Dio separa gli innamorati [ myg + kth]

dio quelli come loro li separa sempre

Mi ricordo ancora di te, dei tuoi capelli neri e degli occhi affossati.
Ha appena smesso di piovere e il diluvio mi ha fatto pensare a te. Mi ricordo di te tutte le volte che cambia il tempo. Quando è mattina ed il sole è caldo mi ricordo dei sogni che mi raccontavi di avere; quando c'è la nebbia ricordo i tuoi pensieri notturni, quando eri nudo anche con i vestiti addosso e potevo romperti con uno sguardo.
È strano, non ti scrivo da tanto ma non ti penso da ieri sera. Non è cambiato molto da quel giorno, non sono cambiato tanto neanche io. Ho ancora la vecchia abat- jour di tua madre, non l'hai voluta portare via con te e non ho voluto buttarla via. Forse non sono riuscito, sai come sono fatto, yoongi, mi attacco a tutto ciò che profumi di ricordi. Non sono ancora riuscito a dormire sul tuo lato del letto, nonostante non abbia più un pizzico del tuo profumo ho ancora la sensazione ci sia tu vicino a me, a volte. A volte, quando apro gli occhi per la luce dei lampioni che mi arriva in faccia entrando dalla finestra, ho ancora l'impressione di sentirti girare per la cucina in punta di piedi per non svegliarmi. Tutta via non mi sono mai alzato a cercarti.

Ricordo ancora le storie che mi raccontavi quasi ogni notte d'inverno e quando fa freddo e non ho la forza di avvicinarmi al caminetto me le ripeto in mente da solo: ricordo come mi descriverò tua nonna, gli occhi che ti brillavano quando mi raccontavi d'essere cresciuto con il pranzo e la cena sempre fatti da lei, con troppo cibo nel piatto, con le parole morbide che gli spiegavano come cucire la maglia. Ricordo come mi dicevi triste che avresti voluto farmela conoscere.

"La mia mano intrecciata alla sua tutti i pomeriggi quando mi portava in chiesa. Era molto religiosa lei, mia nonna.
Mentirei se ti dicessi che riuscivo a tenere la testa alta ogni volta che entravo nell'edificio mille volte più grande di me. Mia nonna era cristiana, al contrario dei miei genitori. Loro sono, lo sai, atei credo. Ma lei mi faceva festeggiare Pasqua e Natale; la domenica a tavola nel pomeriggio leggeva dieci pagine di Vangelo per me. E poi, da grande le leggevo io a lei. Era speciale mia nonna, ma..."

Mi ricordo i fogli volanti in camera tua, con i tuoi disegni fatti con le dita e un po' di tempera rossa e verde, alcuni confusi come sogni di un adulto ed altri precisi come i bambini in fila al negozio di giocattoli. Io suonavo un pianoforte dai tasti quasi tutti rotti e tu immergevi le dita nella tempera che tua madre ti portava da lavoro ogni fine settimana, entrambi bravi in ciò che l'altro amava. E mi piaceva, ma che dico, adoravo, pensare che ci completassimo, che fosse un segno. Lo pensavo anche tu?

"... ma ero terrorizzato da ciò di cui parlava. Non fraintendermi, nonostante sia difficile."

Namjoon mi ha detto che hai ricevuto le mie prime due lettere, che il suo amico Jimin o che so io, te le ha fatte avere entrambe e che le hai conservate da qualche parte in un cassetto sporco e polveroso di casa, che le altre non le hai volute neanche leggere. Namjoon, bocca larga penserai, mi ha detto che hai dei nuovi amici, che stai bene, che forse prenderai un gatto. Sono felice per te, Teodor avrebbe arricciato il naso e si sarebbe grattato il pelo arancione alla sola vista ma adesso, sono sicuro sia felice anche lui di questo.

"Di cosa hai tanta paura?"

A volte, Yoongi, quando mi chiedo dov'è che sono inciampato mentre correvamo insieme per poi perderti per strada, sembra che il tempo si riavvolga su sè stesso: ti vedo con il tuo lungo cappotto marrone che ti arrivava sotto le ginocchia, con addosso l'odore di uno di quei profumi costosi che conoscevo ma non avevo mai messo e gli occhiali talmente fini che io, con la poca luce dei lampioni quella sera, feci quasi fatica a vedere.

Sono passati anni ma ho ancora il nostro vecchio giradischi che prendesti in quello strano mercatino, e lo sento riprodurre la nostra canzone. Ormai il disco è rotto, ma la sento ancora.
Se mi concentro sento ancora la stessa sensazione, la stessa felicità, la stessa paura.

"È che Dio a volte è geloso."

Suoni ancora Beethoven? Hai imparato quella sinfonia? Dipingi ancora i miei tratti? Il tramonto quando sei triste? Riempi il taccuino di schizzi di ciotole piene di limoni aspri quando sei distratto? Disegni ancora quella donna e il suo violino quando sei felice?

"Perché Dio può avere tutto tranne un amore come il nostro. l'hai notato? Ci hai pensato?"

Mi chiedo se un giorno ci sarà qualcun altro che mi capirà senza parlare, che saprà insegnarmi qualcosa che ho sempre amato fare come hai fatto tu.

"Pensi Dio possa invidiarci?"

Mi chiedo se qualcuno mi parlerà ancora solo sfiorandomi le dita. Se qualcun altro avrà le storie da raccontarmi come facevi tu. Mi chiedo, Yoongi, se nel mondo un'altra persona ancora è fatta per farmi amare la vita come hai fatto tu.
Mi chiedo perché avessi tanta paura ti togliessero qualcosa che poi forse ti sei tolto da solo.

"Dio quelli come noi li separa sempre."

Sono terrorizzato, Yoongi, tocca a me stavolta tremare in estate ma non ci sarà nessuno a tenermi le mani finché non staranno ferme.
So che non tornerai da me, perché Dio quelli innamorati come noi li ha sempre separati in qualche modo. Perché il Dio che temevi tanto è buono solo con chi non ha ciò che lui non può avere, forse. Perché Yoongi, ti dicevo sempre quanto fossi rovinato e marcio dentro ma tu ti tappavi le orecchie. Perché avevi il viso rovinato ed io gli occhi chiusi. Perchè intorno a noi forse era tutto complicato e sempre diverso ma noi eravamo semplici, perché noi eravamo routine, perché noi eravamo la sicurezza della sera. Perché nonostante tutto abbiamo sempre avuto qualcosa in più degli altri, non credi?
È la mia ultima lettera e spero la leggerai col cuore in vista come me mentre la scrivo. Non voglio risposta, voglio finisca così, senza spiegazioni.
Mi piace pensare fossimo così belli da farlo ingelosire, mi piace pensarci ancora così, innamorati e fragili ma invidiati da chi aveva il mondo in mano.