Prologo

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Quel mazzo di rose rosse sul tavolo mi colpisce come un pugno allo stomaco non appena entro in cucina. Avrei tanto voluto che questa mattinata si fosse svolta come tutte le altre e invece no, quel mazzo di fiori e quello sguardo penetrante che mi osserva pronto a cogliere ogni mia emozione mi ricordano che oggi sarò sotto l'attenzione di tutti.

Mio padre mi guarda con orgoglio, seduto al tavolo. Ha preparato una ricca colazione: latte, tè, caffè, croissant, cannoli siciliani. Tutto ciò che si può desiderare, tanto ben di dio a mia disposizione. Con una stretta al cuore fingo un sorriso felice e il volto di lui si rilassa. I suoi occhi azzurri sembrano trafiggermi come lame e tutto ciò che ho deciso, tutto ciò che sto per fare, mi colpisce diritto al petto, provocandomi una fitta dolorosa.

"Figlia mia, sul tuo conto ho versato una discreta sommetta. Tanti auguri".

"Grazie papà" dico, con un groppo alla gola.

E intanto penso: non posso farlo, non posso farlo, non ci riesco.

Ma non posso più tirarmi indietro. La decisione è stata presa, ho ormai assaporato l'idea di essere finalmente libera, di aver dato il mio contributo alla società, di diventare solo Karina e non più Karina Turrini.

Di notte tutto sembra più semplice, più facile, perché? Adesso i pericoli e il dolore che sicuramente proverò e provocherò sono tanto evidenti da terrorizzarmi. Perché devo complicarmi la vita? Perché non sono come le mie sorelle, che vivono felici, nell'agio e nella ricchezza senza porsi tante domande?

Perché io non sono frivola, perché guardo oltre i soldi e mi chiedo: da dove provengono? Chi ha versato il sangue sui soldi con cui abbiamo preparato questa colazione così abbondante? O con cui abbiamo acquistato la villa dove viviamo?

"Tanti auguri, sorellina" dice Maria non appena entra in cucina, dandomi un bacio sulla guancia.

"Questa sera, mega festa al ristorante Bellevue."

"Oh, no!" dico, "Avevo detto niente festeggiamenti!"

"Puoi considerarla come una riunione di lavoro, papà deve chiudere un importante accordo con Dell'Aquila"

"Oh" dico, cercando di non apparire delusa. Il mio compleanno, la mia festa, diventerà occasione di nuovi accordi mafiosi.

Tutto ciò non l'ho chiesto io, non è dipeso da me ma mi ritrovo lo stesso a fare i conti con i sensi di colpa, vorrei cancellare la mia data di nascita, questo maledetto giorno dal calendario.

Vorrei poter non partecipare, non voler festeggiare ma non posso più. Dimostrare apertamente le ostilità in passato mi ha portato solo guai, devo muovermi in modo astuto e intelligente stavolta, fare buon viso a cattivo gioco, ci riuscirò? Ne sono capace?

Fin da piccola sono stata sempre sofferente alle regole, ma ora sono adulta, ho vent'anni e ogni mio comportamento potrebbe portare guai seri, devo fare le cose giuste, tenere a freno la lingua perché prima, fra tutto, devo tutelare le mie sorelle, vittime quanto me di questa situazione.

Stasera mi presenterò alla festa e conoscerò il boss Dell'Aquila, sarò educata nei suoi confronti e carpirò quanto più mi è possibile.

***

Il ristorante Bellevue si affaccia su uno scorcio di mare spettacolare. Mai nome è stato tanto azzeccato. Quanto è bella questa terra? Questo mare? Questo tramonto spettacolare che si riflette in queste limpide acque che si estendono sotto i miei occhi?

Sorseggio il mio cocktail di benvenuto, lontano dagli invitati, su questa terrazza. E una lacrima amara accarezza il mio volto, asciugata in qualche attimo dalla leggera brezza marina che mi provoca la pelle d'oca.

Unsafe LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora