L'Aria era stranamente fresca. Non so perché ma ebbi la sensazione di non aver mai respirato prima per quanto l'aria era dolce, in seguito capì il motivo di tutto questo. Il cinguettio di alcuni uccelli aleggiava nell'aria e una brezza calda e rinfrescante mi svegliava da un torpore che mi attanagliava evidentemente da molto tempo. Quando aprì gli occhi mi resi conto di essere all'aria aperta su un piccolo promontorio. Dapprima non mi resi conto di dove fossi, quindi cominciai a guardarmi attorno e notai da subito alcune cose: il piccolo appezzamento in cui mi trovavo non misurava che qualche miglio ed era contornato di alte erbe lussureggianti. Alberi dal largo tronco davano un ché di fiabesco al paesaggio, alberi secolari evidentemente. Piccole anatre dal becco lungo attraversavano placidamente il cielo di un blu splendente. Da un lato potevo vedere subito il mare, così intuì che oltre quel dislivello vi era un crepaccio poco profondo, mentre dal lato opposto vi era un alto monte che dominava la zona. Orientandomi con il sole pensai fosse importante esplorare la zona. Mi ricordavo questo posto ma non riuscivo ad afferrare quel ricordo appieno, come nessun altro ricordo d'altronde. Mi sembrava tutto surreale, le sensazioni, il tocco dell'erba. Tutto era molto piacevole.
Decisi che era venuto il momento di alzarsi e così, con un po'di stupore mi misi in piedi molto velocemente e senza sforzi notevoli; sembrava tutto molto strano ma non ne comprendevo il motivo. Spinto dall'istinto mi avvicinai al crepaccio che dava sul mare. Ero attirato dall'acqua come un bambino che è attirato dai dolci. "Mi piace il mare, lo adoro, forse l'ho sempre amato" pensai. Arrivai all'orlo del crepaccio e, con mia grande sorpresa, vidi uno spettacolo incredibile: gli scogli erano ricolmi di diverse navi incagliate e erose dai flutti e dal tempo. Di molte navi non rimanevano che lo scheletro, mentre gli alberi erano spezzati in più parti e disseminati tra i vasti scogli acuminati. Erano lì da molto tempo, ed era evidente dallo stato del legno e dalla distruzione in quella piccola baia che i flutti, pur essendo deboli a causa dei numerosi scogli, erano lì da anni, decenni se non secoli. Il legno in più punti era calcificato e la bassa marea metteva a nudo ampi banchi di alghe e muschi attaccati alla carena di alcune navi. Doveva essere stata una flotta imponente per lasciare una simile traccia in quel luogo. Tornai sui miei passi quando all'improvviso scene di guerra e di Odio e di battaglie si riversavano nella mia mente come un torrente in piena. Mi sentivo sopraffatto da tutto questo che mi inginocchiai. Non capivo se il protagonista di quei ricordi fossi io, ma capì che ero legato all'episodio delle navi. "Sono un Naufrago? Sono un soldato? Chi sono? Non ricordo nemmeno il mio nome." Pensai tra me e me. Non riuscivo a comprendere come potessi essere lì, e soprattutto come tutti quei sentimenti così forti e negativi mi possedessero. Passai qualche altro minuto in profonda riflessione, un po' nauseato da quell'insieme di nuove rivelazioni che mi si erano riproposte. Cercavo di ricordare altro quando a un tratto mi resi conto di avere fame, così mi alzai e mi incamminai verso la brughiera, alle pendici del monte.La brughiera era ricolma di verde vegetazione, non sembrava ci fosse altro che verde ovunque l'occhio arrivasse. Piccoli uccelli dai colori variopinti sorvolavano gli immensi spazi in direzione di chissà quale altro posto in cerca sicuramente di qualcosa da mangiare per i loro piccoli. Mi decisi a seguirli, e presi la loro stessa direzione, avventurandomi sotto ampie querce e splendidi alberi del pane. Non dovetti camminare molto prima di incontrare alberi da frutto, ce n'erano di ogni tipo: alberi di avocado, manghi, papaya, e alberi della carambola, conosciuti anche come "star fruit", per via della caratteristica forma che assume una volta tagliato a fette. Inoltratomi ancora trovai dei banani, cocchi e decisi di fare colazione con una ricca macedonia di frutta esotica, raccogliendo qua e là frutti coloratissimi e maturi. Dopo aver mangiato, mi resi conto che ero completamente solo e questo mi spavento'. Un terrore travolgente mi prese allo stomaco, il terrore di essere solo con me stesso, un me stesso che neanche conoscevo, terrore di quello mi che mi circondava, il terrore di morire. Presi a correre disperatamente. Dietro ogni cespuglio vedevo un ombra, dietro ogni albero la mia immaginazione ormai fuori controllo vedeva un nemico. Caddi inciampando in delle radici e sbattei violentemente la testa. Svenni. Passò un po' prima di riavermi dall'urto. Quando mi rialzai percepì di non essere solo ma prima di riprendere la corsa una voce tuonante disse: "Calma, calma, respira profondamente, sono qui per aiutarti."
Non vidi nessuna presenza ma la voce aveva un profondo effetto lenitivo sul mio animo terrorizzato. Passarono minuti in cui rimasi immobile, guardandomi attorno. Respiravo soltanto, e il suono del mio respiro diventava assordante di minuto in minuto. Quando fui completamente calmo un uomo di mezza età, dagli occhi verdi e capelli neri e mossi comparve davanti a me, sorridendomi amabilmente. Indossava una lunga veste bianca, pochi bracciali dorati e scarpe colorate che non avevo mai visto. D'un tratto la mia paura e il mio terrore sì dissolsero, e l'uomo rivolgendosi a me con un grande sorriso, mi trasmise tutta la sua comprensione dicendomi: "Tranquillo amico, non hai nulla da temere. Se desideri seguirmi abbiamo molto di cui parlare. Prenditi qualche minuto per riprendere il controllo, hai una brutta ferita alla nuca."
Anche se l'Uomo mi ispirava fiducia, dubitai e rimasi sulla difensiva, forse per abitudine, forse perché pensavo fosse un allucinazione dovuta alla botta in testa.
"Chi sei e da dove vieni?" Chiesi.
"Da dove vengo è un po' complicato.. Mi chiamo Isaac, piacere Jonathan."
Ma certo il mio nome era Jonathan, come avevo fatto a dimenticarlo?
"Come sai il mio nome?"
"In realtà io so tutto di te." Disse l'uomo senza abbandonare il suo sorriso amabile e coinvolgente.
Mi ritrovai a sorridere anche io osservandolo, e dissi, abbandonato ormai ogni difesa d'altronde inutilmente alzata: "Bene perché io non so niente di me stesso, ti seguirò ovunque vuoi che vada allora."
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Cronache dal Nuovo Mondo
Science FictionUn dramma socio politico ambientato in una società utopica e perfetta. Persone morte in un arco di tempo storico molto lungo verranno riportate in vita assieme alle loro memorie, la loro storia e la loro cultura. Un sistema celeste governa la terra...