one shot;

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Jimin si aggiustò freneticamente la camicia, studiando la propria immagine nello specchio.

«Che dici, Taehyung? Come sto?»

Il ragazzo si acconciò i capelli per l'ennesima volta, ingoiando a vuoto.

«Ya, smettila! Sembri una ragazzina alle prime armi!»

«Oh, scusami tanto se il mio vicino di casa che fa il pittore, e che desidero che mi sbatta contro un muro da una vita, mi ha chiesto di andare nel suo appartamento per posare per lui! Vorrei vedere te al posto mio!
Fin'ora con lui sono solo riuscito a rimediare un'amicizia!»

«Beh, effettivamente, anch'io al posto tuo non mi darei pace. Dio, Jimin, chissà quali porcherie ti farà-» Taehyung si morse il labbro con frustrazione.

«Se hai ancora paura posso andare io al tuo posto-»

«Ti piacerebbe!»

-

Jimin prese un profondo respiro, prima di bussare con esitazione il campanello.
Non dovette aspettare molto prima di ritrovarsi la figura dell'artista davanti, con una sigaretta Marlboro tra le labbra.
Quasi si strozzò con la sua stessa saliva.
Jungkook, come ogni volta che lo aveva visto per le scale del condomio o sul pianerottolo, era bello da togliere il fiato.
Il corvino aveva una t-shirt bianca sporca di pittura, con un profondo scollo che lascava intravedere il petto.
I capelli, che ultimamente erano stati tinti in modo che il ragazzo avesse le punte delle ciocche di un blu chiaro, ricadevano sul suo viso, dandogli quella sensuale aurea da pittore ed artista dannato, che probabilmente scopava come un coniglio.

«Jimin-ssi, eccoti.»

Il corvino si aprì in un sorriso, facendo quasi svenire l'altro, facendosi da parte sull'uscio della porta.

«Entra pure.»

-

«Jiminie, non devi muoverti.» Jungkook ridacchiò, agitando lascivamente il pennello che aveva tra le dita.

I due ragazzi, dopo aver sorseggiato un breve caffè, si erano subito messi al lavoro.
Jimin si era accomodato sullo sgabello indicatogli dal pittore, mentre invece Jungkook si era messo dietro la tela bianca.

«Sono fermo in posa da un'ora, mi fa male il culo!»

Jungkook scoppiò a ridere, alzandosi con ancora il pennello in mano e andando dal ragazzo di fronte a sé.

«D'accordo, Park...»
Il corvino incrociò le braccia al petto.

«Facciamo una pausa sigaretta, che dici?»

Jimin aprì la bocca per rispondere ma si paralizzò nel momento in cui Jungkook alzò il pennello per dipingergli il naso.

Il corvino sghignazzò, mentre Jimin diventava rosso dalla rabbia.

«Jungkook-ssi, non l'hai fatto davvero»

«Ohw, sì che l'ho fatto.»

«Sei morto.»

Jimin si fiondò sul corvino, nel tentativo di strappargli il pennello, in modo da ripagarlo con la stessa moneta.
Jungkook, però, essendo più alto, riuscì ad allungare il braccio, costringendo l'altro a saltellare.

«Dammelo! Devo vendicarmi!»

«No, mai!»

«Dammelo!»

Jimin si sbilanciò di nuovo, stavolta perdendo l'equilibrio.
Jungkook cadde sotto il suo peso, ritrovandosi con la schiena sulla moquet ed il ragazzo su di sé.
Jimin sgranò gli occhi, arrossendo visibilmente.

THE ARTIST | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora