Il mattino seguente cercai quel volto tra i tavoli a colazione. Cercai di non dare troppo nell'occhio, e allungando un po' il collo alla fine lo trovai seduto al tavolo dei figli di Iride. Sorrideva, aveva i denti bianchi come piccole perle, le guance lentiginose fagamente arrossate. Rimasi ad osservarlo per tutto il tempo mangiando distrattamente degli spicchi di mela. Mi chiesi quanto si impegnasse a mantenere la parte del ragazzo sereno e sorridente. Quanfo lo avevo visto, la sera prima, aveva un espressione triste, malinconica, eppure completamente reale. Quella di adesso era tirata, forzata. Senza che me ne accorgessi la colazione era giunta al termine, tutti i ragazzi si alzarono e così lo perso di vista. Cercai ancora di ritrovarlo in mezzo alla folla, ma la mia rocerca fu interrotta da una mano che si posò sulla mia spalla. Mi voltai e trovai il volto delicato di Alisya. «Eccoti finalmente! Ti abbiamo cercata ieri sera. È tutto okay?» mi chiese lei con un espressione preoccupata. «io...si, si sto bene. Stavo cercando una persona.»
Raggiungemmo gli altri ed insieme andammo all'arena per i nostri allenamenti di scherma.
Quelli con la spada non erano proprio i miei combattimenti preferiti. Ero più brava con l'arco o con i pugnali, ma nonostante questo me la cavavo piuttosto bene. Appena varcammo la soglia Alysia preso Sky per un polso e lo tirò fino ad un punto libero per combattere l'uno contro l'altra. Entrambi erano piuttosto bravi, era una battaglia ad armi pari, se non contiamo le volte in cui Alysia, sul punto si essere battuta, usava la lingua ammaliatrice per non dargliela vinta. Lucy e Sunny fecero lo stesso, presero le loro spade e si misero verso il lato destro dell'arena, ben lontane dai ragazzi meno esperti. Loro due non si risparmiavano alcun colpo. Lucy era una spadaccina con i fiocchi, probabilmente il fatto che la sua spada se la fosse costruita da sola la aiutava ad avere l'arma perfetta per lei, e poi prima della battaglia si era allenata tutti i giorni senza darsi pace.
Sunny era in assoluto la figlia di Afrodite più bizzarra che avessi mai visto. Mentre molte delle sue sorelle se ne stavano sugli scalini dell'arena a valutare quale semidio fosse il più sexy, Sunny si sarebbe confusa alla perfezione tra i figli di Ares se non fosse stato per la sua bellezza così singolare. Sophie era impegnata ad allenare i ragazzi nuovi del campo, insieme a James, un figlio di Nike, che ogni due per tre doveva trattenerla per evitare che prendesse a calci un povero ragazzino.
Mi sedetti sui gradini dell'arena e mi guardai attorno. Ottimo, erano già tutti in coppia, e i manichini erano tutti pieni.
Sbuffai massaggiandomi il collo, poi mi piegai per riallacciarmi gli stivali, ma quando conclusi con la seconda scarpa mi ritrovai un paio di anfibi di troppo tra i piedi.
Alzai lentamente il mio viso ed incontrai quello delicato e lentigginoso del ragazzo, due occhi a mandorla scuri e un sorriso amichevole stampato in volto.
«Ciao.» disse lui, lasciandomi spiazzata per quanto basso fosse il suo tono di voce. «Ei» risposi cercando di sembrare disinvolta. «Ti va di combattere?» chiese porgendomi la mano. La guardai un momento, rialzai lo sguardo verso di lui, poi sorrisi in segno di sfida, e la afferrai. «Certo.».Ci ritrovammo in uno dei pochi spazi liberi, tra Lucy e Sunny e Alysia e Sky. Mi legai i capelli, poi sfilai l'anello che mi aveva regalato mio padre e questo si trasformò in una spada. Lui mi guardò stupito, poi si mise ad osservare meravigliato la lucentezza dell'arma. Poco dopo scosse la testa sorridendo. «Così farai vergognare la mia povera spada.» disse tirando fuori quest'ultima dal fodero che portava alla cinta. «Dopo le porgerò le mie più sentite scuse. Fatti sotto Ragazzo Arcobaleno.» dissi in tono di sfida mettendomi in posizione alzando l'arma.
Lui si rigirò l'arma in mano, mi guardò con un ghigno, poi tentò un affondo che bloccai subito. Tentò ancora e questa volta mi abbassai facendolo barcollare avanti, poi gli diedi un colpo sulla schiena con l'elsa della spada facendolo cadere.
Cercai di trattenere una risata per darmi un tono. «Andiamo, so che puoi fare meglio di così Ragazzo Arcobaleno» dissi girandogli attorno mentre lui si rialzava dolorante. «Non vorrei farti male Raggio Di Sole». Disse lui togliendosi la terra dai pantaloni. Io sbuffai una risata, poi lo guardai alzando il mento. «Stupiscimi.». Questa volta fui io ad attaccare. Parò un colpo al fianco ed uno alla spalla. D'un tratto ci ritrovammo con le spade incrociate ed i volti ad una poco consona distanza. «Ora ci siamo.» dissi in una risata. Lui sogghignò, interruppe quel contatto spingendomi via, fece per attaccare, mi spostai in un attimo, poi con il mio piede tirai indietro il suo facendolo cadere rovinosamente a terra...di nuovo.
Fece un espressione mista tra dolore e divertimento. Questa volta decisi di aiutarlo, porgendogli la mano. «Mi dispiace.» dissi sorridendo. Lui mi guardò un istante, poi afferrò la mano e mi tirò a terra per poi mettere le sue ginocchia ai miei due lati e puntarmi la spada al collo. «A me no.» Rispose ridendo.
Sbuffai divertita per poi spingerlo via. Lui si mise in piedi e mi aiutò ad alzarmi. «Okay, Raggio Di Sole, non sei male.» disse risistemando la spada nel fodero. Lo guardai torva ma non riuscii a smettere di sorridere. «Ti avrei potuto uccidere come minimo tre volte» «E mi rincuora molto il fatto che non sia successo.>> Era strana quell'atmosfera, non potevamo fare a meno di ridere. Lanciai in aria la spada e dopo aver fatto un giro si ritrasformò nell'anello che afferrai, rimettendolo poi al dito. «Come funziona?» chiese lui guardando l'oggetto riallacciandosi gli stivali. mi guardai la mano e sorrisi. «Lo tolgo dal dito e si trasforma nell'arma che voglio. Questo è stato fatto per me, siamo come collegati. Quando sente che il suo lavoro è finito torna ad essere...un accessorio di grande stile». Dissi mostrandogli il dorso della mano. «Wow. Devo dire che...non sembri male.» disse lui. «Lo so, Ragazzo Arcobaleno, sono piena di risorse.». Fece un sorriso furbo e si riavvicinò a me tendendo le braccia incrociate al petto. «E dimmi, hai un nome?» disse guardandomi dall'alto al basso, notai che i suoi occhi brillavano.
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·°my voice°· // percy jackson's universe (SKZ Members)
Fanfiction«faccio parte di una stirpe di eroi semidivini che hanno partecipato a grandi battaglie ed io ho il dovere morale di tenere alto il nome della famiglia. Ma no, non sono mica sotto pressione, eh»