La sensazione era quella di cadere nel vuoto.
Era tutto così confuso...ricordava solo di essersi addormentato, e ora stava cadendo da chissà quanto tempo...Dipper si sentiva come avvolto da una sostanza vischiosa non identificata, appena provava ad aprire gli occhi veniva accecato da migliaia di colori saturi tutti insieme che lo costringevano a strizzarli subito dopo. Sentiva il vento fischiare nelle orecchie con una potenza tale da potergli strappare i timpani.
Gli veniva quasi da vomitare. E lo avrebbe fatto se solo fosse riuscito ad aprire le labbra che però parevano come sigillate con la colla.
Sentiva la necessità di tastarsi la faccia, di capire cosa stesse succedendo, ma era come se ogni singolo muscolo avesse deciso improvvisamente di fare sciopero. Sentiva le braccia molli e lasciate in balia delle forti raffiche d'aria, sventolare prive di controllo; stessa cosa per le gambe e aveva la sensazione che se avessero continuato a muoversi in quel modo prima o poi si sarebbero sicuramente spezzate.
E poi.
Il vuoto.
Da che prima regnava la confusione ora non c'era niente. Finalmente Dipper aprì gli occhi: Attorno a lui si trovava tutto e nulla. Era buio, ma era sicuro che non ci fosse nulla da vedere quindi magari non era effettivamente buio...forse era semplicemente tutto nero. Ma l'incognita principale rimaneva: che diavolo era questo Tutto? Ora il vento non c'era più, anzi era come se non ci fosse direttamente aria, ma non ne sentiva nemmeno la necessità.
Scoprì presto che aveva ripreso di nuovo il controllo del suo corpo che grazie a chissà quale grazia divina non aveva nulla di rotto e non potè che sorridere facendo questa constatazione: almeno un po' di fortuna gli era rimasta.
L'unica cosa che vedeva era se stesso, niente di più e niente di meno...e questo fatto man mano che Dipper ne prendeva coscienza lo spaventava sempre di più...non sapere cosa c'è attorno a te, con la costante paura o sensazione che qualcosa di sconosciuto ed estremamente pericoloso possa spuntare ad un palmo da tuo naso dal nulla. Era terrificante.
E il terrore si trasformò in semplice e puro panico. Cominciò ad iperventilare senza sosta stringendosi i palmi attorno al collo gracile fino a farsi salire le lacrime agli occhi. Che sarebbe successo ora? Come ne usciva da quel Qualcosa in cui si trovava?! Da quanto tempo era lì? Perchè era lì? E come diavolo ci era finito?! Domane. Solo domande a cui non trovava una risposta sensata. Niente di quel posto aveva senso!
Poi sentì qualcosa, gli stava accarezzando la schiena con lentezza come a volerlo tranquillizzare, ma in un momento come quello gli pareva solo una presa in giro. Provò a girarsi ma il suo corpo era nuovamente paralizzato.
Shhhhhh
Sentì la presenza dietro di lui muoversi con svogliatezza fino a posizionarsi al suo fianco probabilmente giocando sul fatto che non poteva voltare nemmeno il capo rendendogli difficile vederlo. Riusciva a distinguere solo una sagoma, era scura e aveva fattezze umane. La figura piegò il capo di lato e gli si avvicinò all'orecchio sfiorando il lobo con le labbra tanta era la vicinanza. Dipper cominciò a tremare convulsamente, strizzò gli occhi pronto al peggio ma senti solo l'eco di una frase mentre perdeva conoscenza
Mi sei quasi mancato piccolo guastafeste
* * *
Si alzò di soprassalto, tutto sudato con le lacrime agli occhi e il respiro corto. Scostò le coperte con urgenza correndo verso il bagno e andando a ficcare la testa nel gabinetto dove rigurgitò i miseri pasti precedenti.
Una volta finito, si posizionò davanti al lavandino cominciando a piangere a dirotto in preda agli scossoni. Gli sembrava tutto così reale...come poteva il suo subconscio partorire degli scenari tanto angoscianti?
Gli capitava spesso di fare incubi strani, di solito chiamava la terapista che gli fissava subito un appuntamento in giornata. Ma non si sa per quale ragione quel sogno sembrava diverso dagli altri.
Quel posto...quella voce, erano entrambi famigliari. Decise di lavarsi la faccia per scacciare quella pesantezza opprimente, non sarebbe riuscito a riaddormentarsi, tanto valeva non perdere tempo e fare qualcosa di produttivo.
Alzò lo sguardo sulla sua figura riflessa nello specchio e per poco non lanciò un urlo che molto probabilmente avrebbe messo in allerta tutta la palazzina per quanto stridulo. Si avvicinò di più alla sua figura riflessa e con mani tremanti si sfiorò il collo: si potevano chiaramente vedere due segni rossi circondare il collo pallido, i tipici segni che rimangono dopo uno strangolamento...
E proprio mentre contemplava con orrore quei segni udì come l'eco di una risata. Non di quelle genuine, ma una risata malata, maniacale, che metteva i brividi. Dipper si girò di scatto ma non trovò nessuno.
Si guardò attorno agitato e afferrò la prima cosa che trovò: una spazzola.
Ispezionò con lentezza ogni singola stanza brandendo l'oggetto come se fosse una spada solo per convincersi che in caso ci fosse stato davvero qualcuno in casa sarebbe stato in grado di proteggersi, quando sapeva perfettamente che la realtà dei fatti era ben diversa e che nel migliore dei casi lo avrebbero solo derubato. Svoltò l'ultimo angolo con estrema paura sperando che non ci fosse nessuno appostato lì dietro, accese la luce e fece un salto indietro. Solo giacche.
Il ragazzo tirò finalmente un sospiro di sollievo e andò a farsi qualcosa da mangiare sorridendo tra se e se. Era stato solo un brutto incubo e per quanto i segni arrossati sul collo lo spaventassero ora non riusciva a pensare ad altro che al suo adorato tramezzino che si stava comodamente gustando sul divano mentre faceva zapping alla TV, non c'erano mai programmi carini alle 5.00.
Solo dopo una buona mezzora di nullafacenza cominciò a sentire nuovamente i sintomi della sonnolenza, era troppo stanco per spostarsi sul letto perciò decise che per quella volta avrebbe pagato il prezzo di quel suo gesto pigro solo l'indomani tramite torcicolli e mal di schiena ma che avrebbe dormito direttamente sul suo divano. Però proprio quando le palpebre si stavano abbassando lentamente, la testa che si faceva pesante sul bracciolo e la vista che si sfocava vide l'ombra di una persona, non la vedeva nemmeno tutta. Riusciva a mala pena ad intravedere le gambe, snelle e lunghe ma sicuramente appartenenti ad un uomo, che avanzavano elegantemente verso il divano.
La figura si piegò verso di lui e una mano dal tocco leggero strisciò lungo il viso del ragazzo ormai addormentato e accarezzò la linea delicata della mascella.
-Come sei cresciuto bene, da misero germoglio ad arboscello...chissà se ti spezzerai questa volta-
Poi tornò tutto silenzioso e Dipper poté dormire indisturbato per un paio di ore in quella notte senza stelle. In un appartamento dove ormai non si sentiva più al sicuro.
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the Illusionist's fog
FanfictionLa fatidica estate è finita ormai da anni e gli abitanti di Gravity Falls sono andati avanti con le loro vite, i due prozii sono andati avanti le loro vite, Mabel è andata avanti con la sua vita, i servizi segreti che monitoravano il paesino sono an...