posso proprio oggi, è poi scusa dov'è la tua moto >> disse con un tono che mi faceva girare i coglioni
<< la stanno aggiustando stronzo se no non te lo avrei chiesto>> dissi in modo secco
<< amen di attacchi al cazzo e prendi l'utobus>> disse senza neanche guardami in faccia contiamo a mangiare la sua colazione.
La rabbia iniziai a salire, inizia a sentire odio verso tutto ciò che mi circondava, dovevo andarne e dove calmarmi non poteva succedere di nuovo.
<<Fottiti >> dissi mostrandoli il mio bellissimo medio, dovevo stare calma era solo la mattina niente di che.
Mi incamminai servo la porta ingresso ma una voce dura mi fermo
<< Non hai intenzione di prendere uno zaino o una borsa o qualsiasi cosa ti ricordo che stai andando a scuola>>disse mio padre, era la prima volta che mi parlava dopo quello che era successo.
Da quel giorno aveva ridotto le nostre conversazioni al minimo, non che prima ve ne fossero più di tante.
<<No e il primo giorno di scuola, non faremo niente >> dissi non mi aspettavo una risponda presi il mio telefono, le cuffie le chiavi è una giacca di jeans e uscì di casa..
Ogni volta che mi parlava mi dava sui i nervi perché lui aveva scelto di non credermi, di non appoggiarmi e sostenermi ma aveva invece deciso di congelare tutti i miei conti in banca, togliermi dalla scuola privata dove non si faceva un cazzo e mandarmi in una scuola pubblica, come se tutto questo mi potesse toccare in qualche modo, tutto questo perché non era in grado di comprende che io avevo bisogna di aiuto, ma sarà troppo tardi quando lo capirà.Spazio autrice
Ciao sono Bea, questa è la prima storia che scrivo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
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MAY
RomanceAmber May Smith è una ragazza di 18 anni che viene da una famiglia ricca sfondata . Amber è una ragazza dai capelli ricci e neri e occhi del medesimo colore un fisico come tutte le altre niente di esagerato per il carattere invece, Amber è un vero...