Immagino che i più appassionati lettori tra voi abbiano perfettamente presente quella sensazione unica e meravigliosa che ci assale quando si termina un libro che abbiamo adorato in particolar modo.
Quando, tra le tua mani, sfogli contro la tua volontà le ultime pagine e leggi le ultime frasi, sempre più in fretta, perché vuoi conoscere il finale, e poi sempre più piano, perché, in fin dei conti, non vuoi veramente che termini qui.
Non ti senti pronto/a a dire addio a quei personaggi che ti hanno fatto compagnia per lunghe ore, forse anche giorni di lettura, non osi nemmeno immaginare di doverli poi mettere da parte e dimenticartene, le pagine pigiate strette tra loro per non essere mai più aperte per anni.
Che fosse un libro di avventura, con i sogni e le imprese che evoca nella mente, così speciali perché diverse nell'immaginario ognuno secondo la propria fantasia; oppure un giallo, che coltiva in noi quella tensione che vorremmo liberare ma non siamo in grado di farlo fino alla fine, al fatidico "il vero colpevole, in realtà, è..." del detective di turno; oppure ancora un romanzo rosa, che ci coinvolge nei sentimenti dei protagonisti e ci fa innamorare delle parole e del frutto della fantasia dell'autore; e come questi tantissimi altri generi che non ho lo spazio di elencare, ma che rientrano tutti sotto la stessa definizione: libri. Opere. Capolavori secondo il gusto di ognuno.
E sappiamo che, per quanto doloroso possa essere chiudere per l'ultima volta la copertina, prima o poi, magari in un momento difficile o particolarmente noioso, ci torneranno in mente quelle storie, gli intrecci e le emozioni che ci hanno fatto provare, e, senza neanche notarlo, sorrideremo impercettibilmente, e andremo a sfogliare nei nostri ricordi le memorie di quelle parole nere su fogli bianchi, ingialliti dall'usura sì, ma impresse indelebilmente in noi.
