Si dice che un attimo prima di morire ti passi davanti tutta la vita. Io, che alla morte ci sono andato davvero molto, ma molto, vicino, posso affermare che non è esattamente corretto dire che ti appaiono davanti agli occhi tutti i più felici eventi della tua vita.
Non di tutta, perlomeno. Prima di avvertire lo schianto e vedere tutto buio rammento solo di avere sentito un profumo familiare.
Non so come sia stato possibile: ricordo che alle superiori il mio professore di storia dell'arte aveva sposato un'interessante teoria sulle sensazioni. Diceva che la memoria olfattiva era forse il tipo di memoria migliore, perché possederla permette di associare, e di conseguenza evocare, avvenimenti del nostro passato.
Il professore tentava di spiegare, però, quanto fosse rara la capacità di immaginare un odore e di sentirlo in sua assenza.
"Mentre ricordiamo nitidamente la voce di una persona o il colore del cielo di ieri, è molto difficile che io, in questo momento, possa ricordare com'era il profumo del dopobarba di mio padre."
Quindi, è molto strano che io abbia percepito e ricordato quel dolce profumo di mandorla e fiori, che in realtà sono due, ma per me vale come uno. Un odore unico e inconfondibile.
Mi è venuto in mente di quando ancora piccoli stavamo nella casa fatiscente giallognola, nella cittadina di Tellaro. L'appartamento aveva quattro stanze, una era la nostra camera da letto: con un letto matrimoniale per me e per mia sorella e una scrivania dove poter fare i compiti; poi c'erano la cucina, la sala e la camera di mamma e papà, che aveva anche il bagno. Era il piccolo paradiso mio e di mia sorella Francesca.
Per andare in spiaggia ci piaceva fare una strada formata solo da larghi gradini che scendevano fino al mare, completamente circondata da case da entrambi i lati, dalle quali pendevano fiori di ogni specie. Era meraviglioso attraversare quella via stretta e lunga e sentire il profumo dei fiori.
Ogni tanto Francesca prendeva un fiore e se lo infilava tra i suoi capelli ricci e ramati, avvicinava la testa al mio viso e con innocenza mi diceva "Dai, senti! Di cosa sa?". Rispondevo che aveva un buon profumo, e anche il suo di profumo era gradevole: mandorle e fiori.