Caddi dal cielo e mi trovai in una selva sconosciuta. Non vi era un punto di partenza, mi ritrovai al centro di mille alberi diversi tra loro, un solo colore dominava in questo paesaggio suggestivo : il verde.
Tante sfumature che ricoprivano quasi completamente il panorama, il cielo e le nuvole erano gli unici colori di contrasto insieme a me, io appartenevo all'azzurro, ero abituata solo a quel colore, percui i colori della foresta erano del tutto nuovi a me e presa dalla curiosità iniziai a camminare osservando ogni dettaglio mai visto prima se non superfluamente dall'alto. Anche i rumori erano nuovi: Come lo scricchiolio delle foglie. Quando camminavo sulle nuvole non facevano tutto quel rumore per avvertire che stavo arrivando. Mi imbattei in una piccola pozzanghera diventata fango, alla vista di questa poltiglia rabbrividii. Quella era la mia amata pioggia, perché si era trasformata in orrido? Mi sedetti sul prato davanti ad essa a guardarla con compassione. Questo posto mi piacque, mi incuriosì perché era ben distante da me, mi domandai perché ci fossi finita e la risposta non arrivò mai. Vidi me riflessa là dentro : avevo i miei capelli rossi, gli occhi grandi e le guance arrossate, il viso assorto dalle mie manine,finalmente vidi qualcosa di familiare.
Sentii un rumore cupo provenire dal cielo, sapevo benissimo cosa stava per succedere: Un temporale.
In effetti mi chiedevo sempre cosa si porvasse a stare sotto ad esso, per ora me l'ero goduto solo dall'alto.
Rimasi immobile a guardare ciò che non avevo visto prima. Udii gli animali della foresta rintanarsi per paura del temporale ma non capii. Perché erano spaventati?
Perché scappavano? I temporali erano innoqui. Alzai lo sguardo e vidi che il cielo era grigio e triste e forse capii che il timore che provavano era solo per l'aspetto.
Sentii le goccioline di pioggia cadermi in testa e non potei non notare che la pioggia una volta caduta sul terreno si trasformava in pozzanghera, forse Cielo e Terra non erano destinati a stare insieme, e questo mi fece pensare che avrei dovuto tornare a casa prima di diventare fango io stessa.
Ma dopo qualche minuto il cielo tornò azzurro e limpido e smise di piovere. Gli animali tornarono a condurre la loro quotidianità ed io proseguì il mio viaggio.
Mi imbattei in qualcosa di ancora più assurdo: Il Grande Lago Verde.
Rimasi subito affascinata da questa vista e mi misi ad osservarlo da lontano per non disturbarlo. Le sue acque erano verde scuro proprio come si vedeva dall'alto, ma ciò che mi colpì fu che dalla terra si poteva ammirare la sua profondità e tutti gli animali che lì vivevano. Mi avvicinai cautamente per vedere meglio,rimasi un po' a guardarlo in tutto il suo splendore, presi coraggio e tirai fuori delle parole tremanti e minuscole di fronte alla profondità del lago.
"Signor Lago credo di essermi innamorata".
Vidi qualcosa luccicare in quelle acque, così mi avvicinai sempre di più, con mio grande stupore vidi che erano due occhi che mi guardavano spaventati, due occhi senza un corpo. Avevo detto qualcosa di sbagliato? Perché mi guardavano così ?.
Non avrei sopportato l'idea di averlo offeso in qualche modo.
Poi gli occhi sparirono e l'acqua si fece quasi trasparente. Vidi solo il mio orribile riflesso.
Stavolta ero un mostro, non avevo più i miei occhi grandi ma milioni d'occhi di serpente, dei denti aguzzi e le mie mani erano lunghe e ricurve.
Era così che mi vedeva il lago, un mostro.
Capii che vivevamo in mondi diversi per questo motivo, perché non dovevamo incontrarci.
Eravamo troppo diversi per poter condividere qualcosa.
Spostai i miei occhi malinconici dal mio riflesso e guardai la luna.
"Luna portami a casa prima che diventi fango".