Per me esisti solo tu

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Sono bloccato a terra con dei pugnali...la donna pallone mi sta guardando non dovevo parlare ma non potevo neanche lasciare Saori in mano sua. Chiudo gli occhi sta arrivando ma stranamente non sento nulla. Dopo averli aperti mi trovo davanti il corpo di Usagi che mi protegge. La mia principessa lo ha sempre fatto!
«Sailor Moon vattene» Scrolla la testa e rimane lì ma sento che le forze la stanno abbandonando non posso lasciarla con il nemico....Usagi
«Usakoooooo!!!» Afferro uno dei pugnali e dopo aver colpito il pallone l' afferro cercando di farle aprire gli occhi con i quali poi mi sorride debolmente.
«Usako....Usako» Sailor ChibiMoon la chiama e dopo aver sconfitto del dannato pallone la mia Usa si precipita ad aiutarmi togliendo i pugnali i suoi gesti sono lenti e dolci per non farmi male è sempre così premurosa...mi accarezza una guancia e poggia la fronte sulla mia mentre sorrido felice «Non farlo più ok? Mi hai fatto preoccupare» Annuisce poi voltando lo sguardo incontra lo sguardo di Saori, sospirando si allontana. Sono convinto che Saori abbia sentito tutto e ciò mi preoccupa! Usagi la soccorre, la rassicura e chiede se ha bisogno dei soccorsi, lei nega e aiutata da Sailor Moon si alza. Chibiusa si avvicina e sussurrando mi dice una cosa che non capisco
«È fragile papà...ricordalo sempre!»
«Torna a casa Chibi sto bene»
«Tu sì, lei no! Ciao Mamo» mi dice per poi andarsene
Saori si avvicina con il suo regalo in mano «Stai bene?» Annuisco e mi tocco la testa un po' dolorante
«Ti riaccompagno dai andiamo»
«Saori non ce n'è bisogno, ma grazie lo stesso» Mi guardo attorno e di Usagi non c'è traccia. Mi gira la testa, la sento pesante e mi inginocchio a terra premendomi la testa la sento pulsare, ho preso una bella botta Saori cerca di toccarmi ma sento un urlo proprio dietro di me.
«Mamo-chan! Mamo stai bene?» Usako, ti inginocchi vicino a me, sentire la tua voce è meraviglioso come la tua mano nei miei capelli una mano che riconoscerei fra mille. Chiudo gli occhi estasiato e sorrido mentre l'altra mano vaga sulla mia schiena cercando non so cosa.
«Mamo sei ferito andiamo in ospedale» cerchi di alzarmi ma afferro una tua piccola mano è soffice ma forte lo è sempre stata
«Non è niente vedrai che mi passa»
«Mamoru è la stessa spalla, sanguina e dovresti stare più attento» annuisco sorridendo
«Senti dolore da qualche parte? Posso fare qualcosa?»
«Non ho più dolore finché sei qui! Sì! Andiamo a casa» Guardo Saori mentre sorridendo la saluto e sorretto dalla mia donna torno a casa. Mentre mi accompagna a casa Usagi non interloquisce, non mi prende per mano non fa nulla se non sorreggermi ed io non so che fare, non so cosa abbia. Voglio farla felice mi fa male vederla triste. In appartamento controlla se ho ferite poi mi appoggia sul capo del ghiaccio per la botta presa ma continua a non spiccare parola. Dal mobiletto prende la cassetta di pronto soccorso
«Usako....parlami voglio sentire la tua voce» dopo il silenzio sospira
«Cosa ci facevi con Saori?»
«Mi ha chiesto un consiglio per comprare un regalo per un ragazzo e l'ho aiutata»
«Non hai capito vero? Uomini non capiscono mai niente. Il regalo era per te...»
«Ma che dici...»
«Sicuro? Chissà tra non molto piomberà qui con un regalo per te e pure azzeccato guarda caso scelto proprio da te!»
«Usa lei lo sa. Per me esisti solo tu, è te che amo non lei, deve farsene una ragione....Usako...» Si volta andando sul bancone afferra la ringhiera con forza scommetto che ha le lacrime agli occhi, mi avvicino e l'abbraccio da dietro con amore cercando di evitare il dolore alla spalla
«Usako non voglio vedere i tuoi splendidi occhi lucidi e spenti. I tuoi occhi devono ridere essere felici come me in questo preciso momento»
«Lo sai che io...che io» e piange sfogandosi
«Usa Saori ti vede solo invidiare sei bellissima, dolce, coraggiosa, altruista, sei mia...»
«Si ma io non sono intelligente, non cucino bene non so so come comportarmi con te fuori da queste quattro mura, mi sento sbaglia....»
«Non dirlo mai... - le dico voltandola - ...tu sei perfetta così come sei, tu sei tutto ciò di più bello e prezioso che io abbia, non dimenticarlo mai!» Abbassa il viso mentre io con le mani le afferro le guance rese rosse dal pianto e mentre le asciugo le ultime lacrime.
«Non piangere più ok? Sei molto più bella quando sorridi. Infermiera mi vuole medicare?» Annuisce sorridendo e afferrandola per la schiena la bacio con tutto l'amore che ho, con tutto l'amore che merita mentre mi accarezza il collo e i capelli mentre io le sfioro la schiena. Questo bacio sta diventando pericoloso, poco casto più passionale come sempre alla fine di ogni battaglia. Le sue labbra sono rosse e gonfie dal lungo bacio ed io ne vorrei ancora e ancora.
«Preparo il disinfettante ok?» dice accarezzandomi. Mentre torna dentro osservo il cielo azzurro quasi come i suoi occhi, ma i suoi sono più lucenti, abbassando lo sguardo noto Saori che mi sta guardando la saluto e torno dentro. Usagi mi fa sedere sulla sedia mentre lentamente apro i bottoni ma cercando di sfilarla sento le fitte alla spalla. Usagi si avvicina e lentamente me la toglie mettendola in una bacinella piena d'acqua.
«Che fai?»
«Per togliere il sangue la metto in acqua fredda» Sorrido felice poi passa il betadine sulla ferita con tocchi leggeri. Pulita e asciugata la ferita ci spalma la crema poi sentiamo il campanello suonare. Sappiamo già chi è!
«Vado io» Quando torna dietro di lei arriva Saori che arrossisce vedendomi a torso nudo. Usagi invece dopo aver lavato le mani dalla crema mi mette un cerotto.
«Usako puoi mettere il ghiaccio in freezer?» Non risponde ma annuisce poi afferra la bacinella e la porta in lavanderia. Io e Saori rimaniamo in cucina in assoluto silenzio mentre Usagi torna con un camicia bianca una delle tante che ho. Mi alzo afferrandola ma mi colpisce un'altra fitta di cui Usagi si accorge dalla smorfia leggera presente sul mio viso
«Dai faccio io voltati.» Mi infila la camicia e sistema il colletto poi io me la chiudo da solo.
«Vado a casa Mamo. Sei ti serve qualcosa chiamami d'accordo? Buon pomeriggio Saori!»
«Saori aspetta qui un attimo» mi alzo e vado all'ingresso dove la mia ragazza sta per infilarsi le scarpe ma la blocco prendendole un braccio ma non si volta è arrabbiata ed io non capisco perché. Usagi è sempre stata gelosa ma questa volta sembra essere diverso.
«Usa resta qui, questa è anche casa tua! Quando saremo sposati e avremo ospiti te ne andrai via lasciandomi qui da solo?» Si gira con la bocca spalancata «Dai resta per me! E' bello vederti girare per casa dai così prepari la tua limonata.»
«Va bene, hai vinto»
«Vinci sempre tu
Sorride e dopo aver sfiorato la mia bocca con la sua torna in cucina dove prepara la sua limonata.
«Allora Saori, cosa ti porta qui?» la vedo strana
«Beh ecco, posso farti una domanda Usagi?»
«Certo dimmi pure»
«Da quanto tempo sei Sailor Moon?» Usagi davanti al piano cottura fa scivolare il bicchiere pieno di limonata mentre io rimango scioccato da questa uscita.
«Ma che dici! Io non sono Sailor Moon, sarebbe strano e poi lei sembra più coraggiosa e brava di me...» dice mentre pulisce il macello che ha combinato
«Avanti Usagi, ho sentito benissimo poco fa. Mamoru ha urlato il tuo nome quando Sailor Moon lo ha protetto e poi quello sguardo innamorato e preoccupato allo stesso tempo che avevate entrambi.»
«Ma no avrai sentito e visto male» le risponde lei. Cosa ho fatto, mi sono fatto sfuggire la vera identità della paladina della legge! Ho fatto un disastro.
«Usagi ascolta voglio solo capire come Mamoru, un giovane intelligente e bravo, abbia come fidanzata una ragazzina e che per di più ha una doppia identità» sospiro e guardo Usagi che rimane scioccata da quella confessione ha gli occhi lucidi ma ora tocca a me.
«Ascolta Saori prima cosa lei non è una ragazzina ma la mia fidanzata, secondo io non sto con Usagi solo perchè ha una doppia identità, io sto con lei perché la amo ed ha moltissime qualità, lei è speciale perchè è se stessa, non cerca di farsi piacere dagli altri è apprezzata così com'è.» Sono felice di quello che ho detto perché è la verità, amo la mia ragazza
«E tu da quanto tempo lo sai?» mi sta stufando possibile che sia così testarda? Chibiusa questa mattina ci aveva visto giusto e prima di noi! Che fosse quello il problema di Usagi? Si era convinta che io non l'amassi più? Sono stato uno stupido!
«Questo non ha importanza,la cosa importante è che la amo più di me stesso» wow oggi ho confessato ad una persona che non è suo padre che amo Usagi più di me stesso. Usagi si avvicina e mi bacia la tempia poi mi sorride, il sorriso più bello che ha che rivolge solo a me!
«Bene Saori noi ora abbiamo da fare quindi ti salutiamo.» Riluttante se ne va così posso rilassarmi. «Finalmente è andata via. Non ne potevo più»
«Non eri di questo parere stamattina»
«Lo so scusa hai ragione...ma non mi è piaciuto quello che ha detto su di te. Nessuno può offenderti.» Ci sediamo sul divano abbracciati ormai è scesa la sera. «Resti qui stanotte? E' da molto che non stiamo un po' da soli» lo so è azzardato ma non voglio lasciarla andare.
«Dovrei farmi coprire da una delle ragazze ma se Chibiusa parla sono fregata.»
«Parlo io con Chibiusa vedrai che capirà»
«Allora va bene!» Quel sorriso mi spiazza sempre vorrei fosse sempre per me
«Hai fame? Dai preparo qualcosa»
«Alto là, tu non ti muovi, preparo io tu puoi al massimo supervisionare, siamo intesi?»
«Tutto quello che vuoi principessa» abbassa lo sguardo imbarazzata e alzandole il volto la bacio
«Pesca e Limone»
«Cosa?» chiede stupita dalla mia sciocca uscita
«Il sapore delle tue labbra pesca e limone» arrossisce ed è ancora più bella.
«Ti amo Usako» mi guarda sorridendo con gli occhi luccicanti
«Ti amo Mamo-chan» ad ogni parola mi sento morire di felicità
«Per sempre mia» è ciò che voglio
«Per sempre mio» ed ogni bacio sarà un filo rosso quel filo che ci ha legato in passato, che ci lega oggi e che ci legherà domani!
Ti starò vicino perchè per me esisti solo tu, Usako!

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