{#NoremmaMonth2020}
(In pausa)
[Tratto dal testo]
Il ragazzo non fece in tempo a completare la frase che, uno schiaffo ben sestato gli arrivò in piena faccia dalla sua interlocutrice, strattonandolo poi con forza dal colletto della sua camicia.
Face...
Iniziativa: scritta per il Contest "Norember", indetto da Standreamy sulla sua pagina instagram ispirandosi all'Inktober. *Numero Parole: 4.850 *Prompt: Strength *Link al vostro blog/twitter/quel che volete: Profilo EFP (https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=224886) Profilo Wattpad (https://www.wattpad.com/user/artemiskarpusivargas) *Rating: giallo *Hashtag: #NoremmaMonth2020 #Norember
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-"Quanti minuti sono passati da quando è uscito?"
Seduto sul divano di pelle scura, a sorseggiare una tazza di thè caldo, il corvino alzò lentamente lo sguardo verso l'orologio appeso al muro.
Segnavano le cinque in punto.
Una volta le aveva confessato che odiava il ticchettio di quel l'orologio quando capitava che si sentisse tesa e con il fascio di nervi al limite della sopportazione, e più volte aveva avuto l'impulso di distruggerlo con le sue stesse mani. Menomale che aveva avuto il pensiero di smontarlo e cambiare qualche meccanismo dell'orologio, cosicché non facesse più quel ticchettio costante e fastidioso.
-"Venti minuti contati."
Seguì poi con lo sguardo la figura irrequieta della sua amica, che non la smetteva di mordersi frequentemente il labbro inferiore e a rigirarsi tra le mani il ciondolo dorato a forma di un occhio, donatagli dalla sua amica demone Mujika, usansolo come antistress. Le parve pure di sentirla sussurrare, di sfuggita, fra sé e sé alternando varie frasi; alcune la facevano allarmare fino a sbattere più volte le ciglia e scuotere la testa contrariata per chissà cosa, mentre le altre la facevano semplicemente serrare la mascella in una piccola smorfia infastidita prendendo poi vari respiri profondi.
"E se non dovesse tornare in tempo?" "E se lui non avesse nessuna intenzione di ascoltarmi?" "E se decidesse di cambiare strategia, nonostante avessimo stipulato un accordo?"
Per Ray, era insolito vederla in quello stato.
Emma non è mai stata una persona ansiosa o paranoica, eppure era chiaro come il sole che, in quel momento, non riusciva ad essere positiva come al suo solito.
Era lì, che con passi svelti camminava avanti e indietro dentro lo studio di Norman, le mani intrecciate come in segno di preghiera e un'espressione pensierosa fino a farle corrugare la fronte. La giovine era talmente in sovrappensiero e concentrata a parlare tra se' e se' che non sentì la sua voce quando provò a chiamarla.
Sospirò, seccato da quella strana situazione in cui si era ritrovato involontariamente. Imprecò mentalmente ad un certo migliore amico, di lunga data, che pur di far avverare i desideri più folli della ragazza che le piaceva, si sarebbe spezzato l'osso del collo pur di riuscirci. Non lo diceva spesso, ma il corvino ha sempre pensato che quando si trattava di proteggere la propria famiglia, certe volte, i suoi amici davano di matto. Senza preoccuparsi dei rischi o di qualche imprevisto, Emma e Norman erano capaci di tutto per raggiungere il loro obbiettivo, arrivando persino ad usare ogni mezzo possibile ed in immaginabile. In veste di fratello e migliore amico di entrambi i ragazzi, lui doveva fare qualcosa.