Zenvor

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«Avete mai sentito parlare delle sirene? Oh ma certo che sì! Nei libri, fiabe o leggende, o magari in un film o magari, perché no, in un bel cartone animato per bambini. Di certo ne avrete sentito parlare in tutti i modi. Alcuni le descrivono come delle dolci creature del mare, altri come vere e proprie incantatrici. Ma la nostra domanda è: vi siete mai chiesti quale sia il cibo preferito dalle sirene? Oh beh, mettetevi comodi e ascoltate cosa abbiamo da dirvi. Resterete sorpresi. Fareste meglio a mantenere la calma perché, sapete, l'odore della paura attira le creature degli abissi...»

Non c'era verso: quelle parole, così come l'intero copione, continuavano a tornargli in mente ogniqualvolta si ritrovasse circondato dal silenzio quasi assoluto degli abissi.

Durante ogni singola impresa i ricordi di quel periodo tornavano regolarmente a tormentarlo.

D'accordo, con un amico come camera man e l'equipaggiamento efinibile al meglio come amatoriale il risultato non poteva certo considerarsi al pari di una produzione di alto livello; eppure su quel progetto ci aveva perso il sonno per mesi.

Ancora non poteva capacitarsi che ogni singola emittente avesse cassato la sua proposta, che alcuni caporedattori avessero a stento trattenuto le risate al conoscere il soggetto del suo documentario. Tutti l'avevano bocciato, o almeno tutti i capoccioni delle principali major televisive.

Solo il CEO di una piccola emittente locale, uno degli utili contatti di un uo collega, si era dimostrato interessato a ciò che lui aveva da proporre.

«Non è esattamente quella che chiamerei "scienza ufficiale"» aveva ammesso durante il loro colloquio «Ma è insolito, è alternativo e originale. Mi piace e penso piacerà ai nostri spettatori!»

E quindi eccolo lì, diversi mesi e un considerevole numero di migliaia di dollari di investimento dopo, a migliaia di metri sotto l'oceano alla ricerca di qualcosa che solo lui e forse pochissime altre persone al mondo credevano esistere.

Fu il gracchiare della ricetrasmittente che portava alla cintura a strappare il Dottor Jensen dalle sue cupe riflessioni.

«Dimmi, Lars» bofonchiò di malavoglia in direzione dell'apparecchio che ora stringeva tra le mani.

«Dovresti... dovresti venire su al ponte di comando, Rolf...»

«Che succede, problemi?» domandò il Dottor Jensen tendendo l'orecchio per tentare di percepire eventuali suoni insoliti o voci concitate dai restanti locali del sommergibile.

«Niente affatto» replicò il Dottor Berg riuscendo a stento a mascherare quella che al collega sembrava di poter interpretare come profonda emozione «L'uomo al sonar ha rilevato qualcosa... qualcosa di grosso che ci sta nuotando intorno da un po'.»

«Tutto questo casino per uno squalo troppo curioso?» sbuffò Jensen seccato sistemandosi meglio sulla sedia davanti ai documenti che stava studiando prima dell'interruzione da parte del collega.

«Squalo un accidente!» ribatté l'altro «È una forma troppo strana per essere uno squalo o qualsiasi altra bestia viva qui sotto. Potrebbe...»

Lo studioso all'altro capo della linea sbuffò rumorosamente, evidentemente in cerca delle parole esatte per esprimere al meglio quello che aveva in mente.

«Io penso che potrebbe essere... lei! » esclamò infine con un rumore che poteva sembrare un pugno battuto su una superficie metallica «Zenvor, amico mio... credo che l'abbiamo trovata!»

«Cristo Santissimo...» soffiò appena il Dottor Jensen apparentemente in trance di fronte alla visione del sogno di una vita che poteva tramutarsi in realtà «Di' ai ragazzi di fermare tutto: non ci muoviamo da qui fino a nuove indicazioni. Sto... sto arrivando»

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