Si ritrovava ancora lì,in quel posto dove pensava di aver trovato la morte ma dal quale lui aveva trovato il modo di uscirne, mentre gran parte dei suoi amici aveva trovato il riposo eterno fra quelle alte mura ingannatrici, frutto di una mente malata, accecata dal desiderio disperato di una cura che per certo non sarebbe mai potuta esistere.
Fuori dalla scatola come al suo primo arrivo,confuso sul perchè si ritrovasse in quello squallido posto, senza Brenda o Minho.Lui in mezzo al nulla,contornato da pareti che circondavano quella che una volta chiamavano RADURA.Nella sua testa rimbombava ancora la voce di Alby, che con il suo solito modo scontroso e svogliato spiegava al pive le regole di sopravvivenza in un posto del genere: -"Qui nella radura abbiamo TRE regole fondamentali.La prima:non attaccare gli altri,siamo tutti come fratelli qui.La seconda:svolgi il tuo lavoro e non ti lamentare, qui così cerchiamo di allontanare la tristezza che ci porta il pensiero di essere rinchiusi tra quattro mura che alle proprie spalle rivelano un labirinto pieno zeppo di Dolenti.La terza,e la più importante:non superare mai,e sottolineo MAI una di quelle quattro porte, altrimenti farai un volo dritto dritto giù dalla scarpata.Capito Pive?Qui non si scherza"-
Quanto vorrebbe poter riabbracciare Alby,nonostante il suo carattere così acido e scontroso...Ricordava il primo giorno come fosse ieri.Quella luce che accecò Thomas abituato al buio che lo inghiottiva nella scatola.Lo sferragliare delle porte che si aprivano e poi tutti quei volti che a lui parevano sconosciuti...
Decise di lasciare i ricordi da parte perche in quel momento l'avrebbero aiutato poco e niente nel capire cosa ci rifaceva lì dasolo.La prima idea che gli venne in mente fu quella di cercare qualcuno, sempre se ci fosse, e chiedergli spiegazioni, così iniziò dalla cucina di Fraypan.Ogni passo che faceva sentiva il cuore battergli sempre più forte,sperò che dentro vi trovasse Fraypan o qualsiasi altro Raduraio, ma una volta giunto davanti la porta e lentamente abbassato la maniglia, sul suo viso si dipinse la delusione.Era tutto così come ricordava,le pentole appese sul muro poco sopra il lavello, il crembiule ancora macchiato che il cuoco era solito a usare,i piatti e tutto il resto.Sembrava come se non fosse accaduto nulla, come se non avesse mai visto il labirinto e tutto ciò che vi era in esso sgretolarsi sotto i suoi occhi mentre lui e il resto degli immuni si stavano mettendo in salvo.Uscì a testa bassa dalla cucina e si accasciò sul muro di fianco alla porta portando le ginocchia al petto e incastrarò le sue dita nei capelli scuri e umidi.Quando alzò lo sguardo,in lontananza rivide l'alto "palazzo" in cui venivano custodite le mappe che Minho e il gruppo di velocisti disegnavano giorno per giorno in cerca di una risposta apparentemente nascosta dietro un rompicapo.Scattò in piedi e quasi correndo di diresse verso la porta di metallo ancora ricoperta di fuliggine per quell'incendio che Alby appiccò mentre era "di guardia".A pochi passi dal portellone si fermò,riprese fiato e cercò di calmare quel tremolio che si era impossessato del suo corpo,sentì di nuovo l'ossigino che si bloccava in gola e i ricordi di quei giorni dove lui e il resto dei ragazzi si rinchiusero lì dentro aspettando che la sorte nominasse uno dei nomi dei presenti destinandoli alla morte,punti,schiacciati,fatti a pezzi,divorati e solo Dio sa cos'altro,da quelle bestie che si aggiravano dietro al labirinto.Mancavano due passi,poteva sentire ancora l'odore del fumo.La mano tremante che lentamente si avvicinava sempre di più alla maniglia,goccioline di sudore gli imperlarono la pelle della faccia, si passò la lingua sul labbro inferiore per poi riportare il braccio lungo il fianco.Qualcosa lo bloccava nell'aprire la porta,non sapeva descrivere cosa, ma un sentimento alquanto