Parte senza titolo 1

Matilde

Matilde De Contis Novaldo era fatta così. Non sapeva trattenersi e quando pensava a qualcosa doveva per forza dirla. Senza curarsi troppo delle conseguenze o del fatto che potesse essere sconveniente, scortese o scorretto. Era probabilmente il suo modo di affermare se stessa ed era stata una sua caratteristica sin dalla giovane età.
Ora, a settant'anni, le conseguenze delle sue affermazioni le interessavano ancor meno, così come il giudizio della gente.
Era sempre stata una signora distinta e dal carattere forte. Suo marito Alberto, un imprenditore Milanese passato a miglior vita dieci anni prima, amava questa sua caratteristica e quel suo essere talvolta capricciosa, ed era l'unico che sapeva tenerle testa.
Il vuoto che aveva creato la scomparsa improvvisa di Alberto aveva fatto vacillare Matilde. Lui l'aveva sempre tenuta su un piedistallo, viziata e adulata. Questo l'aveva resa più forte e sicura di sé e le ci vollero diversi anni per ritrovare un suo equilibrio. Un equilibrio fatto di auto protezione, ostentata sicurezza e una corazza di spavalderia.
Le restavano i suoi appuntamenti mondani, le sue amiche e le occasioni benevole e di beneficenza a cui era frequentemente invitata.
Sapeva tenersi impegnata, ma sopportava anche abbastanza bene la solitudine.
I suoi due figli, Carlo e Beatrice, si erano entrambi trasferiti a vivere in Australia e li vedeva due volte l'anno. A Natale quando li raggiungeva a Sydney per passare le feste circondata dai nipoti e in estate, quando trascorrevano qualche settimana nella villa di famiglia in Sardegna. Si era, perciò, dovuta tenere al passo con la tecnologia per potersi permettere almeno frequenti videochiamate.
Le mancava non averli con lei, soprattutto perché Alberto non le era più accanto. Era, però, fermamente convinta che i figli non dovessero sentirsi responsabili per lei e che dovessero fare della propria vita ciò che desideravano. Lei in fondo, come sempre, se la sarebbe cavata.
E anche quella sera avrebbe cenato da sola da Bice.