Probabilmente vi sarete chieste quando si raggiunge il limite di sopportazione di una persona, una ragazza che dovrebbe solo essere felice e vivere con spensieratezza le sue giornate come se alla fine ci fosse qualcosa che la convinca a sorridere e dire "ehi cavolo sono sulla giusta via."
Mi chiamo Sabrina, ho 17 anni i capelli neri, la mia lunga e folta frangia che ricopre la fronte, gli occhi azzurri e passo le mie giornate sul mio letto a guardare quelle pillole bianche, rosse e blu che sono tutte per me.
Le odio tanto ma allo stesso tempo sono le uniche cose che sento mie.
Sono sola con mia madre da quando avevo 6 anni, mio padre non è o meglio era credo una bella persona, sinceramente sono felice che se ne sia andato.
Lo odiavo in tutti gli aspetti, tornava tardi a casa, picchiava mia madre, stava sempre con una bottiglia di alcohol in mano e aveva fatto il buco sulla poltrona in salotto.
Forse c'è solo una cosa che mi impediva di odiarlo del tutto, il fatto che fosse l'unico a dire che io fossi normale.
Per carità sono perfettamente consapevole dei miei problemi e della gravità della situazione ma sentirsi dire che non avevo un cazzo di problema e che non dovevo pensare a queste cose ma solo a giocare mi faceva sentire un po' meglio ecco,che fossero state parole dette da un ubriacone pazzo o da qualche altro non mi importava.In effetti non mi è mai importato nulla nella mia vita.
La notte alle quattro del mattino mentre sono seduta al centro della stanza a guardare il soffitto penso a un sacco di cose.
Mi chiedo-
Io,Sabrina,sono la normale o quella anormale perché diamine ci penso e ripenso ma non riesco a capire, nel senso chi è chi decide la normalità di un individuo, cosa te lo fa pensare, non esiste un significato alla parola normale, ma non esiste il significato alla parola stessa "significato", niente ha un significato, perfino la parola "niente"o proprio "parola"
Sabrina non ha alcun significato, io non significo nulla.Che cos'è il significato?
non c'è, non esistePoi mi prendono le crisi e finisco per piangere con la faccia spiaccicata su una mattonella.
Sono giunta alla conclusione che il nostro problema siamo noi stessi.
Ho passato così tanto tempo a psicoanalizzarmi e cercare di capire qualcosa di così complesso che non so spiegare.
Non è una cosa razionale o una cosa irrazionale perché appunto non ha un significato preciso e cavolo se è difficile dio santo.
quindi dopo aver ripetuto questo ancora una volta come ogni notte mi trascino al letto e salgo su, mi aiuto con le unghie e per questo mi faccio male ma non mi causa problema, il male fisico non è paragonabile a quello mentale.
Dopo aver preso le gocce per dormire aspetto quei 10 minuti che facciano effetto.
L'ultimo pensiero prima di addormentarmi è di andare con mia madre a casa dei nostri vicini che ci hanno invitato.
Appena sapranno che accolgono una pazza in casa...
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𝙽𝚊𝚜𝚜𝚢♡
Teen FictionSabrina ha appena compiuto 17 anni,dopo essere stata per tutto questo tempo chiusa nella sua stanza ad assumere psicofarmaci e tranquillanti per i suoi problemi si trasferisce con sua madre in una nuova città, in un quartiere residenziale, lì incont...