Il messaggero

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Praga, Repubblica Ceca.

Nel vento freddo della notte, un uomo dai lineamenti orientali bussò alla porta di una casa. Svegliatasi di soprassalto, a causa del rumore, un'anziana donna si precipitò ad aprire con il cuore in gola. L'uomo, vestito di un completo azzurro chiaro bordato di nero, chiese a bassa voce:
“Devo vedere Smoke. È urgente.”

La vecchina annuì intimorita, quindi prese una lanterna da un gancio sulla parete, e dopo averla accesa, disse all'uomo misterioso di seguirla lungo un camminamento, che conduceva infine ad una porta. I passi dei due risuonavano nel silenzio.
“È qui dentro.”, disse la donna, “faccia in fretta, però. In questo periodo è molto inquieto.”
L'uomo annuì frettolosamente con un cenno del capo, e quando l'anziana fu abbastanza lontana, bussò alla porta. Non ottenne risposta.
L'uomo, allora, spazientito ed allertato dall'urgenza di quanto aveva da dire, non bussò ulteriormente, né attese il permesso per entrare. Aprì la porta e si addentrò nella stanza. Un ambiente vasto, spazioso e riccamente ornato gli si parò davanti. Letto con lenzuola in seta, tendaggi ricamati a mano e minuziosi dettagli in oro furono le prime cose su cui i suoi occhi si posarono. La stanza era totalmente buia, se non per una lampada, che diffondeva una luce, ora fioca, dentro quello spazio tanto grande. Le vesti dell'uomo si agitarono come fuscelli al vento, quando egli si volse ripetutamente, cercando ciò per cui aveva viaggiato tanto a lungo.

“Smoke?” disse egli, pur continuando a non vedere nessuno all'interno. Dopo pochi secondi, una nube di fumo si addensò sulle lenzuola in seta del letto, e fu allora che apparve.

Smoke, assassino nativo di Praga, alleato ed amico del clan giapponese Lin Kuei. L'uomo che gli fece visita non lo aveva mai visto di persona, ma conosceva bene la sua storia. Si raccontava, infatti, che Smoke fosse stato rapito da una setta misteriosa in giovane età, e bruciato vivo su un altare, offerto in sacrificio a un demone. Per lui, però, questa non fu la fine, ma bensì l'inizio. Tornò infatti alla vita, ma sotto forma di enenra, creatura evanescente fatta solo di fumo e vapore. Vendicatosi per il supplizio a cui era stato sottoposto, uccidendo brutalmente i suoi sequestratori, tornò ad assumere forma umana. Da quel momento Tomas Vrbada era diventato Smoke, il ninja di fumo.

“Eccomi.”, disse. Si presentò seduto, con i gomiti sulle gambe e le mani giunte che toccavano il mento. Le vesti nere come la pece che risaltavano ancora di più il grigio dei suoi lunghi capelli.

L'uomo, dunque, a quella vista si inchinò, e guardando il pavimento, disse: “Venerabile Smoke, io rappresento il clan Lin Kuei.”
“Le tue vesti me lo rammentano.” osservò perentorio Smoke.
“Ho viaggiato migliaia di chilometri, signore. Porto un messaggio.” disse l'uomo, sempre immobile nella sua posizione di riverenza.
“Un messaggio? E da chi?” chiese il ninja, inarcando le sopracciglia, come preso da un presentimento.
“Un messaggio... da parte del mio signore Bi – Han, o venerabile.”
Smoke si mise in piedi con incredibile velocità, al punto da portarsi dietro una scia di fumo.
“Bi – Han? Cosa è accaduto?” domandò.
“Ecco... è morto, signore.”
“Cosa!? Bi – Han, morto?” l'incredulità dominava il tono del guerriero.
“Sì, o venerabile. È stato ucciso dal generale Hanzo Hasashi, del clan Shirai Ryu.”
Smoke non riusciva a credere a ciò che ascoltava. Il capo del clan Lin Kuei, per il quale aveva lavorato molto tempo, al punto di guadagnarsi la sua amicizia e devozione, ucciso dal capo del clan rivale, il temuto generale Hasashi. Sub – Zero era dunque stato sconfitto. La notizia gli bloccò il respiro. La guerra tra i due clan aveva infine mietuto la vittima più illustre. La vittima di cui Smoke avrebbe preferito non venire a sapere.

“Alzati.” ordinò. Il messaggero Lin Kuei scattò in piedi.
“Hasashi ha quindi ottenuto la sua vendetta, alla fine...” commentò mestamente il ninja.
“Il mio signore si stava dirigendo al suo villaggio, quando è stato ucciso. Io ero nella scorta. Il generale Hasashi è piombato fuori dal nulla. Pareva fosse spuntato dal terreno, ed ha iniziato ad inveire contro il mio sovrano. Egli continuava a dire di non aver dato alcun ordine di massacrare lo Shirai Ryu, e che il generale fosse stato ingannato. Hanno iniziato a combattere, e dopo pochi minuti il mio signore è stato trafitto a morte.” Il messaggero fece una pausa, per poi riprendere incalzante:
“Poco prima di spirare, il mio sovrano mi ha chiamato a sé, e mi ha chiesto di venire a cercare voi, venerabile Smoke, e raccontarvi l'accaduto. Era sicuro che voi avreste scoperto la verità, e lo avreste vendicato.”
“Comprendo.”, sentenziò Smoke, “partirò immediatamente. Ti ringrazio per quanto hai fatto. Parlerò al Lin Kuei affinchè tu venga adeguatamente ricompensato per i tuoi servigi. Ora ti prego di lasciare questo posto.”
L'uomo fece un nuovo inchino, per poi prendere congedo.

Smoke stentava ancora a crederci. Possibile che Sub – Zero fosse stato davvero ucciso? Possibile che il generale Hasashi si fosse vendicato sul serio?
Con grande dolore nel cuore, alimentato però da uno strano fuoco, l'enenra decise quindi di esaudire l'ultimo desiderio del suo amico Bi – Han. La sua mente era ancora intenta a pensare alle parole del messaggero, mentre apriva la porta della sua casa, ed una folata di vento gelido fece spegnere le candele accese all'interno. Sub – Zero era stato ucciso da Hasashi, ma il Lin Kuei continuava a sostenere che il suo uccisore fosse stato ingannato. Com'era possibile tutto questo? Eppure era certo che soltanto il clan Lin Kuei avrebbe potuto sconfiggere l'intero villaggio Shirai Ryu. Cosa intendeva Bi – Han quando diceva di “scoprire la verità” ? Molte, tante, troppe domande attanagliavano la mente di Smoke, a cui non restava molto da fare che cercare le risposte di cui necessitava proprio dal generale Hasashi. Era certo le avrebbe ottenute. Con le cattive, naturalmente.

Il ninja caduto: una storia di vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora