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Ad un certo punto inzio a sentire una sensazione strana. Uno strano calore che parte dal braccio destro e piano si estende fino alla testa,dove inizio a sentire un accenno di mal di testa, e poi si allarga fino ad arrivare alla punta dei piedi. Ora capisco che cos'è. È di nuovo la vita che mi circola di nuovo nel corpo. Vita!
Ho voglia di aprire gli occhi, voglio di nuovo alzarmi, correre.....ma non ci riesco. Ci sto provando ma non riesco.
Ogni volta che non c'è la faccio, il mio entusiasmo diminuisce lentamente.
Quando avevo quasi perso le speranze , ci sono riuscita. Ho finalmente aperto gli occhi. Subito vengo abbagliata da una luce forte, vedo solo un grande bagliore giallo. Poi piano piano i miei occhi si ambientano alla luce e iniziano a mettere a fuoco l'ambiente attorno a me.
Sono in una stanza con un solo letto, i muri sono completamente bianchi con alcuni macchinari stravaganti. In seguito vengo catturata da due occhi color ghiaccio. Due occhi che ho imparato a conosce bene. È Dan, il mio migliore amico, un angelo caduto sulla terra, non solo per il suo fantastico aspetto fisico ma soprattutto per il suo carattere. Si è sempre comportato come un fratello maggiore nei miei confronti.
Di fianco ha un uomo sulla cinquantina, che rispetto al ragazzo a fianco sembra un nano da giardino, che mi fissa anche lui.
L'uomo probabilmente vedendo la mia aria confusa si presenta. «buon giorno, e ben tornata tra di noi. Io sono il dottor Saverio del reparto di terapia intensiva. Lei ha avuto un incedente grave e abbiamo dovuto metterla in coma farmacologico. Adesso la lascio riposare e parleremo meglio della sua condizione clinica più avanti» dice tutto d'un fiato.
Prima che riuscissi a capire quello che mi aveva detto, l'uomo era già sparito dalla stanza.
Non capendo nulla mi giro verso il mio migliore amico, che nel frattempo si era seduto vicino al mio fianco e mi stava accarezzando dolcemente in dorso della mano. « Bianca, mi dispiace, non doveva assolutamente succedere. Non saprò mai come farmi perdonare...» mi dice lui freneticamente. Lo interrompe bruscamente « che cazzo è successo? ». Lui mi guarda stranito « non ti ricordi nulla?». «No» gli faccio subito « pretendo delle spiegazioni ».
I suoi occhi si fanno scuri e si passa una mano nei cappelli con fare nervoso« Allora» inizia lui « Ti ricordi che ci stavamo allenando per la gara?» mi chiede lui e io annuisco lentante « bene, ci siamo buttati e tutto sembra andare ottimo.» fece una lunga pausa, grattandosi freneticamente gli occhi poi riprese a raccontare « quando io...io...ti ho distratto. Pensavo che avendo già fatto tante volte quel percorso, avremmo potuto parlare. O meglio...» lo interrompo bruscamente « cosa hai fatto?» « si, lo so che è sbagliato...ma...c'era un bellissimo campo di viole...e...a te so che ti piacciono...quindi ho pensato di fartele vedere» dice lui balbettando e fermandosi quasi per scegliere le parole per paura di sbagliare per poi continuare malinconico « poi è andato tutto storto, te ti sei voltata per vederle... ma ti sei sbilanciata e sei caduta. Nella tua traiettoria di caduta c'era una grosso masso e ci hai sbattuto la testa.» finisce lui dire,ma io non so cosa dire e non riesco più neanche a guardarlo.
Dopo alcuni minuti di silenzio da parte mia interrompe lui il silenzio « di qualcosa per favore...questo silenzio mi sta distruggendo» . Mi giro per guardarlo e gli dico guardandolo negli occhi che se ne deve andare. Lui mi guarda e alla fine si alza e se ne va.

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