Prologo

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 solitamente mi alzo con la luce fioca sul viso, la morbidezza delle mie lenzuola di lino e il silenzio che circonda la mia villa. Oggi sembra che anche gli uccellini che stanno sull'albero di fronte la mia finestra abbiano ritardato il risveglio; così schiudo un occhio credendo di ritrovarmi nella mia stanza chiara, ma i mobili scuri che compaiono sotto il mio naso mi fanno sobbalzare di scatto.

La stanza dalle pareti bianche è molto grande: un grosso armadio è posto al muro riempiendo tutta la parete, la scrivania in grosso e pregiato legno si trova dal lato opposto, piena di scartoffie varie e una lampada da studio, ci sono anche bauli, una poltrona sofisticata e una doppia porta, la quale credo porti al bagno in camera.

Abbasso lo sguardo su di me rendendomi conto del braccio nudo e pesante ancorato alla mia vita e ho bisogno di qualche minuto per concentrarmi. Come sono finita qui?

La risposta arriva da una fitta lancinante che mi trafigge le tempie facendomi strizzare gli occhi.

Quanto avrò bevuto?

Troppo, mi rispondo.

Cerco di alleviare il dolore massaggiando la fronte e poi porto lo sguardo sul ragazzo al mio fianco. È moro ed è anche carino in viso. I capelli scompigliati sono sparsi sul suo cuscino e qualche flashback della notte scorsa mi piomba in mente. Ora che ci penso, capisco bene perché sono finita tra le sue coperte e uno dei motivi è sicuramente la sua lingua. Oltre che carino è anche tanto bravo...

Ricordo di averlo incontrato al Red Moon – il mio pub di fiducia – e come al solito, non sbaglio mai preda.

Scuoto la testa per scacciare quei pensieri e penso subito ad un modo per sgattaiolare via senza svegliarlo. Non sono solita restare ad aspettare che si sveglino. È addirittura raro che mi fermi per la notte ma evidentemente ero troppo ubriaca per darmela a gambe.

Alzo delicatamente il suo braccio per allontanarlo dal mio corpo e lo appoggio sul materasso occupato fino a poco fa da me. Si smuove giusto un po' ma non sembra essere sveglio; così, in punta di piedi mi guardo intorno alla ricerca dei miei vestiti, i quali sono accasciati sul pavimento vicino la poltrona. Una volta recuperati mi affretto ad indossarli, sentendomi nuovamente a mio agio.

Per quanto ami gli uomini e il piacere che possono donare, odio farmi vedere nuda per un motivo diverso dal sesso. Un grosso specchio è appeso al muro, riflettendo la mia immagine sconvolta: i capelli biondi spettinati, due belle occhiaie violacee e il trucco sbavato. Tento di sistemarmi i capelli con le mani, quando dallo scollo del vestito scorgo una chiazza rossa sul mio seno. Arresto immediatamente i miei movimenti scostando del tutto il tessuto per trovarci un succhiotto. Un maledettissimo succhiotto su di me!

Se non avessi fretta di andarmene prenderei quel deficiente a sberle in faccia. Se crede che solo perché ci sono andata a letto sono di sua proprietà, ha sbagliato di grosso persona. Non mi riavrà mai più e solo per renderglielo ancora più chiaro, scappo via da quella casa.

Red Moon (CARTACEO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora