Capitolo 1

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*DRIIN DRIIN*

La sveglia suona.
È già mattina.
Non voglio svegliarmi, non c'ho voglia, ma devo andare a scuola se no sarà mia madre a portarmici di forza.

Mi tiro su sedendomi sul letto e mi metto ad aspettare che i miei occhi si adattino alla luce del sole che proviene dalla finestra mezza aperta. Dopo aver  accertato che ero nella mia stanza, mi alzo, mi stiracchio e mi dirigo verso la cucina sbadigliando dove trovo una tazza di latte con di fianco dei biscotti. Prendo il latte ci inzuppo i biscotti dentro e dopo finisco di bere il latte. Al che vado a lavarmi i denti, mi lavo, mi metto un maglioncino bianco e dei jeans strappati,  guardo il diario metto i libri necessari per la giornata nello zaino, prendo il telefono e poi esco di casa. A scuola vado sempre a piedi dato che i miei vanno sempre a lavorare presto e nessuno mi può accompagnare.
Mentre cammino, non penso a niente in particolare, a parte a quanto i miei capelli biondi siano un disastro oggi, quindi mi fermo in una vetrina a sistemarli e dopo che ho finito torno a camminare.
Arrivo davanti a scuola.

"Ehi Ivan!"

Qualcuno mi chiama. E a quanto pare sono alcuni miei amici che sono davanti al cancello dell'entrata che aspettano a cui mi aggrego e con cui mi metto a parlare intanto che aspetto che suoni la campanella di inizio. Intanto maggiore è il tempo che passa maggiore e il numero di persone che si aggiunge al gruppo con cui parlo che era composto prima da due persone, più me erano tre. Alla fine eravamo una decina di persone.

*Ding Dong Bing Bong*

La campanella.
È l'ora di entrare nel posto dove tutte le speranze vengono tramutate in disperazione.

LA SCUOLA.

Tutti ci guardiamo con uno sguardo sconsolato da:

"Ce tocca"

Così ognuno si dirige verso l'entrata che gli è più comoda per raggiungere la propria classe. Io
entro da quella principale e mi dirigo verso la mia classe che è al primo piano della scuola sopra la prima rampa di scale che è direttamente davanti all'accesso principale, accanto alla reception e all'infermeria .
Cammino a passo lento e ciondolante, senza fretta, anche se pochi secondi dopo vengo investito da una mandria di altri studenti che stanno praticamente correndo e che per poco non mi calpestano vivo. Dopo che se ne sono andati, torno a seguire il mio percorso. E finalmente arrivo in classe dove su 25 che siamo ci sono già 15 persone. Entro poso lo zaino al mio posto e poi mi siedo sopra un banco a chiacchierare con il resto della classe.

Dopo qualche minuto che parlo con i miei compagni sento dei passi provenire dalla porta. Mi giro ed ecco che entra lo sfigato della classe, Simone, quello lì sta sempre da solo e parla con molte poche persone. Di solito lo prendiamo in giro, gli facciamo degli scherzi e gli diamo fastidio. E perché non farlo anche adesso?
Mi alzo e mi dirigo verso il suo banco a cui lui è seduto in religioso silenzio con la testa china in modo che si vedano solo i suoi capelli castani.

"Hey Simo! Come stai?"

"Cosa vuoi Ivan?"

"Mah niente, solo vedere se potevi prestarmi una penna"

Gli prendo il portapenne dallo zaino. Lo apro.

"Wow, quante cose, ma mi sembra un po' troppo pieno vero?" dico guardando verso il resto del gruppo con cui prima stavo parlando. Loro capiscono le loro intenzioni e si guardano tra loro. Al che Marco e Davide si alzano e fanno.

"Si, hai proprio ragione Ivan, perché no togliamo qualcosa?"
Apriamo il portapenne e glielo svuotiamo in testa.

"Oh, adesso ha proprio il peso perfetto per giocare, vero ragazzi?" dico mentre lancio il portapenne a Davide

"Si hai ragione è perfetto"

Davide lo passa a Marco, Marco a me , io a Davide e così via mentre ci muoviamo per la classe. Intanto Simone si è alzato e sta cercando di prendere il portapenne mentre lo lanciamo, ma grazie all'altezza della nostra della nostra classe neanche lui che è molto alto può raggiungerlo. E alla fine dopo qualche altro passaggio  prendo il portapenne e lo lancio nel cestino della spazzatura.

"METAAAAAAA!!!!!" urlo.

Tutta la classe applaude, tranne Simone che in silenzio va a prendere "la palla" e senza dire una parola si mette a raccogliere tutti gli oggetti di cancelleria che sono finiti sotto il banco.
In quel momento si sentono arrivare dei passi in lontananza, sembrano essere dei tacchi.
Cazzo e la prof di italiano.
"Sta arrivando" dico e tutti tornano ai loro posti.
Appena tutti si sono sistemati la prof entra in classe.

"Buongiorno ragazzi"

"Buongiorno prof"

"Scusi signor Fogli che sta facendo lì per terra? Pulisce i pavimenti?"

Simone alza la testa, lui stava ancora raccogliendo il materiale da terra.

"No e che mi è caduta la penna prof"

"Si ma quanto ci mette a prenderla 2 anni ? Si sbrighi!"

In fretta Simone prende in un sol colpo gli ultimi oggetti  che erano sotto il banco e li mette nel portapenne.

"Fatto prof"

"Bene, dato che sono la coordinatrice di classe e bene che vi dia io la notizia"

Chissà cosa dirà, magari il prossimo mese andremo in gita , o magari la prof di musica, quella vecchia strega, è andata finalmente in pensione o tra poco ci sarà uno sciopero per cui non andremo a scuola.

"Allora la notizia e che considerando che la nostra scuola e basata su sani principi tra cui la parità dei sessi, da oggi anche i ragazzi potranno andare in bagno in due!"
...
...
COSA?!?!
Era questa la grande notizia?
Va be' era ora, non l'ho mai capita quella stupida regola per cui due maschi non potessero andare in bagno insieme durante le lezioni, finalmente l'hanno tolta.

"Bene, dopo questa notizia che vedo vi ha totalmente sconvolto dalle vostre facce altamente assenti e annoiate è ora di iniziamo la lezione"

Ed è così che le prime due ore d'italiano passarono, poi passo molto lentamente la terza ora in quanto la lezione era tedesc- matematica, le confondo spesso dato che sono due materie molto affini.
Poi arrivò l'intervallo di 15 minuti che come sempre durò troppo poco. Quarta ora scienze.
Stavo prendendo appunti e cercando di seguire quando la prof fa una domanda. Che io non ho ascoltato ma per cui ho alzato comunque  la mano.

"Vanivich, davvero lei sa la risposta ? Non me l'aspettavo da lei"

Appena dopo Simone alza la mano.

"Anche lei signor Fogli? Wow sono veramente sorpresa"

"Mi spiace signor fogli, ma c'era prima Vanivich, prego mi dica Vanivich"

"Posso andare in bagno?" dico

La prof si è pietrificata.

"Posso andare anch'io" dice Simone

La prof ha un piccolo mancamento e si appoggia alla cattedra

"Si, si andate" è piuttosto sconsolata.

Io e il bruno ci alziamo e ci dirigiamo verso la porta.

Angolo autrice
Hola guys questa è una storia interamente inventata da me e spero che vi piaccia non so se gli aggiornamenti saranno regolari, ma tanto non gliene frega niente a nessuno

Suo guy ci vediamo domani perché adesso so stanca

Hallway KissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora