|| Salvate la mia Radio||
|Save my Radio|Storia di: Christine O'Neil
Data di pubblicazione: 25 Aprile 2019
Titolo originale: The Living History Project
Parole: 3081
_______________________________________Una cosa che ho sempre detestato nel mio mestiere di insegnante di Storia delle scuole medie, sono i tipici proggetti scolastici dal titolo "Storia Vivente" un compito che do verso la fine di ogni anno scolastico. Gli alunni devono riunirsi insieme a nonni, zii, prozii o anche genitori, per intervistarli riguardo a loro memorie o ricordi di vecchia epoca, registrandoli in video o in audio per poi tramandarli ai giorni nostri.
Lo faccio da diciassette anni e ormai la speranza che i loro proggetti possano risultare meno banali e noiosi del solito viene smentita dalla valutazione. La classe dove insegnai quest'anno non era stata particolarmente brillante e le probabilitá di un compito migliore dell'altro erano molto basse sin dal principio.
Dopo il momento di consegna me ne tornai a casa e mi prepararmi una bella tazza di caffè dato che avrei affrontato una lunga nottata valutando ogni singolo contenuto dei diversi proggetti dei miei alunni. Erano colmi di frasi del tipo: "Avevo solo due paia di scarpe alla tua etá" o "Mio fratello venne picchiato dopo aver rotto una finestra del vicino di casa con una palla da baseball", ma la cosa peggiore era che alcune registrazioni stracolmavano di battutine razziste e sessiste dell'epoca alla quale potevi solo ridere.
Avevo un'alunna nella mia classe, il suo nome era Olga, una ragazzina molto bassa di altezza e di corporatura abbastanza robusta, mostrava un carattere calmo e sereno ma non si dimostrava la prima della classe, anzi tutto il contrario ad essere sincero, mi sarei aspettato che il suo progetto fosse stato insignificante... ed forse è per questo che rimasi davvero turbato da ciò che ascoltai quella notte.
Olga, per qualche sua ragione, mi aveva consegnato due dischi separati, allora iniziai ad ascoltare il primo che era contrassegnato come 'Intervista', ci volle un po' per il mio computer mettere a fuoco l'immagine sgranata di un piccolo salotto, Olga era rannicchiata su un divano e stingeva a se un piccolo quaderno, sembrava che avesse un'espressione terrorizzata da come la guardai. Vicino a lei c'era un vecchio uomo, aveva un'espressione fredda e teneva in bocca una sigaretta, la stava guardando, forse in attesa di istruzioni su ciò che doveva fare.
-"Vai avanti sù Olga!"
Si sentì bisbigliare una voce femminile da dietro la telecamera, sicuramente era sua madre, gli occhi di Olga si illuminarono verso lo schermo e poi verso l'uomo.
-"...Sono qui assieme a mio zio Steven, oggi ci racconterà alcuni suoi ricordi ed esperienze vissute nell'esercito dove ha fatto servizio in quei anni"
Notai l'espressione seccata di suo zio, sembrava che in quel momento avrebbe preferito essere di nuovo in trincea invece che essere lì, davanti a una telecamera, aspettò finché non iniziarono le domande.
La piccola Olga iniziò da quelle classiche, tipo quelle che avevo suggerito agli studenti poco prima di iniziare il lavoro, però rimasi incuriosito quando poi la ragazzina posò vicino a se il quaderno e chiese allo zio:-"Ti è piaciuto stare nell'esercito?"
Sarà stata una domanda un po' scomoda per lui e fuori dal copione, ma sarebbe stata interessante da ascoltare.
Lo zio Steven emise un profondo respiro, rantolante, tipico di un fumatore dipendente e rispose:-"No... Però, ora sono contento di essere stato all'estero"
Quando lui raccontò a Olga di essere stato nei Balcani pensai che forse dal suo proggetto sarebbe uscito qualcosa di buono per il suo rendimento scolastico, lei non aveva capito benissimo cosa fossero ma continuò con le domande, si sentì la donna bisbigliare qualcosa da dietro la telecamera per incoraggiare lo zio ad essere più dettagliato nelle risposte.
Olga chiese poi:
STAI LEGGENDO
COSE CHE NON SAI SU...(CREEPYPASTA🖤)
ParanormalAllooora, dato che io sono un'amante del paranormale, racconti dell'orrore, Creepypasta e leggende metropolitane da quando ero più giovine, ho deciso di scrivere, raccontarvi o raccontare io stessa fatti accaduti sotto i miei stessi occhi. E quindi...