Nuovo inizio

3 1 0
                                    

-Innamorato di qualcuno? Ma ti senti quando parli? L'hai appena conosciuta e ha il diritto di sapere la verità. E poi non puoi innamorarti di qualcuno che conosci da 5 minuti...- -Si lo so hai ragione ma in quel poco che ho potuto provare non ho mai provato questa sensazione... Ma sono stato egoista lo so... Ti prometto che glielo dirò ma prima voglio conoscerla così com'è, come una carta bianca. Ora vado da lei. Ciao.- -Si ma non credo che sia una buona id...- Nemmeno il tempo che Liam potesse finire la frase, che Jackson è già corso via da lei. Entrò nella sua stanza. Vide un viso impaurito e spaventato, si sentiva in colpa... -Ehi... Come ti senti? Lo so che in questo momento sei molto confusa e mi dispiace tanto...- -Perché dovrebbe mai dispiacerti? Non è colpa tua...- Intanto Jackson abbassava la testa guardando il pavimento e poi Ella continuò:-È solo che mi son sentita come se fossi nata per la prima volta, ma in realtà sapevo di aver già vissuto. Lo so sembra sciocco. È una sensazione stranissima e sono un po' scossa... Ma sono anche un po' confusa su un po' di cose...- -Dimmi tutto!- -Ma... La mia famiglia...?- Jackson non aveva pensato a questo dubbio che le sarebbe potuto venire. Così in preda al panico disse: -Oh Ella... Non sai quanto mi dispiaccia ma... I tuoi genitori... Beh loro non ci sono più...- Gli occhi di Ella cominciarono a diventare sempre più lucidi, ma non voleva far uscire le lacrime, le tratteneva. E nella sua testa pensava: "Ma come possono mancarmi persone che non conosco..." Però aveva comunque un senso di angoscia. Jackson si avvicinò a lei vedendola talmente impaurita e spaventata, si sedette sul bordo del letto e le strinse la mano: -Io ci sono ok? Lo so che fa male sentirsi dire un milione di cose e non ricordarsi nemmeno mezza, non oso immaginare come dovresti sentirti tu... Ma ti prometto che per qualunque cosa io ci sono...- Ella strinse a sua volta la sua mano e gli fece un cenno con la testa come per dire "Grazie". -Cos'è questo?- disse Jackson prendendo il vassoio del cibo dell'ospedale di Ella, poi continuò: - Non vorrai mica mangiarlo... Aspetta...- Uscì dalla camera e andò a parlare con un infermiere. Nel giro di qualche minuto ritornò da lei e le disse: -Su alzati, ti porto fuori.- I suoi occhi si illuminarono di gioia. Poi si ricordò della veste dell'ospedale e cercò di trovare in quella stanza i suoi vestiti ma non li trovò: -Ehm c'è un problema... I vestiti- Oh giusto... I tuoi... Beh se vuoi andiamo insieme a casa a prenderli.- -Ma non posso uscire così!- -Tranquilla... Ho la macchina, non ti vedrà nessuno.- Si preparano e andarono verso casa sua. Intanto Ella guardava attraverso il finestrino quella città sconosciuta a lei. Cercava nei volti, negli odori, nei colori di capire qualcosa in più su di lei, ma non ce la fece. Poi si voltò verso Jackson e vide in lui sempre del panico, dello stress, il volante era tenuto da mani sudate e tremanti. E poi anche lui si voltò verso di lei e i loro sguardi si incrociarono per un secondo, per poi girarsi entrambi per l'imbarazzo.
C'era tensione in quel veicolo... Ma Ella presa dai sui pensieri, dai suoi dubbi, senza pensarci due volte disse -Mi volevano bene?- -Chi?- ribatté il ragazzo -I miei genitori, la mia famiglia, mi volevano bene?- -Oh Ella, si te ne volevano tanto, un bene immenso...- Ella fece un sospiro e si zittì. Dopo 10 minuti in auto arrivarono in questo condominio. Jackson scese frettolosamente dal veicolo e aprì lo sportello della ragazza. -Grazie- -Ehi aspetta metti questa, c'è un po' di venticello fuori.- E le porse la sua giacca sulle sue spalle. Lei lo guardò meglio occhi, sorrise e poi disse: -Quindi è qui che abito?- Jackson annuì -Prego, entriamo.- Salirono fino al quinto piano, Jackson aveva le chiavi di casa, le infilò e aprì la porta. Ella entrò per perlustrare l'appartamento e per provare a ricordare qualcosa. Entrando vi era un salotto molto luminoso e semplice dotato di una immensa libreria. "Mi piace leggere!" pensò Ella. Proseguendo arrivò in cucina, carina anche questa, poi in bagno, piccolo ma sufficiente per lei e infine nella sua camera da letto. Rispetto alle altre stanze era enorme: un letto grande e soffice, quadri d'arte appesi sui muri, una scrivania disordinatissima e per finire una grande cabina armadio. -Wow!- -Ti piace, eh- -Mh mh.- -Jackson, ehm io ora dovrei cambiarmi.- -Ah sì, sì, scusa. Ti aspetto in salotto. Ella giocava coi vestiti dell'armadio finché non scelse cosa indossare per quella giornata leggermente fredda: una gonna corta a mezza ruota rosa, una maglietta bianca, una giacca nera e degli stivaletti corti fino alla caviglia. Si recò verso il soggiorno. -Wow, stai benissimo Ella.- -Ehm grazie.- Disse arrossendo. Ma quel leggero imbarazzo scomparse quando gli occhi della ragazza si distrassero nel paesaggio che si intravedeva dal suo balcone: un sole caldo e intenso che tramontava nei suoi colori caldi e afosi che si fondevano con quelli delle foglie autunnali degli alberi. Al vedere quella meraviglia una lacrima le scese giù per il volto e rimase fissa lì per dieci minuti senza dire nulla.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 13, 2021 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Where our souls meetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora