Blanche's Point of View:
Guardavo quella donna dai capelli castani sdraiata accanto a me come se fosse oro, e per me in fin dei conti lo era.
"Mi dispiace così tanto" sussurrai dispiaciuta accarezzandole i capelli che odoravano di fragole.
Mia mamma non si meritava tutto questo, non si meritava una vita come questa, senza un marito che le donava amore, senza persone o amiche con cui potersi sfogare, si meritava solo il meglio, un meglio che peró sfortunatamente non ha mai avuto.
I miei pensieri furono interrotti da un piccolo movimento dalla donna sdraiata accanto a me, ancora con il viso lucido per le lacrime versate qualche ora prima.
"Barbara? Tesoro, che ore sono?" chiese ancora con voce assonnata "le undici mamma" dissi continuando ad accarezzarle i capelli.
Mia mamma quasi non cascó dal letto quando sentì quelle parole uscire dalla mia bocca "Le undici?" urló alzandosi in modo scattante con il busto allarmata.
"Mamma, é domenica" dissi divertita dalla sua tenerezza ma non appena mi sentì potei vedere i suoi muscoli rilassarsi "non ci sono scuola e lavoro di domenica, lo sai?" si giró verso di me guardandomi in modo cattivo ma sapevo che stava scherzando, "hey sei tu quella disconnessa dal mondo" alzai le mani in modo di difesa, sperando di farla sorridere dopo una lunga nottata di lacrime, e cosi fece.
"Ahh vieni qui patatina mia" disse senza far spegnere quel meraviglioso sorriso dalle sue labbra, circondandomi con le sue braccia in un abbraccio dolce.
"Patatina mia" ridissi imitando la sua voce alla perfezione, cosa che la fece ancora di piu ridere, "Mamma ora sono adulta, puoi chiamarmi anche Barbara" sorrisi sapendo gia la sua risposta.
"Te sarai sempre la mia patatina, anche a 70 anni sarai la mia patatina" rise dandomi uno dei suoi baci sulla mia testa
Quello che pensavo,io annuì e basta, infondo era vero.
Justin's Point of View:
Continuavo a colpire quel sacco davanti a me che per il momento odiavo più di tutto, per sfogare la mia rabbia, e credetemi..ne avevo tanta. La mia vita non ha mai amato la felicità, é come se Dio avesse scelto per Justin Bieber la tristezza eterna.
Colpivo e ricolpivo quel sacco senza pietà, sentendo male alle nocche, nonostante avessi i guantoni.
"Ehy Bieber!" sentì urlare alle mie spalle sentendo quella persona avvicinarsi a me, non mi girai neanche, era l'unica persona importante per la mia vita, l'unica persona che nei miei ventun'anni di vita non mi ha mollato nonostante tutto, Ryan Butler, il mio migliore amico.
"Ciao" urlai in risposta affaticato, ero stanco cosi mi tolsi quei benedetti guantoni buttandoli a terra.
"Sai che cosa c'é stasera?" chiese ballettando in un modo strano alquanto felice, la mia faccia era tutto tranne che felice. Restai in silenzio, non mi andava di saperlo.
"Super festa a casa di Chaz" urló lo stesso nuovamente alzando le braccia in aria con un sorriso a trentadue denti, la mia faccia non era cambiata.
"Allora?" chiesi come se fosse la cosa più brutta di questo mondo, e infondo un pó lo era per me.
Ryan smise di muoversi e inclinó di lato la testa guardandomi come se fossi una specie di mostro, roteai gli occhi a quel gesto prendendo il mio piccolo asciugamano per levare il sudore dalla fronte per l'attività di prima.
"E allora? Te lo dico io allora, allora tu muovi quel culo e ti prepari per tutte le ragazze che aspettano solo noi per divertirsi" disse con un sorriso malizioso annuendo lentamente seguendo ogni mio movimento.

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Recovery
FanfictionUna festa. Due persone completamente diverse. Justin Bieber. Barbara Palvin.