-Regali di Natale-
«Sari... dove ti sei nascosta?»
Sana sbuffò, mani sui fianchi. Controllò per l'ennesima volta sotto al tavolo, scoprendolo nuovamente vuoto. Sotto al letto all'occidentale nulla, e nemmeno dentro l'armadio della sua camera da letto.«Non vuoi aiutarmi a fare l'albero di Natale? Su, ci divertiremo!»
Nessuna risposta.
Sana si mordicchiò il labbro inferiore, cercando di ragionare.
Che si sia nascosta nella doccia...?
Scostò la tendina, ma anche lì non c'era traccia della bambina.
«Sari, vieni fuori. La mammina è stanca di giocare a nascondino!» disse ad alta voce, sperando che la sentisse. In quel momento si pentì amaramente di aver comprato una casa tanto grande, con fin troppi posti in cui potersi nascondere. Sari, poi, era così piccola che avrebbe potuto infilarsi ovunque.
«Sono a casa» sentì dire, al piano inferiore.
Scese le scale a due a due, travolgendo letteralmente il pover'uomo seduto sul gradino dell'ingresso, impegnato a togliersi le scarpe sporche di neve.
«Akito, finalmente! Quella bambina si è nascosta di nuovo e non riesco più a trovarla! L'ho cercata dappertutto ma è maledettamente brava! Evidentemente ha preso da me perché anche io, quando giocavo a nascondino con Rei e la mia mammina, riuscivo a non farmi trovare per giorni...! Però adesso deve mangiare, è già pronto in tavola, lo sai bene che non può saltare il pranzo, oltretutto la minestra di miso è immangiabile da fredda e si sta già raffreddando, quindi...»
«Okay, va bene, ho capito!» sbuffò lui, interrompendo uno dei soliti flussi di coscienza della moglie «Ma guarda un po'... non arrivo nemmeno a casa, dopo il turno di notte in ospedale che già rompi»
«Non lamentarti! Non avrebbe questo caratteraccio se non fosse anche tua figlia!» si arrabbiò lei, colpendolo in testa col fidato martello.
Lui si massaggiò la parte dolorante, sentendo distintamente il bernoccolo farsi sempre più grande.
«Ahio! La solita violenta...!» sospirò, ritrovando la consueta calma «Sari, se vieni qui papà ti comprerà un bellissimo regalo per Natale»
Due secondi dopo la bambina spuntò dal piccolo ripostiglio per i cappotti dell'ingresso: una piccola copia della madre, con l'espressione pensierosa e gli occhi dorati del padre, un mix che li aveva sempre fatti sorridere per la sua contraddittorietà.
«Ta-dan!» cantilenò Sari, allargando le braccia.
«Eh?! Come diamine ha fatto a entrare lì dentro?» esclamò Sana. Controllò il minuscolo armadio, incredula. C'era a malapena lo spazio per i soprabiti!
Akito ignorò completamente l'osservazione della moglie, sfilando con gesti lenti e stanchi il cappotto marrone e approfittando del fatto che l'armadio fosse aperto per gettarlo lì dentro e chiuderlo.
Aveva ancora indosso il camice, osservò Sana. Si sentì subito in colpa: se non aveva avuto nemmeno il tempo per cambiarsi allora doveva essere stata davvero una nottataccia. Magari non si era cambiato proprio per non perdere tempo ed essere a casa il prima possibile... e lei l'aveva ricompensato con una martellata e l'ordine di ritrovare Sari. Non lo aveva nemmeno salutato.
«Scusa!» piagnucolò, gettandogli le braccia al collo.
«Ma che ti prende all'improvviso?!» chiese lui, pensando che non sarebbe mai riuscito a capire quegli sbalzi d'umore.
Sulle sue labbra, però, si dipinse un sorriso, e questo non sfuggì a Sana. Sorrideva più spesso, negli ultimi anni, e di questo l'attrice era immensamente felice e orgogliosa, consapevole che fosse soprattutto merito suo e della bambina. Bambina che, per inciso, sbuffava e li osservava pensierosa, a braccia incrociate sul vestitino verde.
«Che ti prende?» chiese Akito alla figlia, confuso «Non sei felice di ricevere un bellissimo regalo? Natale è ormai alle porte, sai»
«Non è Babbo Natale che porta i regali?»
La domanda lasciò spiazzati i due, che sciolsero l'abbraccio per dedicarsi alla figlia.
Sì, pensava sempre troppo. Attitudine presa dal padre, evidentemente.
Akito scosse la testa.
«Sari, Babbo Natale non...»
«Zitto!» urlò Sana, tappandogli la bocca con una mano.
«Che ti prende?!»
Sana lo attirò a sé, parlandogli all'orecchio e coprendo la bocca con la mano.
«Ha solo quattro anni!» bisbigliò, inorridita «Non credi sia ancora piccola?»
«Io non ho mai creduto in Babbo Natale! E poi bisogna sempre dire la verità, anche ai bambini. Ricordi il pulcino?»
Sana fece una smorfia.
«È un caso diverso. Nessuno la prenderà in giro solo per aver creduto in Babbo Natale, da bambina. Senza contare il fatto che anche a te sarebbe piaciuto crederci, da piccolo, no? Ne abbiamo già parlato... per favore, Akito!»
Lui sospirò, sconfitto.
«Va bene, ok! Ma solo fino a sei anni»
«Dieci»
«Sette...»
«Otto!» decisero, simultaneamente.
Nel frattempo la bambina li guardava, confusa.
«Papà» chiese, strattonandogli il camice bianco «Babbo Natale "non"...?»
Sana la fissò, indecisa.
Akito si chinò sulle ginocchia per poter fissare la figlia dritto negli occhi, identici ai suoi.
«Babbo Natale non è il solo a poter portare i regali, per Natale» rispose Akito «Per cui ne avrai uno anche da noi»
«Che bello!» urlò la bambina, abbracciandolo felice.
Si scambiarono un'occhiata d'intesa, sorridendo.
In fondo essere genitori non era poi così difficile!
«Andiamo a tavola, su! E preghiamo di non dover buttare la minestra...!»
NdA
Salve a tutti! :D
Come avrete capito è questa ff ambientata quattro anni dopo "Deep Clear": ho solo provato a immaginare quei due casi umani di Sana e Akito nei panni di genitori! :3Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere!
Alla prossima,
Witch ^-^
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Regali di Natale
Fanfiction[Kodocha no omocha - Rossana - Sana x Akito/Rossana x Eric] Piccola One shot sulla famiglia Hayama! «Non è Babbo Natale che porta i regali?»  La domanda lasciò spiazzati i due, che sciolsero l’abbraccio per dedicarsi alla figlia. ...