Ci eravamo conosciuti esattamente 3 anni prima, il 13 agosto.
Lui avrebbe compiuto i diciotto tra meno di un mese, io ne avevo sedici. Finalmente ci sentivamo pronti.
Da anni provavamo vergogna nell'idea di spogliarci davanti a un'altra persona, avevamo la stessa paura, non essere abbastanza.
Ebbene eccoci qui. Mi stava togliendo la maglia leggermente, mentre guardava il mio corpo con amore, senza malizia. Lui non era un tipo perverso, era un romanticone imbranato un po' in tutto.
Rimanemmo in biancheria intima, posò le due mani sui miei fianchi, e mi lasciò un morbido bacio sulle labbra. Ci sfilammo gli ultimi indumenti e ci mettemmo a letto, coperti solo d'un velo di vergogna.
Si posizionò sopra di me, mi guardava con quegli occhi dolci che negli ultimi mesi sempre avevo sognato. Mi sentivo pronta, volevo farlo con lui, era quello che sognavo, da ormai 3 anni.
Puntai il mio sguardo nel suo, arrossimmo.
"s-sei sicura di volerlo fare?" prese un respiro e andò avanti "m-magari io non sono quello giusto, s-sei piccolina, e poi sai che n-non l'ho mai fatto e..."
Lo interruppi con un altro bacio delicato, sorrise, bellissimo come sempre.
E dunque, era ormai il momento.
Entrò in me molto piano, e cominciò a fare avanti e indietro cautamente. Appena velocizzò un pochino, sentii una fitta, emisi un gemito di dolore, si fermò. Aveva paura, tanta paura, glielo si leggeva negli occhi, si preoccupava troppo.
"o-oddio scusa scusa s-scusa, ti ho fatto male? Vuoi che ci fermiamo?"
"vai avanti"
"sicura?"
Annuii.
Dopo poco il dolore si fermò, lasciando spazio al piacere. Andammo avanti per circa 15 minuti, tentavo di trattenere i gemiti, ma era quasi impossibile.
Era davvero bravo, anche se non l'aveva mai fatto.
E poi, ebbe lui l'ultimo orgasmo. Divenne rossissimo, ansimava, si strinse forte forte a me. Mi sentivo protetta nel suo abbraccio, a casa.
Rimase sdraiato sopra di me, ci addormentammo così.
Non gli avrei mai detto che lo avevo sentito, pensava che stessi dormendo ma ero sveglia. Avevo udito perfettamente quelle parole sussurrate.
"ti amo cazzo"
Rieccheggiavano nella mia mente e mi facevano sentire stranamente bene. E non avrebbe saputo mai che, in realtà, anche io lo amavo. E lo amo tutt'ora.
