Mare in tempesta.

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Stava sbuffando, ormai era la terza volta che succedeva in pochi minuti, non voleva stare là dentro. Lo odiava.

Il bianco, lo stava infastidendo e tutto ciò che aveva attorno era bianco. Anche l'odore di disinfettante che inondava le sue narici era così tremendamente nauseante. Non voleva stare là dentro.

Voleva uscire immendiatamente da quell'ospedale.

La madre lo aveva costretto a trovarsi in quello spazio scomodo, secondo lei era passato troppo tempo dall'ultima volta che il biondo aveva fatto delle analisi per bene. Non voleva ritrovarsi il figlio con qualche problema.

Come diceva sempre lei, meglio prevenire che curare.

Il ragazzo dagli occhi castani si era lamentato per molto tempo, ma la donna non si era mai arresa e così era finito in ospedale, facendo prendere a quegli sconosciuti il suo sangue.

Sbuffò nuovamente, alla ricerca della madre. Eh sì, la sua amata mamma lavorava in quel posto freddo e dall'odore ripugnante. La stava aspettando da ben venti minuti ormai, e la cosa lo stava infastidendo un bel po'.

Girò lo sguardo alla ricerca della faccia familiare che vedeva sempre nella sua noiosa casa, per l'ennesima volta. Strinse gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che si trovava davanti e sospirò, finalmente, vide sua madre.

I lunghi capelli biondi, legati in una semplice coda alta, e gli occhiali posati delicatamente sul piccolo naso. Gli anni passavano ma la donna rimaneva sempre di una straordinaria bellezza, e il figlio aveva sicuramente ripreso da lei.

Vide un ragazzo vicino a lei, i capelli scuri e sistemati in piccole onde. Si avvicinò, andando a chiamare la madre, stufo di trovarsi all'interno di quelle spoglie e chiare mura.

I suoi passi erano veloci, non vedeva l'ora di andarsene, più si avvicinava, più notava chiaramente la figura accanto a quella che stava cercando fino a poco prima.

I capelli erano esattamente come li aveva visti da lontano, secondo il biondo dovevano essere davvero molto morbidi. Cadevano sulla fronte dolcemente, coprendoneglie una parte, Atsumu lo osservò bene, le ciocche di capelli coprivano due nei, perfettamente allineati.

Una piccola risata scappò dalle sue labbra, notando quei due segni sulla pelle dell'altro, il fatto che fossero così precisi era strano, ma per il ragazzo era stranamente affascinante.

Gli occhi neri, scuri come la pece, quegli occhi erano così profondi, così pieni di emozioni, emozioni che stavano segnando il povero ragazzo moro, ma questo il più grande non lo sapeva.

"Mamma, sono qua ad aspettarti da venti minuti, ormai. Ho fatto queste analisi, non dovresti darmi almeno un foglio o qualcosa del genere?" Parlò lui, facendosi notare dalla donna bionda, che si voltò verso la direzione della voce del figlio.

La signora, in camice bianco, sorpresa dalla presenza del ragazzo dagli occhi nocciola dietro di lei, annuì, rivoltando lo sguardo verso chi stava conversando con lei, poco prima.

"Scusami un attimo Kiyoomi, ora ritorno." Pronunciò e poi corse via, lasciando i due ragazzi da soli, nel completo silenzio.

Una sola parola per descrivere quella situazione: imbarazzante.

Il biondo si mise ad osservare l'altro, che si trovava davanti a lui, aveva lo sguardo puntato sullo schermo del cellulare, ignorando del tutto il nuovo arrivato.

Il più basso continuò, interessato, quel ragazzo aveva fatto crescere dentro di lui una grande curiosità.

Le sue giornate ormai erano diventate monotone, noiose, non c'era niente di nuovo, speciale o divertente nella sua vita, e anche questo lo stava stancando.

Mare In Tempesta ~One Shot SakuatsuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora