1. La partenza

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Blair
Il mio sonno venne interrotto da un suono strano e inaspettato. Non riuscivo a riconoscere che suono fosse e soprattutto da dove provenisse, in modo tale che potessi alzarmi e spegnere quel fastidioso rumore. Appena aprii gli occhi vidi un dispositivo emettere luce e solo in quel momento capii che era la sveglia, puntata la sera precedente da Carolina, stranamente non per errore o per scherzo. Misi il piede per terra e mi avvicinai al comodino accanto al letto per far si che quel rumore fastidioso smettesse di suonare. Spento il cellulare carico, decisi di svegliare la ragazza dal sonno pesante, presi così le sue coperte portandomele dietro come Charlie brown, e lasciandole sul divano, poiché la mia vescica era diventata incontinente a causa delle lunghe ore di sonno. Dopo aver fatto ciò, mi specchiai e mi sistemai in modo accurato. Mi vestii con una t-shirt e un paio di scarpe da ginnastica, in breve tempo, tanto breve che quando misi anche le scarpe la mia compagna era ancora nel letto a lamentarsi per il freddo causato dalla mancanza delle coperte.
I capelli bruni arruffati lasciarono il cuscino, coperto da una federa azzurra come il cielo, solo con il corpo ma non con la mente. Entrò in bagno alla ricerca del lavandino e dell'acqua fredda, il sonno era ancora molto presente e l'unica soluzione per "levarlo" era quella di lavarsi il viso. Ci mise all'incirca trenta minuti per fuori uscire da dove si trovava, contai il tempo non perché fossi in ansia per la partenza o per ciò che ci avrebbe aspettato ma per il semplice fatto che ero molto affamata. Una volta uscita, mangiammo e bevemmo il latte macchiato con il cacao, per far si che fosse più dolce e più buono. Ci lavammo i denti e mettemmo all'esterno le valigie preparate la sera precedente, solo in quel momento mi accorsi dell'abbigliamento e di come si fosse sistemata la mia compagna: avevo una t-shirt bianca con un tocco di fashion sulla schiena, short e un paio di scarpe bianche rialzate; i suoi capelli erano ondulati con con alcune ciocche completamente lisce, un viso acqua e sapone (con la presenza di quel sonno impossibile da togliere). Spegnemmo l'acqua, il gas e togliemmo tutte le prese, per far si che non accadesse nulla di grave durante la nostra assenza. Chiudemmo la porta, lasciandoci così all'interno le preoccupazioni e le ansie, prendemmo le nostre valigie e solo in quel momento Carolina si sfregò gli occhi cercando di togliersi quella sonnolenza indelebile, e scendemmo le scale come due zombie assettate di sonno. Al chiudersi della porta del palazzo vedemmo due macchine di colore nero posteggiate ad aspettarci. Uscì, come nei film, dalla macchina Edward con i suoi capelli che si mossero a causa del vento e con i suoi occhi verdi che riflettevano la luce del sole. Ci salutò strizzando l'occhio e mettendosi la mano nei capelli. La sua macchina era già carica di persone, così scontenta misi i miei bagagli nella macchina di Bernardo, e nella mia mente pensai sarcastica "la vacanza inizia bene". Seduta nella vettura di Bernardo mi accorsi della presenza di due persone che conoscevo superficialmente: Luigi e Giovanni. Luigi era un ragazzo dall'aria strana, ma anche divertente, solo quando lo desiderava, a causa della sua "violenza" non indifferente. Era di normale costituzione, non molto alto, occhi azzurri e capelli biondi misti al castano chiaro. L'acne ricopriva il suo viso. Egli non ci porse il saluto per il semplice fatto che era avvolto nei sogni. Giovanni invece si accorse a malapena della nostra presenza poiché era intento in una "conversazione" al telefono, si girò e alzò il mento in segno di saluto. Aveva un viso allungato, labbra sottili e occhi a forma di mandorla di color castano, egli era molto alto e magro, tanto da sembrare mal nutrito. Sporgendomi in avanti vidi le persone presenti nell'altra vettura: la persona al posto del passeggero era Tommaso, il miglior amico del ragazzo con i grossi occhi verdi, egli era abbastanza alto e ben piantato, molto più muscoloso del ragazzo descritto precedentemente. Aveva gli occhi di colore castano e i capelli "sbarazzini" di color mandorla tendente allo scuro. Nei tre posti presenti dietro vi erano le rispettive ragazze e l'unico single presente nella macchina, che poteva contenere solamente cinque persone. Clarissa era fidanzata con il guidatore da parecchi anni, aveva la faccia infossata e sembrava quelle modelle che praticano la bulimia per essere "perfette", uno sguardo fisso nel vuoto era spesso presente nei suoi occhi tristi. Era alta e leggermente anoressica, con piccoli occhi marroni e capelli ormai danneggiati a cause della continue tinture. I denti gialli e poco sporgenti poche volte venivano mostrati agli altri, a differenza del suo pollice sempre presente nella sua bocca intenta a sgranocchiarlo come se fosse una prelibatezza, ma il motivo di quel dito sempre mangiucchiato era per stress e ansia sempre presenti alla chiamata. Accanto a lei vi era poi Cristina, la ragazza dai capelli biondi, le due amiche, a differenza dell'aspetto esteriore che a primo impatto sarebbe potuto sembrare diverso, erano quasi identiche: erano scorbutiche e volgari tanto da ricordarmi gli scaricatori di porto presenti nelle città marittime. E poi, per concludere le persone presenti nell'elenco dei viaggiatori senza frontiere, vi era Riccardo. Non mi ricordo di aver mai visto a questo personaggio i capelli, poiché indossava sempre un cappello, può essere alla moda o poco chic ma è sempre costante il copricapo. Era robusto forse a causa dell'ossatura grossa, o per le continue abbuffate, era ricompero di "punti" sul viso, che non sono mai riuscita a riconoscere la loro identità, era più o meno alto e come ho già detto ben in carne.
Finiti di caricare i bagagli e di contare le persone e i soldi necessari per quel viaggio, partimmo. Durante il tragitto silenzioso provai a immaginare quella vacanza (a cui avevo pensato molto, quando ancora era lontana la data fissata per la partenza) che mi avrebbe aspettata, l'organizzazione era stata tale da pensare di partire per 2 mesi in un isola misteriosa da scoprire, non so, come Atlantide ad esempio, presente negli abissi con tutto il denaro accanto; ovviamente, nella mia mente, la persona che trovava la famosa Atlantide ero io nelle vesti della coraggiosa Lara Croft, agile con la mia nera attillata e capelli sempre ben messi. Ma purtroppo non avrei trovato nessuna città e l'unica cosa che avrei potuto aspettarmi di entusiasmante era di trovare senza alcun errore la camera da letto indicata nella chiave. Arrivammo con alcuni minuti di anticipo e ci imbarcammo, dopo aver parcheggiato le macchine, nella grandissima nave da crociera. È solo li potei dire: è qui che ha inizio il NOSTRO viaggio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2015 ⏰

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