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-Vado a scuola!- grido a mio fratello mentre scendo le scale.

La porta della sua stanza si apre: -In bocca al lupo!-

Io e mio fratello ci siamo trasferiti dall'Olanda in California dopo la morte dei nostri genitori. Erano dei mafiosi e sono stati uccisi. Mio fratello ha ventisei anni mentre io diciassette: la morte dei miei genitori non mi ha affatto cambiata, anzi, da un lato sono felice di quanto accaduto.

La scuola che andrò a frequentare si chiama South High: la preside è un agente della CIA, mentre suo marito è il direttore di un'agenzia chiamata A.S.P.E. Non ho la più pallida idea di cosa significhi questo acronimo, l'unica cosa che so, e che loro mi terranno informata circa i lavori dei miei genitori. Noi siamo i Baker, i mafiosi più pericolosi dell'Olanda. Beh, lo eravamo. Con John abbiamo deciso di allontanarci da quella vita e cominciare da capo. Ma la nostra famiglia continua a cercarci, chiamandoci traditori. Vogliono che torniamo in Olanda per unirci a loro. O forse, vogliono ucciderci perchè li abbiamo abbandonati.

Ma per fortuna, loro non sanno dove siamo. Vogliamo solo prendere in mano le nostre vite ed essere felici. John ha conosciuto una ragazza, che si è rivelata essere una nostra vicina di casa. Non mi piace molto giudicare le persone, ma a pelle riesco a capire quale persona è buona e quale no. Zoe rende felice mio fratello e per questo, mi sta già simpatica.

Vivo in un quartiere circondato da enormi ville. Purtroppo però, le persone non fanno altro che guardarmi dall'alto in basso, perchè non sono come loro: non indosso vestiti firmati, scarpe di cristallo. Sono la tipica ragazza che indossa la prima cosa che trovo nell'armadio. L'unico insegnamento che ho ricevuto da mia madre, è quello di essere sempre educata e avere un portamento aggraziato: di fronte ai suoi 'colleghi' tendevo ad essere sgarbata, e lei non voleva che le facessi fare brutta figura, altrimenti sarebba stata 'espulsa' dalla banda.

Quando arrivo a scuola con la mia auto, tutti cominciano a guardarmi e mormorare cose come 'E nuova' o 'La sua auto sarà stata rubata'. Ora, vi starete chiedendo che macchina abbia. Ho una Lamborghini che mi ha regalato mio padre quando compì sedici anni. E' molto veloce ed è rossa. Mi incammino verso l'entrata e cerco disperatamente la presidenza. Dopo aver svoltato corridoi ed essere entrata in un bagno dove due ragazzi stavano facendo sesso, decido di chiedere informazioni ad una ragazza ben vestita e dai capelli biondi.

-Scusami- sussurro alla ragazza che sta parlando con delle altre ragazze.

Quando si volta, il sorriso le muore sulle labbra: -E tu chi sei?- chiede, con una nota di disprezzo nella voce. La classica stronza della scuola.

Sto per ribattere, quando sento qualcuno posarmi una mano sulla spalla: mi giro e vedo una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi a mandorla.

-Sei nuova, vero?-

-Sì- rispondo timidamente. -Stavo solo cercando la presidenza, ma quella ragazza lì- dico, indicandola mentre ci allontaniamo dal gruppo -mi ha risposto male.-

-Posso aiutarti io, se vuoi- dice con un sorriso. Annuisco e cominciamo a camminare. -Sono Lee Chang. Vengo dalla Cina- dice, sfoderando un sorriso. -E non preoccuparti di quella puttana. E' come la classica stronza che incontri nei soliti film adolescenziali- spiega Lee.

-Io sono Karol Baker- mi presento. Ci fermiamo di fronte a una porta.

-Ci vediamo dopo allora!- Annuisco e vedo Lee allontanarsi lungo il corridoio. Busso piano alla porta e pochi secondi dopo si apre. Nella stanza c'è un ragazzo alto: i suoi capelli neri sono tirati su alla perfezione dal gel, indossa una felpa con il logo della scuola. Sono rapita.

-M... mi dispiace, non sapevo fosse occupata- balbetto imbarazzata.

-Non si preoccupi, il Signor Donovan se ne stava andando- dice la preide guardando il ragazzo. -Spero non si ripeta. Le lezioni non sono ancora iniziate e lei è già nel mio ufficio- sospira la preside. -Ora può andare, signor Caleb.-

Il ragazzo si avvicina a me e sussurra: -Così sei nuova? Buona fortuna con lei- dice, indicando con la testa la donna. Quando Caleb esce dalla stanza, comincio a innervosirmi.

-Avanti signorina Baker, si accomodi- mi incita la preside. Mi siedo e comincio a strofinarmi le mani. -Da quanto ho potuto vedere, il vostro trasferimento qui in California non ha portato problemi. L'agenzia di mio marito mi ha informata che la vostra famiglia non vi ha ancora localizzati.-

L'ansia che provavo fino a qualche momento fa comincia a dissolversi un pò. - E' una bellissima notizia- rispondo. Ora che ho la certezza che la nostra famiglia non sa di me e mio fratello, posso stare un pò più tranquilla.

-Devi solo stare attenta quando sei in giro. Ricorda: non è solo la tua famiglia a cercarti, ma anche i loro nemici.-

-Farò attenzione, anche se non esco spesso di casa. Non ho amici quì, quindi non sarà un problema.-

-Le persone della tua età devon pur avere un pò di vita sociale. Non c'è niente di male nell'uscire un pò. Devi solo stare attenta- sorride premurosa. -Quì c'è il tuo orario- dice e tira fuori dal cassetto della sua scrivania un foglio. -Tra poco suonerà la campanella, quindi- continua, prendendo un altro piccolo foglio -va a prendere i libri nel tuo armadietto.- La preside mi spiega che i numeri sono il codice per aprire il mio armadietto.

-Molte grazie, agente Queen.- Mi accompagna alla porta e mi abbraccia. Questa donna è davvero simpatica ed educata. Sembra essere molto dolce e comprensiva, cosa che mia madre non era affatto. Io e John abbiamo sempre odiato i nostri genitori: ci avranno anche lasciato un patrimonio da miliardi di dollari, ma l'unica cosa di cui avevamo bisogno era amore. Fortunatamente, io e mio fratello non siamo come i nostri genitori.

Cammino fino all'armadietto numero 57. Immetto il codice e vedo che ci sono davvero tanti libri. Dovrò ringraziare Lia più tardi.

-Che bello!- grida qualcuno. Mi volto e vedo che Lee saltella contenta intorno a me. -Il tuo armadietto è accanto al mio!- Apre il suo armadietto e resto senza parole: ha dei post-it tutti colorati appesi al suo interno e i suoi appunti sono sistemati in base alle varie materie.

-E' molto... creativo- dico sorridendo. Lei annuisce.

-Ammetti che vorresti avere l'armadietto come il mio- continua e mi da una gomitata scherzosa.

-Forse si, ma è anche molto utile.- Ridiamo e prendiamo i vari libri per le lezioni.

-Oh ma guarda, la ragazza nuova e la giapponesina che fanno amicizia.- Quella voce stridula la conosco fin troppo bene. Si avvicina a Lia: -Non ti sei stufata di andare in cerca di amici come una disperata?-

Mi fischiano le orecchie: -Lei non ti ha fatto niente!- grido, difendendo Lee. -E non è giapponese, viene dalla Cina.-

-Lascia stare Karol, falla parlare. Continuo a sperare che da cagna possa diventare una ragazza normale, ma sono 4 anni ormai che la vedo fare la troia ovunque.-

-Non ti azzardare a chiamarmi in quel modo: sembri un manga con quei brutti occhi a mandorla- ride la stronza.

-Beh, credo sia proprio ora di andare.- Prendo Lee a braccetto e guardo la ragazza. -Ah tesoro, hai un brufolo sulla fronte che sembra un vulcano. Attenta, o esploderà- dico, facendole l'occhiolino.

Mentre io e Lee andiamo in aula, sentiamo la gallinella piagnucolare: -Un brufolo! Paige, schiacciamelo subito!-


















Spazio autrice 🪐
Ciao! Abbiamo deciso di tornare a scrivere storie sulla mafia, visto che vi piacciono tanto! Spero che questa nuova storia possa appassionarvi come la precedente e ci fareste davvero felici se commentaste cosa ve ne pare del primo capitolo!

Figlia Della MafiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora