Capitolo 8

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Volo per ore, senza mai fermarmi. Ma sono troppo stanca e se lo sento é perché ho davvero raggiunto il limite. Sento sempre e comunque quella strana presenza che mi segue...ma non posso volare per sempre. Vedo una foresta, con un ruscello e rami alti dove arrampicarsi e accamparsi. Almeno per questa notte. Atterro vicino al ruscello. Tutto é calmo e silenzioso. Bene. Bevo un po' d'acqua e mi lavo il viso e le braccia. Non sono più incorporea. La presenza di un angelo potrebbe alterare la normalità di questo luogo. Sento un rumore. Mi volto. Niente. Nessuno. "Non può avermi seguita fin qui...sempre che esista..." dico tra me e me per rassicurarmi. Anche se non funziona granché. Anzi, peggiora abbastanza le cose. Decido di trovare del cibo e di accamparmi. Trovo bacche, radici e piante commestibili. Dopo "cena" Mi arrampicano su un albero e mi metto comoda. Sarà una lunga notte... Alzo lo sguardo. Il sole é già calato. Non me ne sono nemmeno accorta. Mi arrampico più in alto e mi faccio strada tra piccoli rami dispettosi e foglie. Mi trovo davanti ad uno spettacolo stupendo. Stelle. Ma non stelle qualunque. Le stelle migliori che abbia mai visto. Qui non ci sono luci ad inquinare il cielo e la natura. E per la prima volta queste stelle mi sembrano solo mie. Osservo il cielo finché non sento le palpebre farsi pesanti. Allora decido che é meglio scendere e dormire. Mentre sto per addormentarmi mi vengono in mente tutti i bei momenti vissuti con Gabriel... uno di questi mi viene in mente per via della posizione sull'albero. Non molte sere fa, a quest'ora stavamo guardando un certo Hunger Games, questa ragazza si offriva come tributo al posto di sua sorella e in un'arena dove tutti venivano uccisi tranne uno, restava per un po' sugli alberi insieme ad una bambina che poi veniva uccisa. Molti pensano che questi film siano per persone violenti e ignoranti. No. Quel film come tanti altri nasconde sotto la copia esatta della società di oggi qui sulla Terra. I pensieri iniziano a farsi sfocati e piano piano scivolo nel sonno. Un sonno dolce e profondo. Un sonno riposante e meraviglioso. Un sonno nuovo, migliore. E sogno un mondo dove Angeli e mortali vivono insieme, e il buio non c'è mai...ma non il buio della notte, bensì quello della malvagità...della paura. Un mondo in cui tutto é...migliore e giusto.

Qualcosa mi cade in testa e mi sveglia. Probabilmente qualche rametto oppure una ghianda. Mi sgranchisco le gambe e...anche se é infantile decido di provare a fare una cosa. Fischio le quattro note di quel film, proprio come Katniss e Rue, ma io naturalmente non mi aspetto una risposta. Cosa che invece ottengo. Scuoto la testa e mi guardo cautamente attorno. "Frena la fantasia Aria" mormoro. Ma...eccolo di nuovo. Quel fischio. "Non l'ho sognato!" Dico entusiasta. Eppure chi potrebbe ripeterlo? Un Pensiero mi sale alla mente e non riesco a ricacciarlo....Gabriel. Ma perché ho tanta paura che mi trovi? Io lo amavo . O almeno così credevo. Faccio la solita colazione con ciò che trovo in giro. Mi lavo e tento di pettinarmi. Mi faccio una treccia. So che questo non é il momento di fantasticare ma mi immagino proprio come lei. La Jane Eyre dei tempi moderni. Durante il pomeriggio gironzolando nei boschi trovo vivande per i pasti successivi e, di tanto in tanto, mi alleno nel volo.

Passano due giorni

Poi tre

Poi quattro
Della creatura che mi inseguiva non c'è traccia. Ma ogni mattina sento il fischio della ghiandaia imitatrice. Non so se sia un buon segno.

Mi sveglio. É una settimana e due giorni che sono qui. Oggi devo decisamente farmi un bagno. Mi guardo ricoperta di terra e polvere. "Decisamente" ripeto ad altra voce. Scendo dall'albero, mangio e mi svesto. Sfioro l'acqua del ruscello col piede. Gelata. Allora immergo una mano e uso i miei porteri per scaldarla, o almeno farle raggiungere una temperatura adatta ad un bagno. Entro e inizio subito a lavarmi. Lo stagno non é molto profondo, e l'acqua scorre verso un lago più grande. Mi rilasso. E sento un rumore, ancora una volta. Come un ticchettio. No...una canzone. "Where necklace of rope, side byte side with me..." qualcuno sta cantando. É una voce maschile, chiara e limpida come questo ruscello. Prima il fischio e ora questo. "Sto sognando. Dev'essere uno scherzo. É uno scherzo. Cos'altro può essere?" Dico ad alta voce. "Non uno scherzo, bensì un salvataggio signorina che ama Hunger Games!" risponde la voce che cantava.

Guardo verso un albero. Intravedo una sagoma. Umana, per fortuna. Scende e viene verso il ruscello. Io mi ricordo solo dopo di essere nuda in un laghetto e mi copro con le mani anche se non serve ad un granché . "Tranquilla, non ti guardo..." prende da uno zainetto un asciugamano e me lo tende. Io mi avvicino lentamente a lui esco e mi avvolgo nell'asciugamano mentre lui si volta. "Chi sei, di Grazia?" Domando un po' scocciata. "Oh, non conosco nessuna donzella con codesto nome!" Fare teatrale, linguaggio ottocentesco....é evidente....è pazzo e anche eccentrico. "Scusa....potresti rispondere?" Ha il suo fascino. Capelli bianchi candidi come la neve e due enormi occhi color nocciola, zigomi sporgenti, i capelli sono corti e ondulati, fronte nella media così come gli altri connotati. É bello certo.... una bellezza diversa da quella di Gabriel. Ma comunque bellezza. Mi aiuta ad uscire dal ruscello e fa un inchino. "Il mio nome é Bilbo Beggings!" Mi sorride. "Oh...piacere Bilbo Beggins io sono Aria!" Gli tendo la mano con fare amichevole. Lui mi guarda e scoppia a ridere "Primo, é BegginGs, secondo, scherzavo...mi chiamo Thomas. Ma tu puoi chiamarmi Tom. Thomas al tuo servizio!" Fa un altro inchino. Devo ammetterlo, anche se non lo conosco bene mi sta simpatico. "Beh...allora piacere Thomas Beggings!" Sorrido cordiale. Lui trattiene una risata e poi tossisce come per evitare di ridere ancora. "In che senso al mio servizio? Ti hanno mandato gli Arcangeli? Oppure Gabriel?" Le domande escono da sole dalla mia bocca e io di certo non le fermeró. "Okay...sono qui per proteggerti e scortarti fino ad un luogo,si, sono qui per gli Arcangeli. Quando il tuo Rexal é stato distrutto hanno pensato che per portarti indietro dovevano venire di persona, ma per non rischiare ci incontreranno a Baker Street, a Londra, davanti alla storica porta 221b fra due mesi. E io ti devo portare là! E devo tenerti lontano da Gabriel." Sembra senza fiato, il sudore gli incolla i capelli lucenti alle tempie e alla fronte. "Ma...perché? Cos'ha fatto Gabriel per cui deve starmi lontano?" Ho le lacrime agli occhi...pensavo di amarlo. "Questo non te lo posso dire..." sospira e mi guarda tristemente.

"Beh...allora come faccio a sapere che di te mi posso fidare?" Lo guardo con diffidenza. "Beh..." si sposta il colletto della camicia. Ha un simbolo dorato tatuato sulla pelle: una coppa e un angelo. Sospiro, più di sollievo che altro "Va bene...ora vattene!" Dico secca. Lui mi guarda confusa. "Come?" Io scoppio a ridere "Mi devo cambiare, te ne vai o pensi di stare qui per sempre?" Gli chiedo alzando un sopracciglio. Lui ride e si volta. "Eh...dura lex sed lex..." dice piano, quasi come un'imprecazione. Io lo sento e ribatto "Già....e qui sono le donne a dettare la legge...quindi preparati!" Mi cambio in fretta e lo guardo. "Mi dici dove ci troviamo?" Mi tolgo i capelli dalla maglia e mi faccio una coda. "A Panem... mi sembra ovvio! No dai...siamo a Salem...la storica Città famosa per le sue streghe potenti e a basso costo!" Apre le braccia come per indicare il territorio circostante. "Per te tutto é storico." Allora eccoci...Salem...America... ed entro due mesi dobbiamo riuscire ad arrivare a Londra. Scommetto che non sarà così facile. Ma ci proveremo. Baker Street....arriviamo.

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