La luna illuminava poche cose, quasi nessun corpo.
C'era un solo uomo che camminava trascinandosi, zoppicante, slombato dal peso insostenibile della solitudine in quella notte tediosa che non sapeva di nulla.
E c'eri tu, ti vedevo, guardavi fuori dalla finestra con gli occhi vacui e l'espressione stanca. Non avevi fatto nulla tutto il giorno, ti eri guardato dentro un paio di volte, ed entrambe avevi tentato di cancellare quell'immagine rivoltante dalla testa. Poi avevi tentato di scambiare due chiacchiere con te, sforzandoti di caricarti anche tu del peso della solitudine, ma non riuscivi a sostenerlo: ti trovavi insopportabile, fastidioso. Disprezzavi qualsiasi cosa riuscissi a risponderti, disprezzavi qualsiasi cosa ti fossi detto in passato. Non avevi mai dovuto trascorrere tanto tempo con te stesso, non ti era mai capitato.
Ti chiedevi, osservando quella notte arida e uguale a tutte le altre, quante altre notti avresti dovuto guardati dentro e quante altre notti ancora avresti preferito lanciare uno sguardo a quel deserto di nulla, in cerca di qualcos'altro,
qualsiasi altra cosa,
che non fosse te stesso.