Inspira, espira, inspira.
É il mio istinto che da i comandi al cuore e non il mio cervello. Respirare dovrebbe essere una cosa involontaria trasmessa dal cervello, mentre adesso sta diventando il contrario per me. Calmati.
Sono le 7.55, mia mamma mi ha scarrozzata cinque minuti fa davanti al cancello dell'istituto dandomi un bacio sulla guancia e augurandomi buona fortuna, e io sono ancora qui impalata a fissare la gente che entra e che mi guarda male come per dire "chi é quella?". Forse sará meglio entrare. Appena entro cerco una macchinetta del caffé per scaricare la tensione. Vedo solo ragazzi e ragazze che mi guardano in modo strano. É imbarazzante. Decido di dirigermi verso la segreteria per chiedere dove si trovano le macchinette del caffé, o per lo meno, se esistono qui dentro. Non c'é nessuno in segreteria. Vedo entrare di corsa una donna piuttosto giovane che tiene in mano una pila di fogli volanti. Sta venendo verso di me, é la segretaria. Sistema tutti quei fogli e mi chiede gentilmente "come posso aiutarti, tesoro?". Non ho mai sentito nessuno chiamarmi tesoro se non mamma e papá. Le chiesi dove potevo trovare una macchinetta del caffé e lei fece per indicarmi l'angolo infondo alla stanza quando una ragazza bionda mi disse "ti ci posso acconpagnare io, se vuoi. Oppure c'é anche il bar al piano di sopra". Sembrava essere molto disponibile cosí colsi l'occasione per conoscere qualcuno. Si chiama Sara, é carina con me. Mi ha raccontato un po' di lei e di come é la scuola e io le ho raccontato di me. É l'unica che non mi ha chiesto perché ho cambiato scuola. Santa ragazza ti adoro. Mi sta giá simpatica. Gli chiedo dove é la classe 1°d, e lei me la indica dicendo "eccola, perché? É la tua classe?". Io rispondo "si" con un sorriso a trentadue denti e lei dice felice "é anche la mia". Sono sicura che diventeremo grandi amiche e che anche lei la pensa allo stesso modo, glielo leggo negli occhi. Lei é cosí generosa, mi piace proprio come 'amica tipo' ed é simpatica.