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All'esterno di quella specie di scatola di legno contenente bastoni di ferro per renderla più resistente , anche detta cella, il rumore dei zoccoli che sbattevano sul terreno si ripeteva, o almeno sarebbe stato così finché non arrivati a destinazione: la svendita di schiavi.

Tutti a testa china,chi triste, chi stanco e chi malato, vestiti di stracci sporchi e incatenati da un pesante collare che ricadeva superbo sulle loro spalle ferite e magre,senza nessun lamento, come se fossero morti rimanevano in silenzio circondati da aria putrida e viziata che sporcava i loro polmoni come sporca era la loro pelle coperta di terra,botte o sangue secco.

Il continuo barcollare di quell'enorme cella, anche se troppo stretta per tutte le persone all'interno, ricopriva i suoni di lamenti e singhiozzi strozzati, lasciati e rimasti in gola per paura di morire come successe precedentemente alla sua famiglia.

Non aveva più speranza ma la paura rimaneva, come se fosse stato messo il replay mentale, la scena dei suoi genitori non spariva, morti insanguinati davanti lui stesso per faccende che tenevano private i suoi genitori, un tempo di ricca e benestante famiglia.

"la vuoi smettere di piangere invano?" chiese infuriato il cocchiere, prima di aver aperto furiosamente e con un tonfo la finestrella che permise di entrare un po d'aria nuova e magari anche della luce essendo che filtrava dagli spazi tra un legno e l'altro.

Il ragazzo in risposta sussultó tappandosi la bocca e dando le spalle al signore, nascondendosi in un angolo mentre il collare, tenuto per due interi giorni di viaggio se non tre, iniziava a pesarli graffiandoli le spalle esili ricoperte da piccole ferite, ematomi e sangue secco.

Ma a lui non interessava quasi più nulla del suo corpo, voleva solo riavere indietro i suoi genitori, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riaverli.

Continuava solo a pensare oramai avendo smesso di piangere si era rintanato nel suo mondo, tra i suoi pensieri, non facendo caso a tutte le buche o sporgenze che caratterizzava la strada che non poteva nemmeno vedere e che facevano muovere eccessivamente la cella.

Un tonfo, un salto e una botta alla spalla erano state causate dalle sporgenze stradali fino a quando..

"PUMH!" esplose la cella solo e grazie ad un cavallo in fuga che maestoso, anche se spaventato, aveva saltato sopra le loro teste continuando per la sua strada mentre la scatola di legno ormai era tutta rotta e aveva fatto cadere tutti i suoi passeggeri che si stavano portando dietro un fuorilegge,anzi il criminale era proprio addosso al protagonsita, Taehyung.

Respirando affannosamente lo schiavo spinse con tutta la sua forza il corpo sopra di se, prima che questo improvvisamente lo afferrò tirandolo dal braccio.

Il corpo stato sopra di lui lo stava portando in un posto a loro sconosciuto mentre veniva strattonato.

Tutto era sfocato alla sua vista per via della corsa veloce, quasi sembrava senza fine e meta accompagnata solo dalla risata divertita del fuorilegge.

Esso decise di fermarsi dopo esserci accertato che nessuno li seguisse trovandosi ai piedi della montagna, dove viveva la presenza misteriosa di una caverna.

Dallo schiavo, il povero innocente ragazzo, uscivano solo respiri accorciati per averne una altro sopra così da accavallarli senza evitare di poter respirare come si deve, col cuore impazzito ed impaurito che si ritrovata dalla troppa corsa.

Mentre il teppista ancora in forze, anche se col respiro affannato riusciva a ridere, quasi le lacrime solcavano dai suoi occhi a mezza luna per cadere inutilmente sul terreno secco ed umido ai margini.

Lo schiavo ancora leggermente col respiro affannato e gli occhi bassi verso il terreno si chiedeva tanto cosa avesse da ridere, magari era agitato e per sbollire questa sua sensazione rideva;
questo era il suo strano modo di sbollire i suoi sentimenti e sensazioni, aveva immaginato.

Lo sguardo innocente e curioso puntava al ragazzo che, ormai da un po' rideva, appoggiando le mani alle ginocchia per reggersi mentre in qualche modo strano cercava di riprendere fiato.

"Fyuhh! - buttò fuori un sospiro sollevato - è stato fantastico, un giorno lo rifaremo, anche perché non credo passerà molto se ricapitasse.
Le guardie mi stanno addosso da quasi due giorni ma non sono ancora riuscite a prendermi quindi andrà tutto bene, spero"disse sicuro, appoggiando una mano sulla spalla del suo nuovo amico di avventure come se fosse una carezza.

"scusate, non sto capendo cosa io ci faccia qui? e cosa vogliate voi da me" rispose con lo sguardo basso e il volto sporco e coperto dai cappelli che nascondevano le sue guance rosate per il disagio e la confusione.

"È una lunga storia, ma appena possibile sarai a conoscenza di tutto, per ora troviamo un accampamento" disse sempre con sguardo sicuro voltandogli le spalle per camminare in una stradina a lui sconosciuta.



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Il fuoco scaldava i due corpi che lo accerchiavano, scoppiettando ogni tanto, mandava via le zanzare affamate di sangue.

Con sguardo perso il povero ex ormai schiavo, guardava il fuoco senza aggiungere una parola e abituandosi al continuo fastidio allo stomaco, con la consapevolezza che neanche oggi avrebbe mangiato.

Il ragazzo affianco a lui, però, era tutt'altro che affamato.

I muscoli del corpo rilassati, mentre gli occhi sempre attenti a guardarsi in giro, un sorrisino contornava tutta quella scena catastrofica, in cui due ragazzi di differente scaletta sociale e senza un soldo si nascondevano dalle guardie, affamati ma con un briciolo di fuoco a scaldargli.

I grilli rilassavano ancora di più l'atmosfera tesa tra i due ragazzi, mentre quando poteva Jungkook osservava la figura esile del ragazzo al suo fianco.

Sembrava un bambino disperso e disperato, pensava avvicinandosi con i suoi occhi marroncini e pieni di luce  ancora più curiosi e grandi a lui che, fino a quel momento non li degnava di nessuna attenzione non essendosi accorto  di sentirsi osservato.

O almeno fino a quel momento.

Sussultó sul posto indietreggiando fino ad andare a sbattere contro un albero, quando Jungkook avendo visto il suo timore per tranquillizzarlo volle alzarsi per fermarlo ma a quanto pare fu troppo tardi.

La vista di Taehyung, quel povero ragazzo, li si appannó fino a diventare tutto nero mentre grandi pesche rosetto cadevano come pioggia sotto di lui.

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Mugugnii e gemiti strozzati spezzavano l'atmosfera poco prima silenziosa , la vista appannata e la testa che doleva e girava come una trottola venivano accompagnate dai suoi movimenti, ormai sveglio, cercava di alzarsi a sedere con le braccia, minute, ossute e tremanti.

"mhh~ - grattava e testava la piccola sporgenza sulla sua testa mentre con occhi stanchi si guardava intorno strizzandogli per focalizzare meglio - cos- cosa è successo?" chiese con voce bassa e roca.

"sai, hai sbattuto la testa. Non una ma due volte" disse con un piccolo sorriso nascondendo una risata per la sbadataggine del ragazzo.

"ah.." rispose soltanto senza mai guardare la figura davanti a se.

"in compenso abbiamo il cibo, non è molto ma dobbiamo accontentarci" disse con un sorriso porgendo una pesca rosa e grande nelle mani del ragazzo che con sguardo basso lo ringraziava con un piccolo inchino della testa.

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ᵗʰᵉ ʷʳᵒⁿᵍ ᵖˡᵃᶜᵉDove le storie prendono vita. Scoprilo ora