Prologo - Medina-

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Ecco un piccolo assaggio del libro... Vi lascio al prologo.


Kiridia. Oltre trecento anni fa.

 «Sei la sola speranza che ci resta.»

Jeremy mi teneva stretta per le spalle, il suo sguardo disperato si posava sul mio viso come a implorarmi. Il forte odore delle nostre vesti, impregnate di sangue, non faceva altro che aumentare quel senso di nausea che ormai avevo sempre guardandolo in faccia. I suoi occhi, azzurri e limpidi, mi ferivano come due spade di cristallo. Quando ero solo una ragazzina avevo davvero pensato che mi ci sarei potuta specchiare con sincerità per sempre. Nonostante tutto, nonostante lui.

Mi tornò in mente come un flash, un giorno di tanti anni prima. Ero solo un'adolescente e osservavo Jeremy e Aramis, i miei migliori amici, davanti all'altare della Sala della Luce, pronti a diventare una cosa sola per l'eternità.

Era successo tutto così in fretta: il loro compleanno, i loro sedici anni, e poi una carezza. A Jeremy era bastato sfiorare il braccio di Aramis in un suo momento di debolezza per imprimere il marchio dorato del bonding sulle loro pelli.

Ero rimasta lì, a guardare Aramis scintillare sull'altare mentre morivo dentro. I suoi capelli biondi brillavano tanto da sembrare che avessero rubato la luce di Ramis e Zafir, le due stelle che illuminavano il cielo di Kiridia. Aramis afferrò la mano di Jeremy e affogò i suoi occhi castani in quelli azzurri del compagno, poi affondò la lama lucida e argentata di un pugnale nella sua pelle ambrata macchiandola di sangue. Jeremy con il suo sorriso radioso fece lo stesso, tenendo la mano sanguinante di Aramis come fosse la cosa più preziosa al mondo.

Guardai le loro vesti azzurre, ornate di raffinate catene d'oro; armature fatte per dare prestigio anziché per fare la guerra. Erano identiche, se non per le preziose protezioni d'oro sulle spalle di Jeremy, simbolo della sua appartenenza a una delle potenti famiglie dell'Élite: i Whitebrooke. I miei occhi vagavano lungo le loro braccia nude, tese, scolpite, e quando incontrarono il marchio del bonding, del loro legame magico in bella vista, si riempirono di lacrime. Quel vortice di acqua e fuoco uniti solcava dorato la loro pelle a rappresentarli perfettamente. A rimarcare quanto fossero perfetti, insieme.

Jeremy, l'acqua, con i suoi capelli castani e gli occhi color del cielo tratteneva il respiro. Aramis, biondo e ardente come una stella lo guardava, intrecciando la mano insanguinata a quella del suo Legato.

«Come pioggia nel mare.»

Mi resi conto che da quel giorno non saremmo più stati in tre; io sarei stata solo un'estranea nel loro amore eterno. Il bonding univa per sempre due Guardiani, incatenava il cuore di uno a quello dell'altro e nulla avrebbe mai potuto separarli. Nessuno avrebbe mai dovuto neanche osare farlo, eppure la mia anima scalpitava di fronte a quell'unione.

«Come aria nel vento.»

Le loro voci rimbombavano nell'enorme sala del Palazzo della Luce. Lo sapevo, lo avevo sempre saputo, Aramis e Jeremy erano uniti da un qualcosa che andava oltre l'amicizia. Uno era la mente, l'altro il braccio; uno il dolore e l'altro il balsamo che l'avrebbe tramutato in gioia. Separarli sarebbe stato come privare una stella della propria luce: impossibile. O almeno questo era quello che credevano tutti.

«Come luce in un fulmine.»

Eppure, ci avevo sperato che loro non sarebbero stati Legati, una volta sedicenni, avevo pregato per anni prima di vedere il marchio del bonding con i miei occhi.

«Come vita nella terra, ti appartengo.»

Aramis era semplicemente tutto quello volevo, e tutto ciò che non avrei mai potuto avere.

The Guardians - La chiave di Aramis (fantasy romance queer poli)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora