[2] Occhi verdi in occhi verdi

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Kaylee:

«Kaylee svegliati!» una pressione martellante sulla spalla mi percuote svegliando il mio fantastico cervello da un sonno profondo.

Sto per prendere la persona che ha interrotto il mio stato dormiente per scaraventarla a terra e strozzarla finché non le sia concesso un ultimo respiro, prima di una fatale frase tipo "non ho fatto nulla di male", ma dopo aver sbattuto più volte le palpebre vedo i capelli scarlatti di Mabel ricadermi sugli occhi.

«Respiri ancora solo perché sei mia sorella.» sposto la coperta a malavoglia tirandole uno sguardo incazzato.

«Inizia a vestirti che dobbiamo andare a scuola a piedi e non sappiamo ancora dove si trovi di preciso.» ignora apertamente la mia minaccia mancata avvertendomi della precedente informazione.

«Hanno inventato Google-Maps per un motivo sorellina.» dico mentre lei esce dalla mia stanza per andare a cambiarsi nella sua.

«Mi perdo di più con quello che a far da sola» risponde ironica.

Alzo gli occhi al cielo, facendomi scappare una risata e tiro fuori gli indumenti che andrò ad indossare.

Una t-shirt tagliata in modo da far vedere il top classico di Calvin-Klein nero, dei Jeans Jogger militari con una catena sul fianco e delle Air Jordan bianche e nere. Mi spazzolo i capelli biondi davanti allo specchio e di fianco a me Mabel si mette i suoi amati orecchini a cerchio argento, un tocco di eleganza alla sua tuta nera e il top bianco semplice, abbinati alle Air-Max 97.

Prima di partire ci facciamo lascio che Mabel prepari un caffè americano, uno schifo in confronto alla bontà a cui siamo state abituate in Italia.

Uscite di casa seguiamo dei cartelli appostati di qua e di là come indicazioni per la scuola.

«Manca ancora tanto?» mi lamento quando ormai abbiamo oltrepassato il terzo segnale. 

«Non è una metropoli questa cittadina, non penso manchi molto» fa un sospiro esasperata dalla mia pigrizia.

«Che palle, ma prendere una casa più vicina alla scuola?» insisto sbuffando.

«Kaylee» mi interrompe Mabel fermandosi «la scuola è lì» indica la struttura azzurrina. Mi fermo anche io fissandola, cercando una scusa qualsiasi.

«E entriamo allora» la trascino oltrepassando i gradoni di cemento, che portano all'entrata principale.

Diversi studenti bighellonano sulle pareti dei corridoi. Chi appoggiato agli armadietti, chi si limona appoggiato alla parete, chi sta da solo seduto sul pavimento, qualcuno per leggersi un buon libro, qualcuno per dare l'impressione di essere intelligente fissando un punto a caso dell'oggetto aperto.

Percorriamo il corridoio fino a dove troviamo l'ufficio del preside per avere l'orario e per farci fare il giro della scuola come studentesse dell'exchange.

Mabel bussa delicata la porta di legno e, quella che immagino sia la voce della preside, risponde «Avanti!».

All'interno della stanza angusta osservo la scrivania sommersa di documenti sparsi e varie librerie color panna sulle pareti. Ci viene dato il benvenuto e due foglietti con i nostri orari. Nella richiesta avevo aggiunto di farmi seguire i corsi di Chimica e Biologia, da amante delle materie scientifiche. Mi ha sempre affascinato il mondo della scienza, perché da definizione reale. Ho sempre i piedi per terra e studiare ciò che c'è di vero non fa altro che ampliare la mia voglia di sapere le verità della natura, al contrario di Mabel che si taglierebbe un braccio piuttosto di fare un'ora di chimica. Lei preferisce corsi come letteratura o storia, per vagare un po' nella fantasia, perché si sa, non tutto ciò che raccontano nei libri di storia è realtà.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 08, 2020 ⏰

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