Inizio dell'opera

6 0 0
                                    

31 marzo 2020 – fine del viaggio

Alcune precisazioni.

Non avrei mai immaginato di scrivere quello che vi apprestate a leggere, ma nella vita è proprio vero il detto mai dire mai. Non solo, non avrei mai immaginato di rendere pubblico quello che ho scritto in queste settimane.

Infatti, un diario salvo rari casi è destinato, credo, a rimanere strettamente privato. Se l'ho fatto, è per rispondere al desiderio di un'amica.

La mia malattia, d'altro canto, apparteneva a quelle che non lasciavano presagire un lieto fine. L'unica cura che mi venne in mente per provare a sconfiggerla, ancorché con esiti incerti, fu di utilizzare il computer e mettersi a scrivere i miei ricordi e le mie riflessioni, finché ero in tempo, finché mi rimaneva il desiderio di farlo.

La dottoressa Myrna Sogol a dire il vero mi aveva consigliato di starmene tranquillo e di non cimentarmi in quest'opera che avrebbe potuto rivelarsi troppo onerosa per la mia salute, ma si sa che alcune volte anche i medici sbagliano e comunque nella mia vita posso testimoniare, come leggerete se ne avrete voglia, che ognuno di noi rimane il miglior medico di sé stesso.

E, dulcis in fundo, la data in cui decisi di iniziare la cura mi sembrò valida per due motivi: il primo è che ottant'anni avanti era scoppiata la Seconda Guerra mondiale. Il medesimo sgomento che aveva attanagliato milioni di persone per l'incerto futuro che li stava attendendo lo ritrovavo distillato dentro di me quel pomeriggio.

Speravo che affrontarlo con la scrittura potesse rivelarsi l'arma vincente e che non ci fosse bisogno di ricorrere a un'atomica per eliminare entrambi.

Il secondo motivo è che il primo settembre 2019 era il giorno del mio cinquantatreesimo compleanno.

Agostino Maria Silvestri

P.S.: chiedo scusa in anticipo se troverete all'interno delle pagine dei concetti ripetuti o se il registro della scrittura vi apparirà eccessivamente colloquiale. Come avrete intuito, ogni pagina di questo diario rappresenta la medicina che ho dovuto assumere per curarmi e le medicine, si sa, devono essere prese ogni giorno, alla medesima ora, e sono sempre le stesse. E infine ricordate che questo testo era stato pensato per rimanere segreto a tutti, tranne forse a Uno.

Primo settembre 2019

Fuori la luce è ancora forte e il colpo di sole che per un attimo mi ha fatto chiudere le palpebre mi ha riportato alla memoria una mattina di giugno del 1985. Non mi ricordo esattamente che giorno fosse, ma sicuramente era un giorno lavorativo, perché mi trovavo nel cortile del mio liceo, nel centro di Milano.

Aspettavo che anche i miei amici consegnassero il tema di maturità e fumavo tranquillamente la mia Muratti. All'epoca infatti fumavo le Muratti, quelle con il pacchetto tutto bianco.

Ero contento per il tema, ero convinto di averlo scritto bene e di aver consegnato un buon elaborato. L'italiano è sempre stato il mio punto forte, non per niente a settembre mi sarei iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia in Statale.

Il primo ad uscire fu Cinò, rosso in viso per lo sforzo evidentemente fatto di non aver consegnato il foglio in bianco. Avevo passato tutta la sera prima, fin quasi a mezzanotte, a casa sua per convincerlo a non fare il pirla, come suo solito. Amava lanciare sfide Cinò.

Cinò. Figlio dei portinai dello stabile dove risiedevano Luca e Alessandro, in via Ed – mon- do – De - A – mi - cis, come amavano ripetere i fratelli, scandendone le sillabe una per una, quando si chiedeva loro dove abitavano. Un palazzo di sciuri, come si diceva a quel tempo. Adesso si direbbe dell'alta borghesia milanese, dove i residenti erano e sono rimasti avvocati, medici, architetti o notai. Infatti, i genitori dei due fratelli erano rispettivamente un architetto docente universitario, il padre; e un medico del Policlinico, la madre.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 19, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Cinò (diario di bordo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora