In cinquantanove - CAPITOLO UNO

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Joseph è un giovane adulto sulla quarantina. Qui nel rifugio antiatomico "Ultima Speranza" lo conosciamo tutti come Pigiama e il motivo è semplice: Otto mesi sempre con lo stesso ridicolo pigiama a strisce blu. A dirla tutta, per quanto spesso patetico, Pigiama era il capo: Senza di lui non ci sarebbe stato nessun rifugio. Amava sedersi al centro della sala centrale e raccontare ormai il suo famoso monologo:
-Me lo ricordo come fosse oggi! Sapevamo bene quando quel meteorite sarebbe entrato in collisione con l'atmosfera, eppure eravamo certi che si sarebbe frantumato ancor prima di toccar terra!-
Si metteva le mani in testa, le dita tra i grigi capelli e poi riprendeva con il suo consueto tono rabbioso di quando trattava quest'argomento:
-Ed è proprio cosi che è andata. Si è letteralmente disintegrato nei cieli dell'Asia come previsto. Ma a nessuno, ripeto, a nessuno sarebbe mai passato per la testa che quell'oggetto fosse pregno di un virus simile: Era una bomba chimica. Ha già ucciso più del 99 per cento della popolazione mondiale. Quale nazione avrebbe mai voluto tutto questo?!!-
Quando beveva troppo questo monologo lo diceva in lacrime e ci teneva a far sapere a tutti che non era la rabbia o la perdita dei suoi cari a farlo piangere, ma un sentimento peggiore, un sentimento d'impotenza. Era stanco di vivere nascosto, avrebbe preferito passare una vita scappando , da fuggitivo.
Ci portò nel suo ufficio:
-Guardate il grafico. La collisione è avvenuta in quest'area dell'Asia esattamente il 12 aprile, mentre il primo contagio riscontrato è stato confermato il 16 maggio.-
Proprio in quel momento tirò fuori dei vecchi giornali a sostegno della sua tesi. Puntava il dito su un articolo in particolare in cui si leggeva "sappiamo per certo che l'ALA circola già da un mese in alcuni villaggi remoti della Cina".
-Dunque dal 16 aprile... non è una coincidenza! Da quel giorno il Virus conosciuto come "Alteratore Letale d'Aggressività" si è diffuso alla velocità della luce. A nulla sono valse le quarantene, i voli bloccati, le mascherine e i vaccini. È un virus vigliacco che rende assassini gli infetti. Sembra studiato appositamente per sterminarci!-.

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Pigiama era un ricco ereditiere che aveva passato la sua vita a finanziare studi e ricerche in svariati campi, Alle prime avvisaglie di questo virus un uomo di cui non ha mai voluto rivelare l'identità lo contattò per suggerirgli come agire.
Questo tale, molto attendibile secondo Pigiama, gli aveva detto di indire un esperimento sociale: -raduna 60 persone facoltose nel Bunker di tuo nonno, installa dei panelli fotovoltaici e una piccola pala eolica in superficie, probabilmente si dovrà stare dentro per più di 5 anni. Ti aiuterò io a organizzare e scegliere i partecipanti ma dobbiamo fare in fretta, abbiamo meno di una settimana di tempo-. Questa era stata la chiamata che Pigiama aveva ricevuto dal tale che non voleva si sapesse chi era. All'esperimento sociale ci pensò Pigiama e le regole erano semplici: chiunque sarebbe riuscito a trascorrere 6 mesi "in cattività" rispettando il quieto vivere si sarebbe aggiudicato 250.000 dollari. C'è da precisare che l'esperimento gli è costato la bellezza di 15 milioni di dollari, senza tener conto del rifugio che in parte era già stato realizzato da suo nonno durante la guerra fredda.

Escluse tre persone, tutti gli altri del gruppo erano personalità facoltose, gente che ha studiato. Io mi chiamo Trevor, sono campione nazionale di paintball e tra i più bravi cecchini degli States. Mio padre Albert faceva parte dei corpi speciali dei marines e praticamente appena ho imparato a camminare mi ha dato un'arma in mano. Non sarei qui se non fosse perché Pigiama e mio padre Albert erano amici d'infanzia. L'altro dei tre era il mitico Giobbe, un ex corpo speciale Swat. Diceva di averci scelto per questioni affettive ma ho sempre sospettato che ci avesse selezionati con accuratezza e metodocità, dato che una volta al mese un gruppo di 3 persone abbandonava il rifugio per la bellezza di pochi pericolosissimi secondi. Si usciva armati, si controllava il piccolo impianto eolico e fotovoltaico e si ritornava sotto terra, semplice e indolore.

Altra cosa molto importante: si portava in superficie un computer portatile su cui scaricare tutto ciò che poteva tornarci utile da internet come notizie, guide e informazioni. Un vero peccato che nessuno caricava più niente da tre mesi. Assurdo ma vero, il mondo era proprio agli sgoccioli!.

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Oggi Pigiama aveva chiamato anche me in ufficio, sarei uscito l'indomani a controllare in superficie e non stavo più nella pelle. Io, mio padre Albert, Giobbe e l'immancabile Pigiama, la prima volta che si usciva in 4.
-Partiremo domani mattina, un po' dopo l'alba. Albert monterà sul tetto della mia vecchia dimora, avrà con sé il visore termico e controllerà l'area con il suo fucile da cecchino, mentre io mi avvierò verso i panelli fotovoltaici. La piccola pala eolica non credo abbia problemi comunque le darò un occhiata e tu Giobbe controllerai il perimetro. Trevor, tu invece starai accanto all'ingresso del Rifugio e quando arriverà l'ora aprirai la botola e correremmo dentro spediti!
Non serve che vi spieghi che il virus si propaga fino a 20 metri da un soggetto infetto. Dovete stare particolarmente attenti, sarebbe un bel guaio ritrovarci un ex marines o agente Swat contro e assetato dal desiderio di uccidere!-"

Il Virus ALA non rendeva stupidi, ma assassini, ed è proprio questa la sua caratteristica più pericolosa oltre al fatto che era mortale. Era sera, tutti i 59 presenti erano nella sala centrale, seduti per terra su comodi cuscinetti enormi, le sedie erano troppo scomode in confronto. Pigiama spiegò la sua solita teoria che ormai tutti conoscevamo a memoria, poi aggiornò tutti sulla missione che avremo dovuto affrontare l'indomani. C'era molta gente malcontenta nel gruppo. Otto mesi senza vedere la luce del sole sono tanti, per questo siamo in 59,Annet infatti al settimo mese se ne andata come il contratto permetteva. Le mancava troppo la famiglia e a nulla sono valsi i nostri tentativi di persuaderla. Se ne è andata nonostante le notizie estrapolate mesi prima da internet affermassero che sul pianeta sono state sganciate 32 testate nucleari.
Praticamente dove non ha ucciso il virus lo ha fatto l'uomo infetto.
Se siamo vivi è perché nessuno là fuori sa di noi e Annet rischiava di metterci un pericolo. Mio padre Albert aveva proposto di legarla e dedicare una stanza apposita per quelli che come lei non resistevano. Gli altri studiosi e plurilaureati però avevano rifiutato tassativamente, in particolar modo Sarah, un avvocato. Ora Annet probabilmente è un cadavere grazie al buonismo dei nostri compagni, mi ripeteva spesso mio padre. Verso le 22:00 prendeva parola Giobbe, era il suo momento. Ogni giorno se ne inventava una per farci ridere e dimenticare le brutte cose, un genio delle barzellette insomma. Si mise in centro ed iniziò:
-Tutti qui avrete letto la Genesi, c'è una parte però che è stata censurata dalla Chiesa. Quella dove Adamo chiede al Signore "perché hai fatto Eva così tanto bella?" e lui gli risponde "perché tu la potessi amare, mi sembra ovvio". Adamo non contento proseguì "e perché allora l'hai fatta cosi tanto stupida?" "Adamo, figlio mio, dovevo pur far qualcosa perché lei amasse te!"-.
Salirono le risate e proprio Sarah gli disse:
-Ma si può essere cosi scemi?-
Poi è anche vero che Sarah rideva a qualsiasi sciocchezza raccontasse Giobbe, ne era innamorata follemente, un amore ricambiato il loro. Giobbe d'altro canto sapeva anche essere tenero e stupire con cose semplici. Si erano conosciuti qui e dal primo giorno sono diventati inseparabili.
-Sono proprio contento di vederti sorridere- le disse Giobbe all'orecchio.
-Alla fine il dottor Worrick ha detto che non mi devo preoccupare. Ho nausea perché ho passato troppo tempo qui dentro e il cibo in scatola non è proprio come mangiar verdura dall'orto di casa, tutto qua, nulla di grave-
Si affrettò a rassicurarla lei.
-Presto finirà questa prigionia amore mio- concluse lui dandole un tenero bacio sul collo.
-Smettila di fare lo sdolcinato e corri a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata- lo riprese mio padre dandogli una pacca sulla schiena. Si conoscevano praticamente dall'asilo.
Giunsero presto le undici e le luci del Rifugio si spegnevano una ad una..

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{Ragazzi, che dire? Ho buttato giù quello che mi passava per la testa. Mi stavo chiedendo se non esagero con la lunghezza dei capitoli, devo farli più corti? 🍒}

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