sovrannaturale gli volava intorno provocandogli i brividi sulla schiena.Riempì i polmoni di aria per poi ributtarla fuori lentamente come per riprendersi e pensare a cosa fare,ma appena terminato l'ossigeno da espirare fece un gesto veloce della mano e giro la maniglia della porta dandogli una leggera spinta e lasciandola aprirsi da sola,dove vide solamente nero,nessuna lampadina,candela o lanterna.Entrò nella stanza dalle mura colorate di nero a causa del fumo, ma non riuscì a vedere niente, quando sentì la porta alle sue spalle chiudersi con un rumorino da film horror.Cercò di abbassare la maniglia con scarsi risultati, così si rigirò verso le pareti alle sue spalle e un bagliore si sprigionò per tutta la stanza, accendo Thomas tanto da fargli strizzare gli occhi fino a percepire un lieve dolore alle palpebre.Riaprì lentamente gl'occhi cercando di abituarsi alla luce troppo forte.Era come guardare direttamente la palla del sole senza un paio di occhiali.Teneva gli occhi socchiusi ora,osservando l'ombra che mano mano prendeva forma, sembrando all'occhio di Thomas la sagoma di una persona.L'ombra nera,accompagnata dalla luce alle sue spalle avanzò fino a posizionarsi in mezzo alla sala,cominciò con un sussurro per poi alzare di poco la voce per farsi sentire,e diceva -Thomas non ho molto tempo..-.Thomas,preso dalla curiosità,provò ad avvicinarsi ma la presunta persona disse ancora una volta -No!Non ti avvicinare ti farai male.- e aspetto una risposta del ragazzo che si fermò davanti a esso e annuì per farlo continuare a parlare. -Ascolta bene ciò che ti sto per dire,tra poco scomparirò di nuovo ma se segui attentamente queste mie parole forse ci rivedremo un giorno,dipende tutto da te e Minho.Siete gli unici che possono aiutarci.- Il moro annuì ancora una volta e la voce continuò -Il male non è finito, siete ancora in pericolo.Qualcuno ha dato vita ha una nuova C.A.T.T.I.V.O., si vocifera che siano state delle persone che si sono nascoste molto bene durante il contagio del virus e che perciò siano sopravvisuti rigenerando una nuova base.Noi siamo tenuti lì come cavie e tu devi venirci a salvare e a distruggere la nuova base.Porta con te gli immuni più addestrati alla lotta che hai e parti il più presto possibile ora devo andare via.A presto Thomas.-
L'ombra e il bagliore scomparirono d'un tratto lasciando il giovane in balia a una confusione totale,con mille domande che gli giravano per la testa.La portà si spalancò alle sue spalle andando a sbattere con il muro e facendo entrare un po' di luce "naturale".
Chi era quella persona?E sopratutto dove era situata quella nuova base di cui parlava?
Aveva troppe idee per la testa.Si accasciò sulle ginocchia e poi cadde con un tonfo secco a terra.Quando delle urla chiamarono il suo nome -THOMAS!THOMAS!Dai non fare la testa puzzona e svegliati.Giuro che se non ti svegli in questo preciso istante chiamo Gally con un secchio pieno di acqua gelata e te la butto tutta in faccia-
Era Minho ,e come al solito era lui quello che doveva svegliare Thomas.All'ultimo urlo di Minho,il ragazzo si alzò di scatto e andò a sbattere con la testa sul naso del povero malcapitato che cominciò a imprecare.Thomas corse da lui per aiutarlo a rialzarsi e poi notò che ciò che aveva appena vissuto era solo un sogno,un sogno premonitore forse...
-Sei una faccia di caspio!Comunque ti sono venuto a svegliare perchè una ragazza è venuta sopra una berga a portarci non so cosa..- disse lui massaggiandosi delicatamente la parte colpita.Thomas si diresse verso di lei...
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Please Tommy,Please!
Fantasy"Questo mondo è troppo crudele per te,ma non posso negare che mi manchi. Sai... avrei dovuto prenderti,salvarti, o almeno farti avere quel barlume di speranza anche poco prima di morire.Avrei dovuto lottare per te, per noi, e l'unica cosa che sono r...