Mi svegliarono la mattina presto. Finalmente indossavo i pantaloni tattici pieni di tasche, mi munivo di una pistola, un fucile d'assalto sulle spalle e un coltello, non desideravo altro. Mio padre invece era armato di una pistola, di un fucile di precisione e di un visore termico, l'unico costosissimo visore che avevamo. Giobbe aveva con sé solo un mitragliatore leggero e uno zaino, tuta Adidas e scarpe sportive giallo evidenziatore. Pigiama nella mano destra reggeva la sua valigetta di lavoro e alla testa portava un berrettino con visiera, la barba era corta e i capelli spettinati. -Dai mettiti qualcosa che non sia un pigiama per piacere!- gli dissi. -Ho investito decine di milioni di dollari in brand d'alta moda, ora sono libero di vestirmi come mi pare e piace e ringrazia il cielo che non giro nudo!-. Capì che era una causa persa: -me la dici una cosa?- gli chiesi incuriosito. -Basta che non mi chiedi chi mi ha suggerito di fare tutto questo- gli rispose riferendosi al rifugio, mi aveva letto nel pensiero. -Lascia stare, tanto prima o poi dovrai dirmelo-. Allora mi sussurrò all' orecchio: -se ti dicessi che non so che faccia e che nome abbia?- -Come sarebbe?- gli chiesi ancora più incuriosito. -Non lo ho mai visto di persona. Lui mi chiamava spesso e mi avvisava sui cambi di mercato, dove investire i soldi e cose simili ma si presentava sempre col nome di "Volpe Orfana". -Mi stai dicendo che ti sei fidato di uno che si fa chiamare "Volpe Orfana".- -C'è un orfanotrofio in Europa dove un pazzo ha adottato un gruppo ristretto di bambini offrendo loro un'istruzione che li ha portati ad un livello fuori dal comune.
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Questi orfani si presentano sempre utilizzando il nome di un animale accompagnato dalla dicitura "Orfano"-. -È tipo una setta segreta?- -Non li definirei così. Sono solo persone riservate che amano mettersi in gioco tra di loro, non gli interessa che il mondo sappia cosa combinano...- In quel momento il dottor Worrick si avvicinò e Pigiama mi invitò con un gesto frettoloso a cambiare discorso. Capì che non dovevo farne parola con nessuno. -Ragazzi siete pronti?- chiese Worrick e Pigiama annuì. -Prendete gli auricolari, vi serviranno per tenervi in contatto l'uno con l'altro una volta in superficie-. Era giunta l'ora di abbandonare il rifugio. Uscire dal rifugio non era così scontato. La struttura aveva circa 1200 m2 di superficie. I nostri compagni si erano disposti spalla contro spalla in fila ordinata per salutarci, mancava solo l'inno americano e sarebbe potuto sembrare che partissimo per l'Afghanistan. Ci avviamo verso il portone blindato che dava alla cosiddetta "anti-camera", una stanza che serviva alla decontaminazione con docce speciali, tute e ricambi anti radiazioni nucleari. Il portone era così grosso che era impossibile sentire o comunicare dall'anticamera al rifugio, però c'era una finestrella da dove riuscii a intravedere il volto di Rose, la più giovane del gruppo. In quel momento mi voltai di scatto e la sorpresi fissarmi dritto negli occhi. -Ma quanto sei bella?- le dissi a bassa voce sperando potesse leggermi le labbra. Poi mi voltai e percorremmo le scale che portavano in superficie mentre Pigiama provava a stuzzicarmi dicendo -si vede che siete fatti l'uno per l'altra... scherzo! Probabilmente sei il più giovane del pianeta, non ha altre scelte..-
-Grazie sei davvero molto gentile-.
Giunti quasi in superficie c'era una grande botola che mio padre Albert aprì. Mi ricordava la botola dei sommergibili. Aperta quella botola c'era un cielo azzurrino e cercavo disperatamente di scorgere qualche uccello. Il vento accarezzava la mia pelle. Mi ero scordato di quanto fosse delicato e gradevole:- Ahh il vento...- sussurrai.🍒🍒🍒🍒🍒🍒🍒🍒
Mio padre corse in tutta fretta verso la vecchia casa di Joseph, salì fino al terzo piano e uscì da una finestra che dava sul tetto. Da lì aveva una vista a 360 gradi e con il visore termico avrebbe potuto rilevare qualsiasi minaccia si fosse avvicinata. Acuì l'udito per sentire il cinguettio degli uccelli che mi rimandava a vecchi ricordi nostalgici mentre Giobbe iniziò a girare lungo un perimetro immaginario prefissato. Pigiama iniziò a controllare il quadro elettrico dei pannelli e capì subito cosa non andava:-Che strano?! c'è un collegamento staccato... ci vorrà meno di un secondo- ci comunicò dagli auricolari. Io nel frattempo accesi il personal computer ma non c'era rete neanche in superficie.- Ragazzi, internet è ufficialmente morto, probabilmente non ci sono più neanche satelliti in orbita ormai-. Poi Giobbe commentò:- ecco una notizia che non avrei mai voluto ricevere! Secondo voi si ritornerà ai porno cartacei?? Che palle...- Ma venne interrotto da mio padre:- Giobbe attento! Rilevo una fonte di calore accanto a te, spero sia un cane ma ho paura, non vedo bene-.
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Non era un cane. I cespugli si mossero ed uscì Annet, la biologa che aveva abbandonato l'esperimento al settimo mese. -Ciao Annet- le disse Giobbe puntandole il mitra. - Vedo che sei alquanto ridotta male, tutta magra e disidratata...Le tue labbra sanguinano da quanto le hai morse. Ormai sei "infetta" fino al midollo-.
-Non vorrai spararmi dopo tutto quello che abbiamo passato?-
-Se ci tenevi te ne stavi con noi stupida!-
-Forse hai ragione. Sai pensavo che ve la sareste cavata, che sareste sopravvissuti visto che eravate tutte persone in gamba in quel fotutissimo rifugio. Eravate senza dubbio gli ultimi superstiti di questo pianeta.-
-Cosa intendi con eravate?- Qui Annet si mise a ridacchiare:- ma non vedi quanto vicini siamo? Oramai anche tu sei infetto. Dapprima non ci vorrai credere e te ne tornerai con gli altri dentro, ma entro quattro giorni ti accorgerai che ti sta salendo la voglia di uccidere e di morderti le labbra. Ora che so che morirete non sai quanto sono felice... Ho cercato per tre settimane qualcuno da uccidere e poi mi siete tornati in mente voi. Mi è bastato staccare un cavetto dal quadro elettrico ed eccovi fuori dalla tana!- Annet non sapeva dell'auricolare da cui tutti stavano sentendo. Trevor era terrorizzato come anche Pigiama perché non sapevano cosa fare. Fu Albert a prendere la situazione in mano e disse:-Giobbe devi dire questo ad Annet da parte mia "eri una gran stronza ancora prima di essere infetta, figuriamoci adesso"!-. Giobbe accennò un sorriso e riferì ciò ad Annet. Sussurrò poi qualcosa del tipo - dii a Sarah qualcosa di carino, Albert- Mentre io stavo assistendo a tutto da una sessantina di metri, pietrificato dalla paura, un rumore assordante mi sbloccò: uno sparo singolo perforò il cranio del povero Giobbe che venne gettato a terra inerme. Un secondo rapido e successivo colpo abbatté Annet. -Corrette!- urlò Pigiama. Alzai la botola e l'ultimo ad entrare fu Albert che scese a gran velocità abbandonando il fucile sul posto. "Cos'hai fatto papà?" pensai mentre nella mia testa l'immagine di Giobbe che cadeva senza vita per terra non voleva proprio andarsene.(Dicono che il mondo sia popolato da sentimentalisti e persone vere 🍒 I sentimentalisti sono quei patrioti che cantano la patria mentre le persone vere muoiono in fronte. I sentimentalisti sono quelle persone che urlano se vedono un bambino annegare nel torrente, digitano il numero dei soccorsi o alzano le mani, le persone vere si dovrebbero solo tuffare. Albert che persona è?)
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Arrivano.
Science FictionCiao a tutti 🍒 questa è la mia nuova storia e per qualsiasi cosa non esitate a chiedere 🍒🍒🍒