Capitolo 3

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"i legami voluti dal destino sono indistruttibili"

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"i legami voluti dal destino
sono indistruttibili"

-Stavo pensando, e se andassimo al mare?-, chiede Elvira la milionesima cosa di quella mattinata.

Io come al solito ho la testa appoggiata sulla spalla di Nathan, intenta ad ignorare tutti per poter dormire almeno dieci minuti in più. Il fatto che lui sia freddo come il ghiaccio non aiuta, ma mi ha già posato la sua giacca sulle spalle in precedenza, non voglio dirgli di nuovo che fa un freddo cane.

-El, fanno cinquanta gradi sotto zero-, dico ironicamente, per farle capire quanto ciò che ha detto sia una stupidaggine.

Da quando ci siamo visti stamattina sull'autobus, Elvira non fa altro che consigliarci posti dove possiamo andare oggi. Ha una strana energia stamattina e non riesco a capire di quale sostanza si sia fatta. Solitamente la sua voce non la senti fino alla seconda ora, delle volte fino alla terza, altre volte già tanto se ti rendi conto sia in classe.

-Ma io voglio uscire, vi prego facciamo qualcosa-, si lamenta lei.

-Forse posso chiedere a mamma se potete pranzare da me-, dice Nathan con un sorriso, -Magari poi ci guardiamo un film e se volete potete anche dormire lì. Abbiamo abbastanza stanze-.

-Ma io volevo stare in giro, non uscire da una casa ed entrarne in un'altra-, protesta la rossa.

-El tesoro, la mia voglia di fare qualsiasi cosa oggi è pari a zero, possiamo per favore accettare il gentilissimo invito di Nathan a non fare un cazzo?-, domando senza aprire gli occhi.

La mia migliore amica sa bene che qualunque cosa mi chieda in questo momento la risposta sarà no, quando sto così è difficile farmi fare qualsiasi cosa. E' tanto il fatto che io mi sia svegliata stamattina per venire a scuola. Tra una lamentela e l'altra la riccia accetta, ad un solo scopo: avremo dovuto vedere film horror. Sia io che il moro accanto a me fummo subito d'accordo.

-Ora che avete organizzato la vostra seratina, volete essere così gentili da sentire anche la mia lezione?-, chiede la professoressa Bethany, sia io che Elvira sussultiamo non appena ce la ritroviamo accanto.

-Ci scusi-, dice prontamente Nathan.

-Signor Miller, so che lei sa meglio di chiunque altro queste cose, ma può gentilmente far stare attente le sue compagne?-, in tutta risposta lui annuisce educatamente. Si guardano e sorridono, ed è in quel momento che vedo uno sguardo complice tra i due, tant'è che mi giro verso il moro per chiedere spiegazioni, ma lui mi ignora completamente. Sono talmente stanca che potrei essermelo immaginato, o forse sto andando in ipotermia e ho le allucinazioni. Chi può saperlo.

Per tutta la lezione prestiamo attenzione giusto per far passare il tempo. Sembra non passare mai. Non vedo l'ora di uscire da qui, andare da Nathan, buttarmi a letto e non fare assolutamente nulla. Voglio passare almeno una nottata in un qualunque posto che non sia casa mia. E magari appiccicarmi ad un camino e non staccarmi più.

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