•And What If This Had Never Happened?

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Sono arrivata alla fine di questa esperienza dopo tre mesi. Inizialmente, pensavo che sarebbe successo qualcosa durante questo lasso di tempo, che mi avrebbe portato a strappare quel maledetto biglietto che adesso mi sta riportando a casa.

Ero sicura che, prima o poi, anche per me la vita aveva in serbo qualcosa di assolutamente rivoluzionario.

E ci ho creduto fino a qualche secondo fa, prima di salire su questo aereo diretta in Italia.

Sono stati senza alcun dubbio dei mesi spettacolari, che porterò sempre nel mio cuore. Mi hanno fatta crescere, maturare e vedere il mondo con occhi diversi. Ho capito chi sono e chi voglio essere e mi impegnerò fermamente nel riuscire a realizzare almeno questo sogno, tra i mille che conservo, gelosamente aldilà della mia cassa toracica, dentro al cuore. So che devo sempre puntare in alto, devo essere ambiziosa e devo amare me stessa. Perché se in primis non lo faccio io, nessuno verrà a farlo al posto mio. Nessuno si prenderà cura di me, se non sono a io a decidere a chi vale la pena donare me stessa.

Ma nonostante tutto in questi 3 mesi, che possono sembrare corti, ma sono stati relativamente lunghi, mi è mancato qualcosa.

Quel qualcosa che cercavo dappertutto, anche negli angoli più remoti di questa città, che mi ha dato di nuovo qualcosa in cui credere.

Un qualcosa che è così grande da non poter essere descritto.

È come se oltre alla smodata ricerca di me stessa, stessi cercando qualcos'altro o forse, per meglio dire, qualcun altro.

E ti ho cercato dappertutto.

Ti cercavo attorno a me in metropolitana, diretta a lavoro.

Ti cercavo mentre salivo le scale mobili e con la coda dell'occhio guardavo la gente che scendeva freneticamente, per non perdere nemmeno un minuto prezioso del loro tempo.

Ti cercavo quando camminavo fantasticando per le strade di Londra.

Ti cercavo quando vedevo qualcosa della tua città piacermi.

Ti cercavo negli occhi di tutti.

E cercavo i tuoi occhi dappertutto e mi dicevo "prima o poi ti ci imbatterai e li riconoscerai tra mille".

E ti cercavo quando avevo la sensazione che da un momento all'altro saresti saltato fuori dicendomi "hai cercato ed aspettato tanto, ma spero ne sia valsa la pena".

Ed è ovvio che ne sarebbe valsa.

Aspetterei una vita intera anche.

Tutto pur di abbandonarmi completamente a te. Perché anche se cerco di essere forte e di sentirmi completa senza il bisogno di averti accanto, dentro me è come se fossi spaccata a metà. Come se avessi mezzo cuore, un solo polmone, una sola mano, una sola gamba, un solo rene.

Ed è come se tu fossi l'unico capace di poter rimettere insieme i pezzi in cui sono ridotta.

Senza saperlo li hai raccolti, adesso aspetto solo che tu mi ricomponga, come se fossi un puzzle qualsiasi. Ma tu non sai cosa ne potrebbe uscire fuori, non sai qual è il disegno finale. Ed ho paura che possa non piacerti. Oppure ho paura di scoprire che a conservare i pezzi giusti non sia tu. E allora, per tutto questo tempo, avrei vissuto con un'immagine effimera di te, che potrebbe scomparire da un momento all'altro e portare con se quello che di buono mi è rimasto.

Una volta all'università seguivo un corso di letteratura italiana e il nostro professore durante una delle lezioni ci parlò di Freud e soprattutto dell'interpretazione dei sogni.
Ricordo che disse esplicitamente che sogniamo l'oggetto del nostro desiderio e che cerchiamo di appagare quella necessità tramite il sogno.

È per questo allora che non mi abbandoni neanche durante la notte?

E poi, perché deve piacermi la dolce, ed allo stesso tempo amara, tortura che mi riservi in sogno?

Per quale motivo devo amare il modo in cui le tue mani mi sfiorano?

Oppure il modo in cui le tue labbra si posano sulle mie?

È per appagare il mio desiderio che tutto questo succede?

E mi sento appagata al momento, come se non esistesse altro che me e te. Ma poi al risveglio è tutto sempre come prima. Ed in effetti non passa minuto o addirittura secondo, in cui io non desideri abbracciarti, baciarti, sentire la morbidezza o la ruvidità della tua pelle sotto i miei polpastrelli.
Tutta questa tortura continuerà, ma per quanto tempo ancora sarò tua vittima e tu il mio carnefice?

E soprattutto, sarebbe andato così se tutto questo non fosse mai accaduto?

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