Le giornate di Novembre erano le peggiori, non si riusciva mai a capire come ci si sarebbe dovuti vestire: se indossavi una maglia maniche corte morivi assiderato a causa del vento gelido, ma se per caso decidevi di indossare un maglioncino ti scioglievi come un ghiacciolo al sole.
Quest'ultimo fu il madornale errore che fece Dipper. I maglioncini sono il male. Se lo ripeteva mentalmente come un mantra ad ogni vampata di calore che riceveva. Nello studio del suo terapista c'era l'aria condizionata e si stava che era una meraviglia, ma fuori...
Ora stava camminando il più velocemente possibile diretto verso il bar in cui doveva incontrarsi con Mabel, lo zaino blu che dondolava appeso solo alla spalla sinistra rendendogli la postura leggermente sbilenca, pesava un po' ma ormai aveva fatto l'abitudine al peso dei libri e a tutte le cianfrusaglie che si portava sempre dietro, "per ogni evenienza" spiegava ogni volta che gli chiedevano il perchè di quel carico inutile. Quello era uno dei tanti motivi per il quale andava ancora dal terapista dopo sette anni di sedute: la paranoia.
Da lontano vide la saltellante sagoma della gemella che si sbracciava per attirare la sua attenzione. Lui sorrise. La adorava: era sempre così piena di energie, allegra e spontanea, come se tutto quello che accadde quell'estate fosse stata davvero solo un illusione.
La sua terapista glielo aveva ripetuto più e più volte come erano andati i fatti, ma la storia della muffa allucinogena che si era andata a formare nella cisterna d'acqua dell'acquedotto di Gravity Falls non reggeva granché, semplicemente perchè non ce n'erano di muffe acquatiche allucinogene. Questo Dipper lo sapeva, si era andato ad informare e ogni libro e sito non faceva che accertare le sue idee. Quindi lui era sicuro al cento per cento, cioè se proprio dovete inventare una balla almeno fatelo bene! Quello che lo feriva di più era il fatto che nessuno gli credesse, nemmeno sua sorella, che ogni volta gli diceva scherzando di aumentare le sedute di terapia.
Dopo un abbraccio quasi infinito della gemella si sedettero nel tavolo più isolato del locale e ordinarono una tazza di caffè e una cioccolata con panna e tripla razione di zuccherini sopra
-Prima o poi ti verrà il diabete- scherzò lui, commento a cui lei rispose con una linguaccia a dir poco infantile ma che fece ridere entrambi
-tu invece dovresti smettere di bere caffè, te lo ha detto anche il dottore- prese un sorso di cioccolata -quindi a cosa devo questo appuntamento fuori orario?-
Dipper voltò lo sguardo evasivo, non sapeva perchè non volesse dirlo subito. Si fidava di Mabel. Lei c'era sempre stata per lui. Ma temeva che lo avrebbe preso per pazzo...più di quanto già non facesse.
Lei abbassò lo sguardo sospirando, sapeva quanto fosse difficile aprirsi per Dipper, quegli eventi lo avevano segnato, anche se immaginari. -Lo sai che puoi dirmi tutto vero?-
Lui la guardò e inspirando pesantemente cacciò il braccio dentro lo zaino e ne tirò fuori una mano di pietra. Lei lo guardò stranita -Da dove l'hai rubata quella?-
-Io non l'ho rubata proprio da nessuna parte!- esclamò contrariato all'idea che la gemella lo credesse un ladro -l'ho...presa a Gravity Falls...sette anni fa, prima di partire- la guardò attendendo un commento sarcastico che non arrivò, lo guardava con il sopracciglio alzato mentre aspirava con la cannuccia la panna in alto.
-e perché hai portato questo pezzo di statua?-
-Beh...ecco, lo so che non mi crederai e che potrei sembrarti pazzo ma posso assicurarti che non sto mentendo! Non ne avrei motivo! Avrei davvero potuto fare una foto o un video ma è successo tutto così in fretta che....che- disse senza prendere fiato senza riuscire a trovare le parole adatte. Espirò
-Ora con calma mi spieghi tutto, ok?- lo riprese con sorridendogli tranquilla, calmandolo all'istante
-Allora, ieri sera sono rimasto fino a tardi a studiare per passare un esame di filosofia, quando sono tornato a casa mi sono subito messo a letto dato che questa mattina avevo lezione, ma quando stavo per addormentarmi la mano ha cominciato ad illuminarmi il salotto, all'inizio credevo che fossero dei ladri ma quando sono andato a vedere c'era solo questa che brillava di luce blu. Ho controllato Mabel, dovrebbe essere semplice pietra! Com'è possibile che si sia illuminata di luce propria?- chiese passandosi nervoso una mano tra i capelli ramati
-Eri stanco, puoi benissimo essertelo sognato- gli sorrise comprensiva
Era una cosa che lo faceva irritare tremendamente: essere compatito ed etichettato come "il ragazzo stressato che va ancora dalla psicologa dopo sette anni di sedute". Ovviamente questo non glielo aveva mai detto nessuno, ma non era stupido! Si capiva quando qualcuno ti considerava uno stralunato. Quello era il tipico sguardo imbarazzato che ti diceva "sorridi e annuisci". Era frustrante non essere capiti fino in fondo nemmeno dalla tua coinquilina d'ovulo!!
-No Mabel. Non ero così stanco da non capire quello che vedevo.- rispose duro. Cosa si poteva aspettare? Che iniziasse a formulare teorie esattamente come aveva fatto lui? Certo che no. In quel momento quel confronto gli sembrava la cosa più inutile di tutte.
Le sorrise -tranquilla, fa niente. Ora che ci penso tu non avevi la scuola serale di pasticceria?-
- ma sono solo le sei meno un quarto...- gli ricordò confusa
-si ma devi ancora decidere come vestirti, rifarti la treccia, hai fatto lo zaino con l'occorrente? Hai calcolato il tempo che ti serve per fare cena? E quello che ti serve per portare a passeggio Dondolo? Ci potrebbero essere miliardi di imprevisti che non hai calcolato: potresti arrivare a casa in ritardo...-
-ok ok, ho capito. Allora ci sentiamo fratellino. Se ti servisse qualcosa...qualsiasi cosa, chiamami mi raccomando- e detto questo si divisero andando ognuno verso la propria casa.
Era quasi arrivato a davanti al suo palazzo, aveva rimuginato per tutto il tragitto della metro su quello che aveva visto, a ipotizzare diverse versioni di quello che sarebbe successo, aveva preso anche in considerazione la stanchezza. Ma c'era una sensazione strana. Familiare. Sapeva di aver già visto quella luce da qualche parte ma non ricordava dove.
Non mangiò nemmeno quel giorno, diede le solite crocchette a Cerbero, il suo cane, che lo fissava con gli occhi illuminati di curiosità. Si mise a letto a vedere un pezzo del Signore degli anelli, ma non arrivò nemmeno a metà che cedette alla stanchezza, addormentandosi.
Quella notte sognò migliaia di gialli occhi felini che lo fissavano.
STAI LEGGENDO
the Illusionist's fog
FanfictionLa fatidica estate è finita ormai da anni e gli abitanti di Gravity Falls sono andati avanti con le loro vite, i due prozii sono andati avanti le loro vite, Mabel è andata avanti con la sua vita, i servizi segreti che monitoravano il paesino sono an...