Un anno passa velocemente e neppure ce ne accorgiamo,come se il tempo non fosse affare nostro. Mi ritrovo sempre gli ultimi giorni dell’anno a pensare al ieri e poco al domani, come se lo temessi, e faccio considerazioni, riflessioni su come sono,su quello che è successo o su quello che secondo me non doveva succedere.
“Giudi,siediti a tavola” mi invita mia nonna,dandomi un vassoio di carne tra le mani. Obbedisco e mi siedo al mio posto vicino a mia zia. Zia Nene mi sorride,come spesso fa,mi accarezza dolcemente e continua a parlare con suo figlio. Aspetto il mio piatto e osservo tutti i movimenti di mia nonna che si occupa di riempire i piatti di tutti,nessuno escluso. Sento mio zio che mi chiama e mi bacia e nel giro di pochi minuti lo fa ripetutamente…non ci vedevamo da tempo.
“Buon appetito!” augura mia mamma ridendo mentre si siede al mio fianco. Oh,il mio momento preferito: tutti hanno la bocca occupata e si sente quel silenzio godurioso,di assaggio,quasi infinito…
Questa è una scena che si ripete ogni Santo Natale ma non mi limito nel dire che in questo giorno è la sola cosa che mi interessa di rivedere perché per quei pochi secondi sembra che tutto sia risolto,si abbandonano i problemi,le tristezze,le paranoie e ci si immerge in quel momento. Non mi è mai piaciuto il Natale soprattutto perché ho sempre avuto una famiglia “a metà” e quindi mi è sempre sembrato di festeggiarlo a metà,oltre al fatto che non sono credente. Probabilmente le feste mi mettono un po’ di nostalgia visto che mi accorgo di più di chi manca e non di chi c’è realmente ma spero di cambiare,spero di poter fare diversamente in un futuro con la mia famiglia. Il pranzo di si conclude e in contemporanea termina anche il concerto di Natale che veniva trasmesso in tv. Spesso,mentre tutti parlano,mi soffermo a guardare l’orchestra e dico guardare perché mi è impossibile sentire visto la chiacchere; così mi immagino la musica mentre osservo i violinisti: adoro i violini,adoro il loro suono fragile ma al contempo potente,adoro la loro armonia, adoro la danza delle dita dei violinisti e i loro movimenti con il capo che sembrano seguire quell’onda sonora che li avvolge.
“Giudi,prendi il pandoro” mi distrae mia madre. Mi alzo dalla sedia,raggiungo la cucina e nel frattempo riconosco lo squillo del mio cellulare: è arrivato un messaggio. Spero sia il suo.
Ritorno con il pandoro ma non con la mia mente che è rimasta altrove.