Listen-Beyonce

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Listen to the song here in my heart a melody i start but can't complete
Listen to the sound from deep within it's only beginning to find releas
for my dreams to be heard
They will not be pushed aside and all cause you wont listen

Ascolta la canzone qui nel mio cuore una melodia comincio ma non riesco a completare

Ascolta il suono dal profondo

Sta cominciando solo per trovare il rilascio

Oh è venuto il momento per i miei sogni di essere ascoltati

Essi non saranno messi da parte e trasformati in proprio, tutto perché non ti ascolta...

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-Listen i am alone at a crossroads i'm not at home in my own home...-

-Stop stop!-la melodia viene bruscamente fermata da un'uomo che entra in gran fretta nell'aula di musica, come c'è scritto sulla porta d'accesso alla stanza, bisognerebbe fare silenzio, evidentemente la regola non vale per l'uomo che si è precipitato al suo interno.

-Cos'era quello Aurora!?-

Una ragazzina seduta al pianoforte si stringe nelle spalle, e si appunta qualcosa su un quaderno, il suo quaderno dei pensieri.

Lo chiama così, ma non ha un vero e proprio nome, lo chiama quaderno, o pentagramma, sta aspettando che si trovi un nome da solo.

Lei lo avrebbe voluto fare, odia il fatto che siano i genitori a dare il nome ai propri figli, il suo non le piace, è un nome che si sente poco e che sembra da vecchie.

Non le sembra adatto a lei.

-Era la canzone di Beyonce, Listen, bella vero?-

Sorrise come una bambina a natale.

-Non direi stava stonando, avrebbe dovuto alzare di un ottava la prima parte del ritornello-{Non me ne intendo granché di musica per cui se ho sbagliato fatemelo pure notare:)}

Aurora si stringe nelle spalle e il sorriso le scompare.

-Oggi è l'ultimo giorno Moris, sei triste di andartene?-

Chiese sperando di riuscire a cambiare discorso.

Con Moris era davvero difficile farlo, se poi c'era in ballo di mettere in evidenza gli errori di qualcun'altro allora era un'impresa in cui neanche Sherlock Holmes avrebbe potuto tenere testa.

Sorrise a quello sciocco pensiero, Moris era davvero irritante ma le sarebbe mancato, come tutto in quella casa.

-Triste?e perché? Finalmente potrò riposarmi, cinquant'anni in questa casa, dimmi tu se dovrei essere triste-

Aurora sorride, almeno non era tornato sul fatto della nota stonata.

Prese il quaderno e lo richiuse mettendolo nella sua borsa a tracolla.

Quello era il suo unico bagaglio, i suoi vestiti erano già nel nuovo appartamento a Londra.

Non vedeva l'ora di visitare ogni luogo importante.

-Moris non mi vuoi salutare?-

Il maggiordomo si fece avanti timoroso guardando le piccole braccia aperte per lui.

Sospirò e strinse la sua figlioccia, era quello che era diventata per lui, e anche se non lo ammetteva spesso le voleva molto bene.

Sciolsero l'abbraccio e si guardarono imbarazzati.

Il mio cavaliere neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora