Capitolo II: Get Out!

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Era una notte fredda, il cielo era limpido, sagome maestose di betulle si levavano al di sopra del silenzio cittadino, non superando i grandi palazzi e su ciò dominava incontrastata lo splendore della grande luna, i preziosi raggi si facevano largo tra le strette palazzine, invadendo lo spazio privato degli abitanti.

Carlos era lì, nel largo ascensore con le porte rinforzate, non si fece troppe domande su esse, infondo sapeva bene che anche solo un pezzo di attrezzatura costava anche il doppio di casa sua. Le luci si accesero all'improvviso, creando un leggero spavento al ragazzo, prima in intermittenza e poi si stabilizzarono, pochi istanti dopo partì una canzoncina tipica degli ascensori vecchio stampo.

Grazie alla luce artificiale Carlos riuscì a notare, su quelle freddi pareti, due poster: il primo rappresentava una donna dai capelli blu in una posa, dedusse che fosse una ballerina dalla scritta "dance" . Il secondo invece rappresentava, quella che sembrava, una bambina dai capelli rossi con un microfono in mano e con degli strani robot alle sue spalle. Anche su esso c'era una scritta "Celebrate".
Sulla destra della porta c'erano due pulsanti, il corvino cliccò sul secondo, invogliato dalla scritta "staff".

"Benvenuto al primo eccitante giorno della tua nuova carriera!" Una voce maschile ruppe il silenzio. "Se questo lavoro ti è stato suggerito da qualcuno, letto il nostro annuncio sul giornale o se questo è il risultato di una scommessa ... ti diamo il benvenuto!" continuò la voce, fin troppo eccitante.

"Scommessa? Buona questa" rise tra se e se il ragazzo.

"Lo sarò la tua guida personale per partire! Io sono il modello n°5 della tutto fare robotica e riparazione sistemi, ma puoi chiamarmi Unità tutto fare. La tua carriera promette sfide, intrighi e un sacco di lavoro da babysitter!"

"EH?! Ma di che parli? Non capisco!" gridò Carlos verso una delle casse, anche se non si aspettava di certo una risposta.

"Sulla tua sinistra puoi trovare una tastiera! Prego inserisci il tuo nome"

Carlos si avvicinò alla tastiera, era un monitor con la cornice gialla e due occhi, finti, su di esso, la tastiera era digitale e con delusione notò che sullo schermo erano presenti dei glitch e che era impossibile poter scrivere qualcosa di sensato e le avvertenze dell'Unità su come dovesse essere attento, perché era impossibile cambiare, sembravano quasi uno scherzo.
Poco dopo l'Unità tutto fare pronunciò "Benvenuto Eggs Benedict!" non gli poté non scappare una risata, scuotendo leggermente il capo e sussurrando un: "dovrò raccontarlo a Scott e a Luna".
L'Unità smise di parlare, calò uno strano silenzio rotto solo da quella fastidiosa canzoncina, solo in quel momento si chiese: "ma da quando sto scendendo? Spero che sia questa ascensore molto lenta."
No, non si sbagliava, quel posto era davvero profondo, poteva essere tranquillamente una porta per l'interno, o era davvero così?
Ci fu un improvviso calo di corrente, nel quale le luci si spensero, durò poco istanti ma abbastanza per far preoccupare il ragazzo. Quando si riaccesero l'ascensore andò più veloce e finalmente toccò il suolo bloccando la canzoncina e tutto divenne buio.

"Adesso puoi aprire le porte utilizzando quel luminoso..."
"... rosso... "
"... e ovviamente pulsante!"

L'Unità venne bloccata da un'altra voce, leggera e soave, ma cosa poteva essere? Carlos pensò che fosse dovuto ad un guasto, ma nulla di cui preoccuparsi, almeno ci sperava, quel posto gli trasmetteva una strana sensazione. Alzò lo sguardo in cerca del tasto, trovandolo più in alto del tastierino con i pulsanti.
Quando lo schiacciò le porte si aprirono immediatamente, mostrando un muro bloccato dal del nastro giallo, gli cadde l'occhio sulla ventola aperta, notando però che era molto larga, poteva entrarci addirittura un uomo adulto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 25, 2020 ⏰

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