Louis non li stava davvero ascoltando. Era concentrato a guardare fuori, attraverso la grande vetrata della tavola calda in cui stavano consumando la loro colazione, che regalava ai clienti una vista dello splendido panorama newyorkese. Osservava i candidi fiocchi di neve che scendevano placidamente dal cielo e si posavano con dolcezza sul suolo già completamente innevato delle grandi strade gremite di persone che s’affrettavano a raggiungere la loro abituale destinazione. Aveva sempre amato la neve, lui. Non era riuscito mai a spiegarsene il motivo ma non credeva che fosse davvero così rilevante scoprirlo, dopotutto. Un sorriso appena accennato gli spuntò sulle labbra al ricordo della sera precedente. Lui ed Harry avevano deciso di guardare Love Actually per l’ennesima volta - era stato il riccio, in realtà, a pregarlo. E lui non aveva potuto rifiutare davanti all’adorabile espressione da cane bastonato che metteva su ogni qualvolta cercava di convincere qualcuno. - ed erano finiti per addormentarsi nel grande letto della sua camera d’albergo ancora con le scarpe ai piedi, una coperta leggera a coprirli e i loro corpi stretti in un abbraccio soffocante. Sebbene non fosse la sua stagione preferita, probabilmente, si disse riflettendoci, amava l’inverno soprattutto quando trascorreva il tempo raggomitolato tra le braccia calde, lunghe e forti di Harry. Anche se per Louis ogni scusa era buona per toccare il riccio, - in tutti periodi dell’anno, caldi o freddi che fossero - intenzionalmente o solo con dei gesti apparentemente del tutto casuali, il freddo diventava il suo complice perfetto durante quella stagione. Harry non era un tipo molto freddoloso, a differenza sua, per cui, dopo tutto quel tempo, aveva imparato perfettamente come comportarsi in situazioni del genere e, ormai, Lou non doveva neanche più richiederlo. Bastava un’occhiata rapida per farsi capire e ottenere l’abbraccio che voleva per stringerlo il più vicino possibile a sé, crogiolandosi nel tepore che scaturiva quel contatto e inspirando l’odore della sua pelle - era certo che sapesse di vaniglia e shampoo alla fragola - per cui impazziva, letteralmente.
Alla fin fine, comunque, tra di loro era sempre stato così. Non avevano bisogno di alcuna parola poiché erano i loro occhi a comunicare prima ancora che potessero anche solo formulare una frase o pensiero coerente. E lui, dopo anni, ancora si stupiva del fatto che fossero arrivati a capirsi a quel modo. In realtà, però, non riusciva a ricordare un unico momento in cui non si fossero trovati così in sintonia. Lo erano stati fin da subito, persino la prima volta che s’ incontrarono per caso al concerto dei The Scripts, tre anni prima di X Factor.
Era propenso a credere seriamente che fossero in possesso di qualche abilità extrasensoriale perché, a volte, - sempre, in verità, se si vuole essere precisi - era come se riuscissero a sentire i pensieri dell’altro. Per non parlare di quando s’accorgeva di muoversi nell’esatto istante e allo stesso identico modo di Harry. Era un qualcosa di surreale, che rasentava quasi il sovrannaturale.
Ma Louis lo adorava perché amava pensare - per non dire che ne fosse fermamente convinto - che lui ed Harry fossero anime gemelle, che condividessero quel famoso filo rosso del fato, che fossero destinati a conoscersi e ad amarsi sin dal giorno della loro nascita. A quelle riflessioni non riuscì a trattenere un sorriso luminoso, rammentando ancora le immagini della sera precedente e si costrinse a sorseggiare il suo solito tè mattutino per evitare di ridacchiare come una quindicenne totalmente fusa alle prese con la sua prima vera cotta. Anche se, in effetti, si sentiva ancora esattamente in quel modo.
- Lou, datti una mossa. Dobbiamo essere allo studio per le 9.00. Piantala di sorridere come un deficiente. - lo riprese Liam con un sopracciglio alzato, roteando gli occhi con fare teatralmente esasperato.
- E a Niall non lo dici di darsi una mossa? Ha mangiato, come minimo, un centinaio di pancake, ha avuto il coraggio di ordinare anche un piatto di bacon e uova strapazzate e adesso si sta ancora abbuffando di cioccolata! - sbuffò Louis, senza riuscire ad infastidirsi sul serio e spegnere il sorriso, mentre gli altri ridacchiavano tranquillamente a quello scambio di battute.
- Non mi trascinate nei vostri affari. Io mi limito a mangiare. - fece il biondo senza premunirsi di ingurgitare prima di aprire la bocca.
- Sei disgustoso. - esclamò Louis scuotendo appena la testa e alzando gli occhi al cielo.
- Peggio di Ron Weasley. - rincarò Zayn alzando gli angoli della bocca fino a formare un sorrisetto sfacciato.
- State zitti, voi. Sono un uomo e ho bisogno di mangiare per tenermi in forze. Piuttosto, voi se continuerete a limitare i vostri pasti in questo modo scommetto che finirete col diventare pelle e ossa. - per sottolineare il concetto Niall indicò i loro piatti intatti per metà prima di continuare tranquillamente ad ingurgitare cibo.
- Non tutti sono dei pozzi senza fondo come te, Nì. - aggiunse Harry dopo aver finito di bere il suo cappuccino, mostrando un sorriso smagliante accompagnato dalle sue solite fossette.
Louis si ritrovò a fissarlo con un espressione da ebete, pensando a quanto fosse meraviglioso, a quanto adorasse quelle adorabili fossette, a quanto avrebbe voluto leccargli via la scia di schiuma che gli era rimasta sulle labbra.
- Che succede, Lou? Ho qualcosa sulla faccia?
Il mormorio di Harry lo fece ridestare. Lanciò uno sguardo rapido agli amici e notò che avevano cominciato a prendersi in giro tra di loro. Approfittò del loro momento di distrazione, non prima di essersi guardato intorno alla ricerca di sguardi indiscreti, e fu sollevato quando non ne trovò nessuno. Quelle grandi labbra gli stavano gridando, anzi, lo stavano letteralmente pregando di farle proprie e non riuscì a trattenersi oltre. Ne aveva bisogno in quel preciso istante o, lo sapeva, sarebbe potuto impazzire da un momento all’altro.
In più aveva una scusa più che valida da poter utilizzare in sua difesa, no?
Poggiò sul tavolo la tazza in cui c’era ancora una buona parte del suo tè e si sporse oltre il tavolo, allungando il collo e raggiungendo le labbra di Harry che stava seduto di fronte a lui. Gli leccò via la schiuma e poi, ad occhi socchiusi, premette le labbra sulle sue in un bacio casto. Si staccò quasi subito, mordendosi l’interno della guancia. Fece per ritornare a sedersi compostamente ma Harry gli impedì di farlo, rubandogli un altro bacio, tendendosi appena verso di lui. Louis schiuse la bocca e approfondirono quel dolce contatto, abbassando lentamente le palpebre, facendo scontrare le loro lingue e mordendo leggermente le labbra.
- Che carini. - si fece scappare Liam con un tono fin troppo intenerito.
- Siete disgustosamente sdolcinati. - aggiunse in un borbottio divertito il biondino.
- Volete ritornare in camera? Vi copriamo, non c’è problema. - li prese in giro Zayn sogghignando e ammiccando.
- Guastafeste del cavolo.
Louis mugugnò infastidito sulle labbra del riccio prima di schioccargli un altro bacio a stampo e ritornare a sedersi al suo posto. Harry, invece, aveva fatto comparire quel sorriso a trentadue denti che coinvolgeva totalmente anche i suoi grandi occhi verdi che, a volte, sembravano ricordare quelli di un cerbiatto. Quel sorriso che rivolgeva, da sempre, solo e soltanto a Louis. Quest’ultimo si ritrovò a ricambiare senza neanche accorgersene, annegando nelle iridi smeraldine dell’altro, non trovandovi altro che amore puro e lampante.
- Dio, quanto ti amo.
Ops. L’aveva detto ad alta voce, non è vero? Arrossì di botto, distogliendo lo sguardo dal suo fidanzato, imbarazzato dai risolini divertiti dei suoi migliori amici.
- Lou. - lo chiamò Harry guardandolo con uno sguardo infuocato, mordicchiandosi il labbro inferiore con insistenza. Si ritrovò a deglutire rumorosamente, ignorando i brividi che gli avevano appena percorso la spina dorsale.
- Si, Haz?
- Ti amo e voglio un altro bacio.
- Risparmiateci l’agonia, vi prego. - scherzò Niall fingendosi disgustato.
- Girati dall’altra parte e non rompere, Nì. - gli disse Harry arricciando appena le labbra.
- Vieni qui, tu!
Louis s’era già sporto di nuovo verso di lui, annullando la distanza che li separava e posando le labbra sulle sue con gli occhi chiusi. Si separarono dopo attimi che sembrarono eterni, senza riuscire a staccarsi gli occhi di dosso.
- Su, andiamocene prima che possiate dare altro spettacolo. - li riprese a quel punto Liam, guardandosi intorno con aria leggermente preoccupata. Dopotutto, erano pur sempre in un luogo pubblico e, in teoria, per la stampa e i fans Louis era "ufficialmente fidanzato" con Eleanor Calder. Nessuno, però, sembrava aver badato a loro cinque e di questo Liam ne fu rincuorato. - Non possiamo alimentare di nuovo il gossip sui Larry, lo sapete.
Harry abbassò lo sguardo, rattristandosi, mentre seguiva a capo chino i ragazzi che si erano avviati fuori mentre Liam si stava occupando di lasciare i soldi alla cameriera. Louis se ne accorse subito, dato che a quel pensiero anche lui s’era rabbuiato. Quello della sua copertura, del management e della libertà di amarsi davanti a tutti era un tasto dolente per loro. Lo era sempre stato. Così gli si avvicinò, incurante di trovarsi sul marciapiede alla mercé di chiunque, mentre aspettavano l’auto che avrebbe dovuto scortarli allo studio. Dopotutto, in pubblico, loro continuavano ad apparire solo e soltanto migliori amici. O meglio, c’era una generosa fazione di loro fans - oltre ad una larga fascia di loro colleghi e amici che conoscevano perfettamente la reale situazione dei fatti - che era riuscita a decifrare i loro sguardi, i loro gesti e abbracci. Si autodefinivano Larry Shippers poiché avevano soprannominato la loro coppia “Larry Stylinson”, dall’unione dei loro nomi e cognomi. All’inizio, quando il management gli permetteva di fare ciò che volevano, adoravano alimentare quei rumors perché, oltre a rispecchiare la pura realtà, era magnifico vedere milioni di ragazzi capire e credere fermamente nel loro amore. Ma poi qualcosa era cambiato ed erano stati costretti ad allontanarsi, almeno in apparenza, a nascondere loro stessi. Il loro rapporto ne aveva risentito molto, sebbene i loro sentimenti non fossero stati nemmeno scalfiti, ma nessuno dei due aveva avuto la voglia di mollare. Ancora tutt’ora continuavano a combattere per loro, per poter stare insieme, per amarsi liberamente nonostante la loro relazione dovesse restare un segreto. Faceva male, ad entrambi. Faceva fottutamente male. Ma Louis non riuscirebbe neanche a respirare senza Harry. Preferirebbe morire, piuttosto. Ed Harry, a sua volta, non sarebbe in grado di vivere senza di lui. Per questo continuavano a seguire le direttive della loro casa discografica senza protestare più così tanto. Per questo avevano accettato quella situazione. Perché si amavano. Perché erano anime gemelle. Perché sarebbero capaci di arrivare al suicidio piuttosto che vivere in un mondo senza l’altro al proprio fianco.
- Ehi. - gli sussurrò, stringendogli la spalla e aumentando ancora di più la presa nel vedere i suoi occhi lucidi. Si sentiva così impotente e si odiava per questo. Non avrebbe mai voluto che lui soffrisse ma, nell'ultimo periodo, sembrava tutto stesse andando contro di loro ogni fottutissima volta.
- Mi dispiace, Boo.
Louis lo guardò interrogativamente ma non riuscì a chiedergli nulla visto che Harry aveva già sepolto il viso nell’incavo del suo collo, curvando la schiena perché era molto più alto rispetto a lui, e avvolgendolo nel grande cappotto nero senza togliere le mani dalle tasche. Il castano si limitò a stringerlo a sua volta, poggiando la fronte sulla sua spalla e circondandogli la vita con entrambe le braccia da dentro la giacca. Lo sentì tirare su col naso, singhiozzando appena.
- Ehi, sunshine. - ripeté in un sussurro, sentendosi malissimo a sua volta mentre avvertiva il collo del suo maglioncino inumidirsi a causa delle sue calde lacrime.
- Mi dispiace. Ultimamente non faccio altro che frignare come una ragazzina. - borbottò il riccio lasciandosi scappare una piccola risata tra un singhiozzo e l’altro. Louis notò che i ragazzi li stavano osservando con palese preoccupazione ma non disse nulla. Doveva assolutamente far calmare il suo fidanzato.
- Harry…
- Prima, quando Liam ci ha detto di non dare troppo spettacolo per stare alla larga dai rumors mi sono ricordato che sarà lei ad accompagnarti al matrimonio di Jay domani solo per quelle dannatissime foto. - gli spiegò, respirando a fondo, senza accennare a volersi staccare ancora da lui.
- Ma di che parli? Ci sarai anche tu, Haz. Voglio che sia tu ad accompagnarmi, pensavo fosse ovvio. Farò quelle stramaledette foto con Eleanor per accontentare quegli idioti e poi ritornerò subito da te, come sempre. E’ una promessa. - fece una pausa, stringendolo il più possibile a sé. Voleva fargli capire che niente e nessuno avrebbe potuto divederli. Voleva fargli capire che lui era la persona più importante della sua vita, nonostante glielo avesse ribadito, come minimo, almeno un centinaio di volte. Voleva fargli capire che Eleanor non era niente per lui, che lo amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, che avrebbe fatto di tutto per il suo piccolo Harry. Il suo piccolo gigante Hazza.
- E, poi, non dimentichiamoci la mamma… “ io voglio avere il futuro marito del mio piccolo Boobear sull’album di nozze e non la sua copertura.”
Aggiunse imitando il tono di voce di sua madre, scimmiottandola giocosamente, sperando di far sorridere il riccio almeno un po’. Funzionò e si sentì immensamente sollevato quando Harry sollevò il capo per guardarlo, sorridendo con tanto di fossette nonostante avesse appena finito di piangere.
- Tua madre è meravigliosa, Boobear. - glielo disse persino ridacchiando e Louis avvertì il suo cuore accelerare improvvisamente alla vista di quel sorriso a pochi centimetri dal suo viso. Non riuscì ad impedirsi di arrossire e sospirare come una ragazzina in preda agli ormoni.
- Dio, quanto ti amo. Ti amo come se non ci fosse un domani, Harry Styles. Ti sposerei qui e adesso, al diavolo tutto.
- Lou?
L’aveva detto di nuovo ad alta voce? Ops.
- Lo sai che esiste un filtro per i pensieri? Dovresti usarlo più spesso. - lo canzonò il riccio, ridacchiando mentre gli sfiorava la guancia con le dita lunghe e affusolate. Lou deglutì mentre il suo sguardo si soffermava sui suoi candidi incisivi che stavano mordicchiando insistentemente il labbro inferiore rosso e carnoso.
- Vorrà dire che non ti dirò più certe cose. - scherzò lui, fingendosi offeso.
Harry spalancò gli occhi, scuotendo la testa freneticamente mentre gli afferrava il viso con entrambe le mani. Louis dovette trattenere a stento una risata.
- Non ci provare, sai? Ho bisogno di sentirtelo dire, Lou. Voglio che tu mi ripeta fino allo sfinimento che vorresti sposarmi, che mi dimostri perennemente che mi ami. Anche se sono quattro anni che stiamo insieme e capisco perfettamente cosa provi con un solo sguardo, ho ancora la fottuta paura che un giorno possa svegliarmi e rendermi conto che tutto questo è stato solo un sogno.
- Non è un sogno, Haz. - lo tranquillizzò lui con un sorriso.
- Lo so…è che…a volte mi sembra troppo per essere vero. - farfugliò il riccio imbarazzato, ricominciando a torturarsi le labbra con i denti.
- Anche io, qualche volta, ho lo stesso timore ma lo so perfettamente che tutto questo è reale e sai perchè? Lo so perché ti amo e sei qui con me. Lo so perché ci obbligano a nascondere i nostri sentimenti in pubblico e questo ci distrugge. Quello che sentiamo è così dannatamente reale da riuscire a lasciarmi senza fiato, capisci? Lo so perché non voglio perderti e stiamo lottando per restare insieme giorno dopo giorno. Lo so perché ti amo e lo farò fino alla fine dei miei giorni.
Harry lo guardò con sorpresa, sentendosi lusingato e pensando di non meritarsi niente di tutto quello. Louis Tomlinson era la persona migliore che avesse mai conosciuto e lui, di certo, non se lo meritava ma, egoista com’era, non l’avrebbe lasciato a nessuno. Perché era suo. Perché lo amava terribilmente. Perché lui aveva imparato ad amarlo come nessuno aveva mai fatto prima.
- Continuerai ad amarmi? Anche quando non saremo più in grado di ricordare? Anche quando la nostra pelle diventerà secca e rugosa e i nostri tatuaggi sbiadiranno? Anche dopo tutto questo tempo continuerai ad amarmi, Lou?
- Sempre. Ti amerò sempre, Harry.
Ed era questo ciò che Harry aveva un disperato bisogno di udire. Aveva un maledetto bisogno di certezze, molte di più di quante già ne possedesse. Perché aveva paura di perdere la persona più importante, quella indispensabile per la sua sopravvivenza. Perché sentiva che tutti volessero rubargli il suo Boo, che volessero portargli via il suo cuore, lontano anni luce da lui. Ma quando era con Louis era come se tutte le preoccupazioni scivolassero lentamente via dalla sua testa. Harry sentiva di poter scalare anche la vetta più alta del mondo se solo avesse avuto Louis William Tomlinson al suo fianco. Gli era vitale, più dell’aria o dell’acqua. Persino più delle sue banane - perché lui, le banane, le amava con tutto sé stesso - e di sua madre, Anne. Sapeva che non fosse una bella cosa da dire ma lui era consapevole del fatto che, senza sua madre, sarebbe riuscito ad andare avanti. Ci starebbe stato male più di ogni altra cosa ma poi si sarebbe rialzato e avrebbe continuato con la sua vita cercando di non dimenticare mai i suoi insegnamenti, il suo viso e le sue parole. Ci sarebbe stato Louis, poi, al suo fianco e il dolore sarebbe stato meno difficile da sopportare. Ma senza il suo ragazzo, invece, non riusciva neanche a pensarci di poter sopravvivere. Lo avrebbe seguito ovunque, persino nella morte. Perché una vita senza di lui sarebbe stata vuota e priva di qualsiasi senso. Lo amava troppo per lasciarlo andare. Apparteneva ad Harry e a nessun altro, come lui stesso apparteneva a Louis.
- Ehi, piccioncini! Dobbiamo andare.
La voce di Liam riuscì a ridestarli. Sciolsero lentamente l’abbraccio di poco prima e intrecciando le loro mani nella tasca del grande giaccone di Harry, raggiunsero i loro migliori amici che s’accingevano ad entrare in una Mercedes Benz Sprinter 315 Luxury grigia metallizzata con i finestrini scuri. Si sorrisero, poi, continuando a stringere le loro mani, alla ricerca di quella forza che avrebbero potuto ricevere solo dall’altro. Dopotutto si amavano e avrebbero superato insieme ogni cosa, come sempre avevano fatto sin dal primo istante.
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I'll always love you [Larry Stylinson]
Teen FictionLouis non li stava davvero ascoltando. Era concentrato a guardare fuori, attraverso la grande vetrata della tavola calda in cui stavano consumando la loro colazione, che regalava ai clienti una vista dello splendido panorama newyorkese. [...] Aveva...