Domenica notte, ore 2.53
Ero alla festa della scuola, organizzavano sempre grandi feste, nella mia scuola.
Mi ritrovai a giocare a obbligo e verità con ragazzi che non conoscevo, ragazze che non conoscevo, e Evelyn , la mia migliore amica. Erano tutti ubriachi, tranne me.
Io sono Phoebe, ho 16 anni, capelli marroncini con sfumature rossiccie, ricci e lunghi. Occhi marroni e sono bassa.
Volevo fare cazzate, eravamo in 9 a giocare, io, Evelyn, un ragazzo con i capelli biondi con occhi verdi, una ragazza con i capelli neri e gli occhi neri, un' altra con i capelli corti tinti di blu, due ragazzi fighi, capelli corti, il primo occhi blu e capelli rossicci, il secondo capelli neri e occhi verdi, la solita troia, capelli biondi e occhi blu e un ragazzo, capelli neri e occhi marroni scuro.
Spesso a coppie sparivano maschi e femmine in una stanza, e dopo un po' riapparivano. Evelyn era già andata 3 volte con i due ragazzi fighi, che schifo, non uno, ma se ne faceva due. La troia era andata con il biondino con occhi verdi, era da circa un ora che non tornavano... Buon divertimento.
Tutti gli altri o si baciavano ignorandomi completamente o erano in una stanza.
Fanculo, anche quella sera non mi sarei divertita, cosí decisi di andarmene. Mi infilai tra la mischia di gente che ballava alla ricerca di mio fratello, ma non lo trovai.
Cosí decisi di ballare un po', mi misi a muovere il mio corpo e un ragazzo, probabilmente ubriaco, mi afferrò per i fianchi, e cosí andò avanti, le mie braccia che pendevano lungo i miei fianchi e le sue mani sui miei fianchi. Gli stavo di spalle, cosí decisi di girarmi, per vedere se ne valeva la pena.
Ecco. Mi pentí di essermi girata. Era bellissimo, per me. Capelli neri, ondulati, sentivo il suo odore forte sovrastare l'odore appiccicoso di quella discoteca. Appena lo vidi arrossí. Urlai, sovrastando la musica che incombeva sulle voci «Ciao, come ti chiami?» «Ciao, io sono Nash, tu?» «Phoebe, ti va di uscire a fare due passi?» «Certo».
Cosí, non volendo lo afferrai per la mano, e lo trascinai fuori dalla discoteca. Tirava un po' di vento, era un po' freddo, ma non lo percepivo. Ancora tenevo la sua mano, era calda, e lui non era ubriaco. Mi guardò e sorridendo disse «Andiamo su un bosco qui vicino metto la musica e balliamo?» Aveva un tono rassicurante, cosí accettai. Arrivammo al bosco, mise la musica, era una canzone tranquilla, un lento, non una da discoteca. Afferrò la mia mano, e fissandoci, inizziammo a ballare, molto lentamente. Appoggiai la mia testa sul suo petto, e ci stringemmo, sembrava un'altra persona rispetto il tipo della discoteca, un tipo macabro e misterioso, iniziò a baciarmi il collo, glielo lasciai fare, poi mi baciò veramente, a stampo, un bacio lungo. quando riaprí gli occhi, lui non c'era, ero sola, in un bosco buio, e avevo freddo. Urlai il suo nome, ma non sentí alcuna risposta. Mi guardai intorno, feci piccoli passi, le foglie scricchiolavano sotto i miei piedi, non si vedeva quasi niente, non sapevo come uscire dal bosco, mi ero addentrata troppo, mi misi a correre, correre come una pazza, finché non trovai un cancello in ferro, lo toccai, era gelido, ma lo spinsi ugualmente con la mano, produsse un cigolio molto fastidioso, mi addentrai in quel luogo, era un cimitero. Le lapidi fredde in marmo erano inquietanti, ma mai quanto gli angeli bianchi che sembravano fissarmi. Notai varie tombe, con vari nomi... "Edward" "Chole" Fedrick" "Jasmine" "Clare" "Robert" "Evelyn" "Margareth" Oddio, ma erano quelli che giocavano con me a obbligo e verità, c'era anche Evelyn, ma dove ero finita!? Poi, notai una tomba ancora vuota "Phoebe" Oddio, no! Non io. No. Mi girai per scappare, ma mi trovai dietro Nash, aveva un sorrisetto in faccia, gli feci notare i nomi, gli dissi di scappare, perché qualcuno ci avrebbe uccisi, in risposta lui mi afferrò le braccia e disse «Sono stato io, buonanotte principessa.» e mi gettò all' indietro.
Mi svegliai di colpo, in un bagno di sudore, ancora tremante, era solo un' incubo, presi il telefono, la luce mi accecò, dopo poco riuscí a leggerne l'ora 4.58. Mandai un messaggio al mio ragazzo, gli raccontai tutto, il mio ragazzo era Nash, il killer del incubo, dopo poco mi rispose "Io non farei mai una cosa del genere, era solo un' incubo, prova a dormire, immaginami li con te, ora torno a dormire, ti amo. Buonanotte amore" Cosí posai il telefono, mi girai dal lato opposto.
Ma dormire mi fu difficile, lui non mi fu d'aiuto, e non riuscivo a prendere sonno tormentata dai flash di quel incubo. Pian piano, stremata dal ansia che avevo addosso mi addormentai.Venni svegliata dalla sveglia del telefono, dovevo prepararmi per andare a scuola, e rivedere Nash.
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Goodnight, my dear.
HorrorMi ritrovavo sempre nel solito bosco, era inquietante, non ne trovavo l'uscita, e non sapevo neppure che strada avevo percorso per entrarci.