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«Mark! Posa giù quella chitarra!»
«Ma voglio cantarti una canzone»
«Se la rompi chi la paga? Tu?»
Aveva ragione, come sempre. Posai giù lo strumento e guardai il mio ragazzo con un piccolo broncio. Lui si avvicinò sorridendomi e mi diede un lieve bacio a stampo.
«È dolce da parte tua, ma forse dovresti iniziare a prendere prima qualche lezione». Appoggiò la mano sulla mia guancia e io mi sentì in paradiso. Stavamo insieme da poco, molto poco, e avevo sognato per così tanto tempo le sue attenzioni.

Peccato che ci accorgemmo dello sguardo indiscreto di due anziane signore, e non sembravano contente di ciò che stavano vedendo. Ovviamente, due ragazzi che si baciavano con amore era un'immagine terribile. Anche Nathan se ne accorse, e si allontanò da me tutto rosso borbottando un "scusa" sotto voce. La rabbia, o forse solo il semplice disappunto, verso le due signore svanì subito e tornai a concentrarmi sul cucciolo che avevo davanti. Era troppo carino!

«A me il bacio non è mica dispiaciuto!» dissi, quasi urlando, in modo da farmi sentire da  un po' di persone nel negozio. E Nathan arrossì ancora di più, prima di cercare la mia mano e stringermela. «Sì...anche a me. Usciamo?». Lo guardai perplesso. Mi aveva fatto saltate il mio amatissimo allenamento per portarmi in questo negozio di musica e dopo neanche dieci minuti siamo già fuori?
Mi avvicinai di più a lui, con l'intento di sussurrargli qualcosa. «Non sei a disagio, vero? Ti prego Nathan dimmi di no»

Lui fece di no con la testa, sempre sorridendo. «Non è per quello, tranquillo. Ma non ci sono dischi dei Pink Floyd. Niente di niente. Mi spieghi come diavolo sia possibile?!», mi chiese frustato, mentre mi trascinava verso l'uscita.

«I Pink cosa?» gli chiesi mentre lui continuava a lanciare occhiattacche verso le signore del negozio. E poi riservò una di quelle occhiattacce a me. Era una sensazione semplicemente orrenda. Si bloccò e mi afferrò per le spalle e per poco rischiai di cadere a terra. «Non hai mai sentito "Another brick in the wall"? - si mise in modo teatrale entrambe le mani sul cuore, come se fosse stato veramente offeso - I miei feels! », mi mette una mano sulla fronte, come per vedere se fossi malato, e sorrisi. Nathan era solo un fanboy, innocuo. Ok forse no.

«Stiamo insieme da due giorni e tu vuoi già rompere, Evans?» mi chiese l'azzurro, che riprese a camminnare. Mi affiancai immediatamente a lui e gli strinsi la mano. «D-dai tesoro, non lo pensi davvero giusto? Prometto che rimedio, mi farai sentire tutte le canzoni che vuoi.», cercai subito di rimediare.
Il mio ragazzo mi regalò un dolce sorriso.

Adorabile.

Dolce, tenero, determinato, fanboy, incredibile. Il mio ragazzo. «Perfetto, allora venerdì a casa mia! E ti faccio una cultura. Nella tua testa vuota non ci sarà più solo il calcio». Abbassai lo sguardo sulle nostre dita intrecciate.

«Nella mia testa non c'è solo il calcio. Ci sei anche tu. E ci sei sempre stato». Gli stampai un bacio sulla guancia, e osservai con soddisfazione il rossore sulle guance di Nathan. Mi lasciò le mano e la portò al viso, cercando di nascondere le guance color porpora. «B-baka!»

Risi, e lui rise con me. Eravamo felici. Insieme.




Daje che riprendo ad aggiornare

☁︎𝐄𝐧𝐤𝐚𝐳𝐞☁︎ ~ ☁︎𝐇𝐞𝐚𝐝𝐜𝐚𝐧𝐨𝐧/𝐎𝐧𝐞-𝐬𝐡𝐨𝐭𝐬/𝐏𝐢𝐥𝐥𝐬☁︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora